“El Greco” al Museo di Belle Arti di Budapest: Leticia Ruiz Gòmez, curatrice della mostra, ne parla ad About Art (Intervista in Italiano e original español).

di Roberto SGARBOSSA

El Greco

Museo di Belle Arti di Budapest fino al 19 febbraio 2023

Leticia Ruiz Gomez è stata capo del dipartimento di pittura rinascimentale del museo del Prado dove ha curato importanti mostre su Juan Bautista Maino, Luis de Morales, Sofonisba Anguissola e Lavinia Fontana, il ritratto spagnolo al Prado da El Greco a Goya. Dal 2020 è direttrice delle Collezioni Reali del Patrimonio Nazionale di Spagna. Sta Curando il catalogo ragionato di El Greco. Ha pubblicato studi sulla Colezione Reale di Spagna e il monastero De Las Descalzas Reales.

Il Museo Di Belle Arti di Budapest ha riaperto dopo la ristrutturazione terminata nel 2020 con tre importanti mostre: Bosh, tra inferno e paradiso, l’enigmatico mondo di Hieronymus Bosh; Matisse, Capolavori dal centro Pompidou di Parigi; ed  El Greco.

La mostra di El Greco fino ad ora ha accolto più di 150.000 visitatori (Fig 1). Questo grande risultato conferma  l’interesse che l’artista suscita anche al di fuori della Spagna.

1. Ingresso del Museo

Il Museo di Belle Arti di Budapest nelle sua collezione permanente annovera otto dipinti di El Greco e, dopo la Spagna, è il museo con il più alto numero di quadri del pittore.

Il più conosciuto tra questi è la Maddalena (Fig. 2), capolavoro indiscusso eseguito nell’ultimo anno di soggiorno in Italia o forse al suo arrivo a Toledo. Nel 1907  il quadro viene messo in asta a Berlino per poi passare nella collezione di Marcell Nemes a Budapest il quale nel 19212  dona nel 1921 al Museo di Belle Arti.

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Questo dipinto é  ispirato fortemente dalla pittura veneziana, sopratutto Tiziano, che El Greco frequenta nel suo soggiorno a Venezia dove approda da Creta nel 1567. In una lettera a Filippo II, il Vecellio parla di un suo discepolo talentuoso di provenienza greca, ed è uno dei pochi documenti che testimoniano la sua presenza a Venezia e il suo allunnato presso Tiziano. Il quadro che rielabora un fortunato modello tizianesco mostra già il suo stile inconfondibile, un Trade mark diremo oggi, che purtroppo non venne capito al tempo. L’artista restò infatti relegato a Toledo, città che iniziò a perdere la sua importanza dopo il 1560, quando il re Filippo II decise di spostare la corona a Madrid.

El Greco non riuscì mai a diventare  pittore di corte perché “no le contestò a Su Majestad”,  infatti realizzò una sola opera per la capitale commissionata dalla dama della regina Dona Maria de Aragon e destinata al Colegio de la Encarnacion. Questo retablo, composto da sei  enormi tele verticali, ha come soggetto alcuni episodi della vita di Gesù. Fu smantellato nel 1808 in seguito alle soppressioni napoleoniche e alla chiusura del convento, ed ora è esposto al Prado tranne che per la Natività conservata a Bucarest.

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Il battesimo di Cristo (Fig. 3  ) in mostra fa parte di questo gigantesco retablo. Il Battesimo misura in altezza 3,5 metri e lo si deve immaginare esposto con le altre cinque tele sovrapposte in due livelli. L’effetto scenico doveva essere  straordinario, una messa in scena fantastica e grandiosa che dava le vertigini al fedele che vedeva rappresentata davanti a se la vita del Salvatore.

In queste date lo stile del Maestro si è già  evoluto e approda a delle soluzioni originalissime e antinaturalistiche,  ben lontano da quello che successe a Roma con l’arrivo di Caravaggio nel 1594-5 e dei Carracci operanti presso il cardinale Alessandro Farnese.

E’ lo stesso cardinale che accolse El Greco nel suo palazzo a Roma, inviato dal miniaturista Giulio Clovio del quale ci resta il ritratto eseguito dal cretese nel 1571, ora conservato al museo di Capodimonte.

Strana coincidenza i tre pittori morirono nello stesso arco di tempo. Caravaggio nel 1610, Annibale Carracci nel 1609, El Greco nel 1614.

Abbiamo iniziato l’incontro con la dottoressa Leticia Ruiz Gòmez, curatrice della esposizione, proprio per chiarire com’è stato possibile che lo stile e la figurazione di El Greco risultassero così lontani ed alieni dal tipo di pittura che si sviluppò a Roma tra la fine del Cinquecento e gli inizi del Seicento.

R: Creo que es el resultado de su continuo proceso de absorción de la pintura italiana, y después ya en España, fue un pintor que persiguió quiso siempre tener un estilo único y personal, reconocible. Una marca propia que le distinguiera. En los últimos años de su vida, agudizó en su pintura su personal visión. Durante mucho tiempo, ese estilo final fue incomprendido y rechazado, pero la pintura moderna le rescató, convirtiendo esa producción en centro de los intereses de muchos movimientos artísticoas. Resulta fascinante ese recorrido cambiante en la trayectoria del Greco.

R: Penso che sia il risultato del suo continuo processo di assorbimento della pittura italiana, e poi in Spagna, è stato un pittore che ha sempre voluto avere uno stile unico e personale, riconoscibile. Un marchio proprio che lo distingueva. Negli ultimi anni della sua vita, ha affinato la sua visione personale nella sua pittura. Per molto tempo, quello stile finale è stato frainteso e rifiutato, ma la pittura moderna lo ha salvato, rendendo quella produzione il centro degli interessi di molti movimenti artistici. Questo percorso mutevole nella traiettoria di El Greco è affascinante.

-In mostra sono esposti 53 dipinti di El Greco, 2 disegni rarissimi del periodo italiano, dipinti di Tintoretto e Veronese, 2 crocefissi di Guglielmo della Porta che servirono da modello per diversi dipinti. La quantità e la qualità delle opere fanno capire lo sforzo straordinario impiegato per ottenere questi prestiti da importanti musei, conventi, chiese e collezionisti privati. Ci potresti parlare della difficoltà di ottenere quadri come la Risurrezione proveniente dal convento delle suore cistercensi di san Domingo di Toledo e lo straordinario san Sebastiano dalla sacrestia della cattedrale di Palencia?

R: La preparación de esta exposición ha sido muy larga y efectivamente hemos tenido dificultades para muchos de los préstamos. En algunos casos ha sido gracias a una confianza de los propietarios en mi persona, algo que responde a mis años de trabajo y agradezco mucho. Pero el peso de una museo como el de Bellas Artes de Budapest ha sido fundamental, comenzando por su director, Lászlo Baan, que ha dado un enorme impulso a la institución. No hay que olvidar tampoco que el museo húngaro cuenta con una colección estable de pirmer orden. Posee por ejemplo el fondo de obras del Greco más numerosa e importante fuera de España. Ha sido y es un generoso prestador de obras (su maravillosa Magdalena del Greco es pintura ineludible en las exposiciones sobre el cretense) y eso también ayuda a conseguir présamos de calidad. Hay también un esfuerzo económico grande que ha servido para pagar restauraciones o fee más elevados de los habitual. Hacer exposiciones de esta calidad es cada vez más dificil.

R: La preparazione di questa mostra è stata molto lunga e abbiamo effettivamente avuto difficoltà per molti dei prestiti. In alcuni casi questo è stato grazie alla fiducia dei proprietari verso di me, cosa che risponde ai miei anni di lavoro e lo apprezzo molto. Ma il peso di un museo come il Museo delle Belle Arti di Budapest è stato fondamentale, a partire dal suo direttore, Lászlo Baan, che ha dato un enorme impulso all’istituzione. Né dobbiamo dimenticare che il museo ungherese ha una collezione stabile di prim’ordine. Ha, ad esempio, la più grande e importante collezione di opere di El Greco al di fuori della Spagna. È stato ed è un generoso fornitore di opere (la sua meravigliosa Maddalena del Greco è un dipinto imprescindibile in mostre sul cretese) e che aiuta anche a ottenere prestiti di qualità. C’è anche un grande sforzo economico che è servito a pagare restauri o tasse più alti del solito. Fare mostre di questa qualità è sempre più difficile.

-Alla fine della mostra ci troviamo di fronte ad uno dei quadri più significativi e sconcertanti del maestro realizzato durante gli ultimi due anni della sua carriera (fig. 4). Mi riferisco al Laocoonte della National Gallery di Washington.

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E’ un quadro che si avvicina come datazione all’apertura del quinto sigillo dell’Apocalisse detto anche la Visione di san Giovanni. Entrambi i quadri hanno avuto delle vicende conservative travagliate  che hanno compromesso  la materia pittorica in alcuni brani. Probabilmente la Visione di san Giovanni è stata tagliata, nonostante ciò la qualità della pittura e la forza dell’invenzione è altissima e anticipa di tre secoli la nascita della pittura moderna. I corpi dei personaggi completamente nudi, allungati ed eterei sprigionano dall’interno una luce iridescente e metallica, si muovono in uno spazio ultramondano e ricordano le anatomie dei personaggi del film Avatar di James Cameron. Come El Greco il regista mette in scena una dimensione onirica parallela alla realtà. E’ sconcertante che un pittore nato nel pieno Cinquecento abbia raggiunto questi risultati e impressiona quanto abbia  influenzato con le sue immagini l’arte moderna che lo riscopre soltanto alla fine dell’Ottocento. Artisti come Monet, Cezanne, Sorolla, Zuloaga, Picasso e molti altri lo copiano o meglio lo reinterpretano e i suoi quadri ritornano ad essere esposti nei musei ed ad essere ricercati dal collezionismo internazionale. Come spieghi questo fenomeno? Ci sono poi degli aspetti della sua complessa personalità e del suo fare pittorico che dopo trent’anni di studi e ricerche risultano ancora misteriosi e difficili da comprendere?

R: El “descubrimiento” del Greco y su pintura se inició de manera imparable hacia 1900 gracias los artistas que vieron en él, como bien señalas a propósito del Laocoonte, un pintor personal e insólito que parece anticiparse tres siglos a las premisas del arte moderno. La fascinación por la figura de ese pintor tan original fue creando además algunas teorías bizarraas o curiosas para explicar esa forma de pintar, al tiempo que las muchas lagunas sobre la biografía de Domenicos fomentaron leyendas e invenciones sobre su vida. Ha sido una figura cuya significación ha ido variando a lo largo de la historia. Los hallazgos documentales del último siglo han ido conformando un perfil más ajustado, aunque hay muchos aspectos del Greco que aún se nos escapan. Creta o buena parte de su recorrido italiano presentan todavía muchas sombras.

R: La “scoperta” di El Greco e della sua pittura iniziò inarrestabilmente intorno al 1900 grazie agli artisti che videro in lui, come si può notare a proposito del Laocoonte, un pittore personale e insolito che sembra anticipare di tre secoli le premesse dell’arte moderna. Il fascino per la figura di questo artista tanto originale ha anche creato alcune teorie bizzarre o curiose per spiegare il suo modo di dipingere, mentre le molte lacune nella sua biografia hanno favorito la nascita di leggende e invenzioni sulla sua vita. El Greco in realtà è stato una figura il cui significato è variato nel corso della storia. I risultati documentari del secolo scorso hanno plasmato un profilo più adeguato, anche se ci sono molti aspetti del cretese che ancora ci sfuggono. Creta o gran parte del suo percorso italiano presentano ancora molte ombre.

In parallelo a questa mostra  stai lavorando  per l’allestimento e la prossima apertura delle Gallerie delle Collezioni Reali di Madrid in qualità di direttrice. Qui saranno esposti innumerevoli capolavori raccolti nell’arco di cinque secoli dai sovrani spagnoli. Sarà esposto anche la Salomè con la testa del Battista capolavoro realizzato da Caravaggio verso la fine della sua vita. L’apertura è imminente. Ci puoi dare qualche anticipazione?

R: Estamos trabajando ya en el montaje de las obras, una selección inicial de 650 obras que abarcan más de cuatrocientos años de historia del Arte. Es el proyecto cultural más importante de España de los últimos años. Un nuevo museo es una experiencia única y en este caso creo que será un hermoso recorrido por el arte y la monarquía española, al menos de la Corona de Castilla. El recorrido tiene como hilo conductor los monarcas que desde finales del siglo XV gobernaron la península, terminando en la España actual, Pinturas, esculturas, tapices, armaduras, muebles, carrozas, textiles y artes decorativas muy variadas y de enorme calidad, convivirán en una museografía diseñada para buscar el interés y la sorpresa. Convive además muy bien con el edificio, una obra de arte en sí mismo. Aunque la fecha oficial de apertura dependen del Gobierno, creo que a mediados de junio o principios de julio abriremos las puertas.

R: Stiamo già lavorando al montaggio delle opere, una prima selezione di 650 opere che coprono più di quattrocento anni di storia dell’Arte. È il progetto culturale più importante in Spagna negli ultimi anni. Un nuovo museo è un’esperienza unica e in questo caso penso che sarà un bellissimo viaggio attraverso l’arte e la monarchia spagnola, almeno della Corona di Castiglia. Il tour ha come filo conduttore i monarchi che dalla fine del XV secolo governarono la penisola, terminando nell’odierna Spagna; dipinti, sculture, arazzi, armature, mobili, carri allegorici, tessuti e arti decorative molto vari e di enorme qualità, coesisteranno in una museografia progettata per cercare interesse e sorpresa. Inoltre il tutto convive molto bene con l’edificio, già di per sé un’opera d’arte. Anche se la data ufficiale di apertura dipende dal governo, credo che a metà giugno o inizio luglio apriremo le porte.

Roberto SGARBOSSA  12 Febbraio 2023