Elena Gigli: ” … si approdava in quel porto di mare che era lo Studio Seicento in via del Babuino”

di Elena GIGLI

 MFdA: “Ho ricevuto i libri che volevo”

Ed eccomi a parlare ancora una volta con te dopo 20 anni dalla festa organizzata ad Ariccia per i tuoi 60 anni…. Ma oggi posso solo confrontarmi con un fogliettino da te scritto a macchina che inizia così: Ho ricevuto i libri che volevo / e che magari io non conoscevo / ho avuto amore e giochi divertenti /ma che importanza avevano i potenti / richiami al dover dire e fare / quando era bello il tempo per amare. E ora, a distanza di 20 anni da quella bellissima festa per i tuoi sessant’anni in quel maestoso palazzo berniano di Ariccia, risfoglio ricordi e giochi divertenti in tua compagnia. Ho sempre in mano i quaderni Bulzoni che hai scritto nell’anno che la Galleria L’Obelisco ha dedicato a Giacomo Balla: era il 1968. Sei una divina luce elettrica che accompagna tutti gli studiosi di Balla e non solo, insieme ai tuoi lavori sulla Scuola romana scoperta insieme a Netta Vespignani, insieme ai Dioscuri De Chirico, per citare solo alcuni dei tuoi studi sull’arte del Novecento.

Ogni cosa l’hai fatta e scritta con quella passione e quell’amore che traspare dai tuoi scritti, buttati giù con la lettera 22 e corretti con lo sbianchetto (il pc era appena arrivato ma tu non l’hai mai voluto usare: troppa tecnologia che lasciavi a noi). Lavorando con te, non si poteva non scoprire e studiare anche l’antico (il Seicento): tra una corsa in motorino in Biblioteca e /o dal fotocopiaro si approdava a quel porto di mare che era lo Studio Seicento in via del Babuino. Al terzo piano, nella stanza infondo con alle spalle le scatole con le fotografie dell’ultimo tuo lavoro, ti trovavo con le tue veloci mani alla macchina da scrivere. Ed eccoci pronti a raccontarti le nostre scoperte, a chiederti consigli su come affrontare un nuovo capitolo della nostra storia di storici dell’arte, a…. insomma pronti a inventare un nuovo amore insieme.

E il nuovo lavoro poteva anche partire in macchina alla volta di Fregene, dove in via Numana c’è (anzi c’era) tutto il Novecento. Eccoci a fine settimana, a mangiare il pesce da te preparato: tra uno studio e una fotocopia sulla carta un po’ umida per via dell’aria del mare, appollaiati nella biblioteca del Novecento tra i raccoglitori tematici di De Chirico e i cataloghini delle mostre di inizio Novecento…. Il mio percorso con te è proprio iniziato a via Numana. Un ferragosto, durante i miei lavori per la tesi su Balla, mi rispondesti ad una mia lettera (scritta su suggerimento del mio papà: ero troppo intimorita e avevo paura di sbagliare nello scrivere ad un Prof. del tuo calibro) con una tipica cartolina della pineta di Fregene. Scritta in stampatello con la penna rossa, vi si legge: Via Numana 23 / 646 05 67 / la attendo / Fagiolo.

Da quel momento infinite sono state le corse tra via del Babuino e via Numana, prima per la tesi (tesi sui ritratti e autoritratti di Balla) poi per imparare un lavoro che tutt’oggi mi piace. Grazie Maurizio! Non dimentico naturalmente i viaggi in tua compagnia dove mi davi l’occasione per studiare ancora meglio dal vero i quadri e approdavamo insieme nelle più importanti biblioteche e archivi internazionali. Sempre con il book di fotografie sotto il braccio, come quella prima volta che mi portasti a Londra per vedere il primo Lemaire alla Walpole Gallery…

E ora non mi resta altro che una cosa da fare, come mi scrissi tu: La scelta è un patto d’ allegria che la ragion e il tempo porta via…

Elena

Roma 22 novembre 2019