Etruschi maestri artigiani: una mostra di eccezionale archeologia tra Tarquinia e Cerveteri (fino al 31 ottobre)

di Nica FIORI

Un popolo di sapienti artigiani:

così potrebbero essere definiti i nostri antenati tirreni, senza dimenticare però tanti altri aspetti della loro civiltà, tra cui l’abilità nella navigazione e il particolare rapporto con il sacro. La mostra, che si è inaugurata in contemporanea a Tarquinia (VT) e a Cerveteri (RM), “Etruschi maestri artigiani. Nuove prospettive da Cerveteri e Tarquinia” (fino al 31 ottobre 2019) esalta le capacità tecniche e artistiche degli abitanti di queste due città laziali

i cui nomi costituiscono senza ombra di dubbio un riferimento immediato, quasi un sinonimo, agli Etruschi e alla loro cultura, tanti sono i reperti archeologici, le fonti storiche e le testimonianze epigrafiche accumulati in entrambe le città lungo il millenario sviluppo della civiltà etrusca”,

come scrivono i curatori della mostra Andrea Cardarelli e Alessandro Naso.

Cerveteri, ingresso al Museo Nazionale Cerite

Ed è proprio in virtù di questa eccezionale ricchezza di reperti che l’UNESCO ha inserito 15 anni fa, nel 2004, le necropoli di Tarquinia e di Cerveteri nella lista del patrimonio culturale dell’umanità. Attualmente i musei e le necropoli di queste città fanno parte del Polo Museale del Lazio, diretto da Edith Gabrielli, che ha inaugurato la mostra auspicando

una fruizione integrata dei quattro siti, attraverso la creazione di nuovi percorsi di visita e di una comunicazione museale coordinata chiara ed efficace”.

Senza trascurare il turismo internazionale, si punta a far conoscere questi luoghi e a condividerli con la popolazione che vi abita accanto, ed è per questo che i quattro siti sono stati inseriti nella rassegna Immaginario etrusco, nell’ambito del più ampio programma estivo ArtCity 2019.

Per quanto riguarda la mostra vera e propria, questa è stata pensata con l’intento di rendere maggiormente comprensibili i due musei, che erano stati realizzati con criteri forse non più adeguati alle nuove generazioni di visitatori, riordinando e identificando alcune particolarità legate a una tematica, come per esempio la metallurgia a Tarquinia in età villanoviana e a Cerveteri la produzione tessile. Il primo obiettivo, secondo le parole di Edith Gabrielli, è quello di “produrre cultura”, ma si tratta comunque di una “mostra difficile, perché ambiziosa nelle intenzioni e nella realizzazione”.

Il museo di Tarquinia, ospitato a Palazzo Vitelleschi,

Tarquinia, cortile di Palazzo Vitelleschi
Tarquinia, Museo nazionale tarquiniense

si impone per la bellezza architettonica e ci accoglie al pianterreno con innumerevoli sarcofagi in nenfro con le raffigurazioni dei defunti, con i celebri Cavalli alati e con il gruppo statuario di età romana (II-III sec. d.C.) di Mitra tauroctono, scavato e trafugato illecitamente nel 2014 e recuperato dai Carabinieri del TPC. Al primo piano si inserisce la mostra nell’ambito del percorso museale.

 

Tarquinia I Cavalli alati

Tra gli oggetti più antichi (età villanoviana X-IX sec. a.C.) troviamo una spada ad antenne, un elmo crestato, una punta di lancia, un tripode, una fibula con filo d’oro provenienti dalla necropoli delle Arcatelle: tutti bronzi tipici del ceto emergente che si autorappresenta con oggetti di lusso. Di 50 anni più tarda è una tomba aristocratica femminile con un’urna cineraria in lamina bronzea sottilissima, un cinturone e una collana in bronzo, fuseruole e rocchetti per il filo e molte fibulae, tra cui una in oro lavorata con la tecnica antichissima della granulazione.

Grande risalto viene dato a un carrello rituale bronzeo con protomi taurine, realizzato con la tecnica a cera persa, che veniva usato forse come incensiere.

Tarquinia, Carrello rituale in bronzo

Altri oggetti metallici sono dei morsi equini per i carri e un altro cinturone con un motivo a becco stilizzato (forse di cigno), che fa pensare alla barca solare e quindi potrebbe simboleggiare la rinascita.

Tarquinia, Museo Archeologico Nazionale – Situla di Bocchoris

Tra i numerosi manufatti ceramici quelli più antichi presentano motivi geometrici, ma già nel VII secolo a.C. troviamo la raffigurazione di palme, come pure di “cavalli allungati”. Seguono le anfore etrusco-corinzie e ceramiche attiche a figure rosse e a figure nere. Dalla tomba cosiddetta di Bocchoris della necropoli di Monterozzi provengono un vaso (situla) in faïence azzurra con il cartiglio del faraone Bocchoris e la collana, pure in faïence, costituita da tante raffigurazioni di divinità egizie.

Tarquinia, Museo Archeologico Nazionale – Uovo di struzzo dipinto

Altre curiosità del museo tarquiniense sono le uova di struzzo dipinte, a testimonianza di un ulteriore contatto con l’Africa, i lastroni a scala semplici e figurati (per es. con sfingi alate) provenienti dalla necropoli di Monterozzi e i lacunari bronzei con protomi di leoni o arieti e con la testa cornuta di Acheloo.

Per far capire ai visitatori quali cognizioni tecniche e quanto sapere artigianale si celino negli oggetti esposti, ai quali di norma si concede solo un’occhiata frettolosa, si è deciso di riprodurre alcuni manufatti bronzei di particolare prestigio e significato socio-economico della prima età del Ferro (fine X – VIII secolo a.C.), riprendendo in video le fasi della sequenza produttiva per mostrarle accanto agli oggetti originali e alle riproduzioni.

Una sezione della mostra non archeologica, ma storico-artistica, è dedicata a Palazzo Vitelleschi, caratterizzato da un cortile ad arcate, da una loggia e da una torre medievale: segnaliamo in particolare il dipinto frammentario “La Madonna appare a Giovanni Vitelleschi” (affresco staccato 1437-39) e alcuni busti reliquiari di argento e rame dorato raffiguranti i santi Teofanio (XV sec.) e Agapito (inizio XVI secolo).

Cerveteri Necropoli della Banditaccia

Nell’esposizione di Cerveteri, pure inserita nel percorso del locale museo sono evidenziati diversi reperti particolarmente significativi, a confronto con alcuni importanti prestiti, tra cui alcuni capolavori ceramici conservati a Roma, al Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia (citiamo in particolare l’Idria Ricci), e preziosi oggetti di tipo orientaleggiante della Tomba Regolini Galassi, appartenenti alle collezioni dei Musei Vaticani, che per la prima volta tornano a Cerveteri, dove furono scoperti. Sempre nel Museo nazionale Cerite possiamo ammirare il famoso cratere di Eufronio (ca. 515 a.C.),

Cerveteri, cratere di Eufronio
Cerveteri Museo Nazionale Archeologico Cerite – Coppa di Eufronio

che dopo la sua restituzione dal Metropolitan Museum di New York è stato ospitato per una decina di anni a Roma nel Museo di Villa Giulia ed è stato poi sistemato nel museo di Cerveteri, perché sicuramente proveniente dalla sua necropoli. Firmato dal ceramista attico Euphronios, raffigura sul lato A il trasporto del corpo di Sarpedonte (il principe licio morto a Troia) nella sua patria ad opera di Thanatos (la Morte) e di Hypnos (il Sonno), alla presenza di Hermes: un episodio mitico indubbiamente reso con grande pathos; sul lato B sono invece dipinti dei giovani in partenza per la guerra, e quindi in atto di armarsi. Sempre di Eufronio è una coppa con miti relativi all’Iliade e un’iscrizione etrusca sotto il piede, aggiunta in Etruria nel momento in cui la coppa venne dedicata in un santuario ad Ercole.

Nello stesso museo di Cerveteri ci colpisce la statua litica di Charun (Caronte), proveniente dal complesso tombale di Greppe Sant’Angelo (II metà del IV sec. a.C.), i leoni e le sfingi provenienti dallo stesso complesso.

Un coperchio di un’urna cineraria in terracotta della necropoli della Bufolareccia raffigura una figura di giovane sdraiato (490 a.C.) di raffinata eleganza.  Un altro coperchio proveniente dalla necropoli della Banditaccia e più esattamente da una tomba di via delle Serpi raffigura una coppia di banchettanti (530-520 a.C.), che richiama i celebri sarcofagi degli Sposi del Museo di Villa Giulia e del Louvre.

Un’altra peculiarità di Cerveteri è il bucchero, un particolare tipo di ceramica di colore nero ottenuta dalla trasformazione dell’ossido ferroso in ossido ferrico con la ripetuta apertura e chiusura della fornace.

Grande importanza, infine, è data alla tessitura, che era prerogativa delle donne aristocratiche, anche se probabilmente aiutate da una manodopera servile. Si tratta di un artigianato complesso che faceva uso di fusaiole e rocchetti in ceramica, di distanziatori e forcelle in bronzo per la tessitura a tavolette, una tecnica usata per produrre bordi, nastri e fasce di grande ricercatezza.

Cerveteri, tumuli nella necropoli della Banditaccia

La necropoli della Banditaccia di Cerveteri con le sue tombe a tumulo che mostrano gli stessi schemi architettonici delle abitazioni, interamente scavati nella roccia tufacea, è di una bellezza mozzafiato, anche in virtù di un paesaggio naturalistico che si è mantenuto integro nel tempo. Un bel video ci illustra questo sito insieme a quello della necropoli tarquiniense di Monterozzi, che si contraddistingue per le tombe ipogee, caratterizzate da grandi pitture murali, che rivelano aspetti della vita, della morte e del credo religioso degli Etruschi. Tra le più note troviamo la tomba degli Auguri, quella della Caccia e della pesca, quella dei Leopardi. Nel video appare pure quella dei Demoni Azzurri (380 a.C. ca.), il cui ritrovamento (purtroppo privo del corredo funerario, perché precedentemente asportato da tombaroli) suscitò grande scalpore nel 1985. Nella sua decorazione sono presenti le tematiche prevalenti della pittura etrusca: quella del banchetto e quella dell’oltretomba.

Tarquinia, Necropoli di Monterozzi, Tomba dei Leopardi

Il tema del banchetto, insieme ad altri di natura ludica ed erotica, che vogliono essere una estrema affermazione della vitalità umana di fronte al nulla della morte, sono quelli più antichi; a contatto con il mondo ellenistico, a partire dal IV sec. a.C., si diffondono motivi tipici della concezione greca della vita, quali il viaggio nell’aldilà, l’incontro con i congiunti premorti, tutto un orrido mondo popolato di mostri e demoni, segno probabilmente di un superamento della paura e di un’accettazione più serena dell’oltretomba.

Cerveteri, Museo Nazionale Archeologico Cerite – Sostegno e olla di impasto da Cerveteri

Se Tarquinia eccelle nella pittura tombale, non dobbiamo dimenticare che la vicina Cerveteri adottò tra il VI e il V secolo a. C. un particolare tipo di pittura su lastre di terracotta, che è attualmente oggetto di una mostra a Roma alla Centrale Montemartini (v. articolo al link  https://www.aboutartonline.com/i-colori-degli-etruschi-una-straordinaria-selezione-di-lastre-parietali-figurate-e-decorazioni-architettonichealla-centrale-montemartini-fino-al-2-febbraio-2020/).

Senza sminuire le straordinarie capacità di altre città dell’Etruria e delle coeve popolazioni dell’Italia antica, non vi è dubbio che in moltissime produzioni artigianali gli Etruschi di Cerveteri e Tarquinia furono dei veri e propri maestri, e non semplici imitatori dei manufatti greci ed orientali. Per qualità e quantità l’artigianato etrusco raggiunse infatti livelli altissimi, e la loro fama era tale che a Roma, a partire dal regno di Tarquinio Prisco (616 – 579 a.C.), venivano commissionate opere alle officine etrusche, come la statua in terracotta di Giove capitolino, realizzata, come racconta Plinio, dal famoso Vulca di Veio. Le produzioni etrusche erano apprezzate anche ad Atene, almeno nella seconda metà del V secolo a.C., quando il commediografo Ferecrate citò i sandali etruschi dai bordi istoriati in bronzo, che Fidia aveva raffigurato ai piedi dell’Atena Parthenos, la statua crisoelefantina del Partenone.

Nica FIORI    Tarquinia  luglio 2019

Etruschi Maestri Artigiani, dal 25 luglio al 31 ottobre 2019

Museo Nazionale Archeologico Cerite, Cerveteri. Necropoli della Banditaccia, Cerveteri. Museo Archeologico Nazionale, Tarquinia. Necropoli di Monterozzi, Tarquinia

Da martedì a domenica dalle ore 8:30 alle 19:30. La biglietteria chiude alle ore 18:30

Biglietti, intero € 6,00 _ ridotto € 2,00

Biglietto cumulativo (Museo + Necropoli) con validità due giorni

intero € 10,00 – agevolato € 4,00

Biglietto cumulativo sito Unesco

(Museo e Necropoli di Cerveteri + Museo e Necropoli di Tarquinia) con validità sette giorni

intero € 15,00 – agevolato € 8,00

La mostra, promossa e organizzata dal Polo Museale del Lazio diretto da Edith Gabrielli, è inserita nell’ambito di Artcity Estate 2019. Il catalogo è edito da arte’m.

Sito web https://www.art-city.it/mostre/mostra-tarquinia.html