di Marco FIORAMANTI
ETTORE COLLA – Assalto al cielo
a cura di Enrico Mascelloni con la collaborazione di Archivio Ettore Colla
Capitolium Art Gallery Roma, Via delle Mantellate 14/b (fino al 4 febbraio 2025)
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Colla e ferri del mestiere
Finalmente a Roma – nelle prestigiose sale della Capitolium Art Gallery – una mostra selezionata delle opere più importanti (e più rare) di Ettore Colla (Parma, 1896 – Roma, 1968), realizzate tra il 1948 e il 1967 e inserite perfettamente nella giusta prospettiva storica.
Definito dal curatore, Enrico Mascelloni, come “forse il più ardito frequentatore di tale assalto al cielo”, l’artista parmense esprime nelle due grandi sculture in ferro esposte in mostra: Rituale (alto 3 metri, del 1962) e Verticali doppie (di oltre tre metri e mezzo, del 1967) il suo viscerale impulso espressivo, quello magico-totemico. La scelta operativa è quella di utilizzare materiale di recupero, rottami in ferro raccolti nelle discariche, assemblandoli e saldandoli tra loro in un assetto stilistico formale, poetico, sempre molto rigoroso.
Questa ricerca affonda le radici in primis nelle immagini radicate nella memoria della Grande Guerra – a cui Colla aveva partecipato nel 1918 nel corpo dei bersaglieri rimanendo gravemente ferito – e in particolare, ci dice lui stesso:
“… nei centri dove si raccoglieva e si ammassava tutto ciò che il conflitto aveva potuto scheletrire e frantumare”.
È inoltre da sottolineare, nel recupero degli scarti industriali, l’aspetto archeologico del presente. Scrive infatti Mascelloni nel catalogo, parlando del linguaggio di Colla:
“Nulla è casuale, tanto meno la ricerca, che chiamerei senza esagerazione illuminante e visionaria, nelle discariche della modernità meccanica”.
Il prosieguo della mostra vede – insieme a un piccolo ferro del 1959 Rilievo con isolatori, dono dell’artista a Carla Panicali – sette pitture monocrome su tela, di cui due in particolare: Da Pigmalione (del periodo 1958-62) e Da Ciriaca (1957-62), entrambe di cm 100×70, sono evidenti bozzetti preparatori di omonime sculture.
Ettore Colla. Nota biografica, interventi critici e nota sul gruppo Origine.
Ettore Colla fu uno dei protagonisti dell’astrattismo italiano. Frequentò dal 1913 l’Accademia di Belle Arti di Parma Nel 1923 si trasferì a Parigi dove frequentò gli atelier di importanti artisti quali Émile-Antoine Bourdelle, Constantin Brâncuși, Charles Despiau oltre a Henri Laurens per cui prestò lavoro. Successivamente viaggiò toccando diverse città, tra cui Monaco, Vienna e Budapest.
Tornato in Italia nel 1926 si trasferì a Roma, dove si stabilì definitivamente, e iniziò la sua attività di scultore. Nel 1930 una sua scultura fu accettata alla Biennale di Venezia, nella quale esporrà innumerevoli volte. Nel 1932 ottenne una cattedra di insegnante al liceo artistico a Napoli, e poco dopo a Roma (1936). Nel 1950 fondò il Gruppo Origine assieme ad artisti quali Mario Ballocco, Alberto Burri e Giuseppe Capogrossi. Nel 1952 fondò la rivista Arti visive che uscirà fino al 1958 e rappresenterà un punto di riferimento nel dibattito in Italia. Nel 1959 la personale all’Institute of Contemporary Arts di Londra, a cui seguirono altre importanti personali in Italia e all’estero. Nel 1961 espose alla mostra “The Art of Assemblage” presso il MoMA di New York che gli acquistò una scultura. Nel 1962 su invito di Giovanni Carandente progettò e realizzò una scultura monumentale alta 13 metri dal titolo La grande spirale. L’opera fu esposta nell’ambito della mostra Sculture in città a Spoleto durante il V Festival dei Due Mondi. L’artista ne fece dono alla città. Nel 1964 espose in una personale fuori concorso alla XXXII Biennale di Venezia, nel 1967 fu invitato ad una collettiva internazionale al Guggenheim di New York. Lo scultore morì a Roma nel 1968 all’età di 72 anni.
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Giulio Carlo Argan:
“Gli oggetti di Colla contengono un racconto ed una morale: sono favole di La Fontaine del nostro tempo, soltanto che le persone non sono allegorizzate in animali sapienti, ma nei frammenti di una grossa macchina rotta. Non si tratta di una facile ‘poetica del rottame’: l’attrazione che il rottame esercita sulla fantasia dell’artista dipende essenzialmente dal fatto che esso conserva, malgrado tutto, una forma”.
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Dall’intervista a Ettore Colla di Maurizio Calvesi
Maurizio Calvesi: Queste sue ultime sculture nascono comunque allo stesso modo delle altre, cioè da questi objets trouvés, che sono poi sempre pezzi di ferro, pezzi di macchinari.
Ettore Colla: Sì, certamente. Il mio lavoro è proprio subordinato a questi incontri. Io cerco queste cose e fortunatamente qualche volta le trovo, le metto insieme e tiro fuori queste immagini che naturalmente molti non considerano sculture, forse non sono sculture; ma io penso che debbano essere considerate come un gesto dell’intelligenza dell’uomo.
Maurizio Calvesi: Nella presentazione che io le ho fatto per la Biennale e che lei purtroppo non ha avuto ancora la possibilità di leggere, ho detto che i suoi sono sì objets trouvés, ma sono anche oggetti cercati, nel senso che non è il puro caso che la guida nella scelta. Lei saprebbe dirmi con quale intenzionalità cerca questi oggetti? Dove li va a cercare?
Ettore Colla: Io questi oggetti li vado a cercare nei grandi posti di ricupero di materiale disusato. Passo in rivista tutto il materiale e a seconda anche delle emozioni che provo di fronte ad un certo oggetto, mi fermo, lo tiro fuori, lo guardo, rifletto e se lo trovo veramente adatto e soprattutto rispondente alla prima emozione che ho avuto me lo porto allo studio.
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Il Gruppo Origine si forma nel novembre 1950. Ettore Colla, Giuseppe Capogrossi (già cinquantenni) Alberto Burri e Mario Ballocco (trentacinquenni) ne sono i firmatari. Il gruppo viene trasformato nel 1952 in Fondazione Origine, centro di riferimento internazionale per l’approfondimento delle problematiche e la divulgazione dell’arte astratta. La loro unica mostra è stata allestita a Roma, alla Galleria Origine, nel 1951, il cui catalogo contiene il loro manifesto. Presieduta da un comitato operativo che vede come motori propulsori Ettore Colla e il critico Emilio Villa, ma anche i più giovani Piero Dorazio e Achille Perilli, provenienti da Forma 1 e dall’Age d’Or, insieme a personalità come Enrico Prampolini e Sebastian Matta, la Fondazione opererà sino al 1958, con il coinvolgimento di un ampio numero di artisti: Emilio Vedova, Atanasio Soldati, Afro, Antonio Sanfilippo, Carla Accardi, Pietro Consagra, Toti Scialoja, Giulio Turcato, Edgardo Mannucci, Mimmo Rotella.
Marco FIORAMANTI Roma 22 Dicembre 2024