di Silvana LAZZARINO
La mostra “De Romanis. L’arte incontra i sogni” a cura di Roberto Luciani, in corso a Roma presso i Musei di San Salvatore in Lauro, attraverso più di 40 opere ripercorre le fasi della carriera di uno tra i più interessanti protagonisti dello scenario artistico del secondo Novecento
Ritmi di forme e colori dai toni opachi e trasparenti nel definire composizioni avvolgenti che prendono forma dall’evocazione di sogni e richiami al mondo antico, dando spazio ad una visione del paesaggio quale luogo interiore, caratterizzano la ricerca artistica di Agostino De Romanis (Velletri 1947) figura di spicco nel panorama artistico laziale del secondo Novecento e considerato tra i principali esponenti della Pittura Colta, movimento fondato dal critico d’arte Italo Mussa nel 1980. Inizialmente vicino alla Scuola Romana. De Romanis ben presto individua un proprio stile, una sua poetica seguendo formule autonome in un periodo in cui dominano il realismo sociale e l’astrattismo. Pur se influenze di artisti quali De Chirico, Carrà, e Bacon, si intravedono nelle sue opere, Agostino De Romanis attraverso l’uso di una luce che crea plasticità e movimento come un’illusione, Infonde nuovo spessore al sogno visto nella sua essenza di forza creativa per descrivere immagini con rimandi alle fiabe, ma anche al mito e alla storia attraverso cui dare voce alla natura e ai suoi contesti come anche al vissuto dell’uomo.
All’opera di Agostino De Romanis che definisce storie e racconti con rimandi a sogni e fantasmi dal mondo antico entro una rinnovata visione paesaggistica, è dedicata la mostra “De Romanis. L’arte incontra i sogni” a cura di Roberto Luciani in corso a Roma presso i Musei di San Salvatore in Lauro fino al 31 marzo 2021.
Patrocinata dall’Ambasciata d’Indonesia e della Città di Velletri, l’esposizione attraverso oltre 40 opere segue l’evoluzione della sua arte a partire dagli anni Ottanta fino ai nostri giorni per sottolineare come il suo sguardo e la sua creatività abbiano saputo restituire quell’armonia ed equilibrio che accompagna la natura tra bellezza e poesia dove si fa strada il desiderio dell’uomo di accostarsi alla stessa. E’ negli angoli più silenziosi e suggestivi della stessa natura che l’individuo può ritrovare un angolo tutto per sé in cui perdersi con la mente e distaccarsi dall’ordinario.
Dai temi epici e magniloquenti come quello presente nel ciclo dedicato alla “Gerusalemme liberata”, De Romanis passa ad esplorare le atmosfere orientali di Bali e dell’Indonesia in cui si rafforza una certa vena primitivistica restituita attraverso figure piatte e regolari dai contorni arabescati dove campeggiano colori netti e vitrei, per scegliere negli anni Novanta di intrecciare filosofia e mitologia, scienza e poesia come nella serie “Acqua Aria Terra e Fuoco”. Al periodo successivo sono legate la serie dei Numeri, seguito dalla stagione contemporanea delle Parole, che diventano prolungamento del sogno. Appartengono a questo ultimo periodo infatti opere quali “Al di sopra”, o “La sopra” entrambe del 2017 calate entro una dimensione sospesa dove lettere e parole, ma anche frasi insieme a presenze non definite scandiscono una metrica letteraria e coloristica misteriosa dando voce a ricordi e memorie con grande impatto emotivo.
Paesaggi visti e spesso famigliari e naturali, altri immaginati come riferiti ad un contesto fiabesco e mitico, danno spazio a presenze umane, ma anche legate al sogno restituendo uno scenario lirico e dal respiro universale in cui perdersi con lo sguardo per diventarne parte in una danza che alterna l’immanente e il trascendente, il percepibile e ciò che appartiene all’emozione più profonda.
Così accanto a “A cavallo di suggestioni su e giù per i cieli” del 1991,” Ombre sulle risaie” del 2002, “Sicilia: terra di contrasti” ed “Il re contempla l’ultima palma” entrambi del 2006, sono “Scorre il rosso sotto lo zero” del 2014, “Trittico Replicanti” del 2014, “Foglie oro” del 2016 e “Grido di dolore” del 2015.
Ogni dettaglio ed elemento della natura riferito a piante, foglie, e alberi, quale parte di un tutto, restituisce il ritmo infinito delle sinergie dell’universo e quell’armonia di terra e cielo, finito e infinito dove ridefinire quell’equilibrio troppo spesso smarrito dietro falsi egoismi da parte di un’umanità schiava del progresso e del potere. “L’artista appare nella sua reale capacità di evocare sogni e fantasmi dal mondo antico, e di investirli di personalità grazie alle suggestive visioni paesaggistiche che trovano innesto in quello che costituisce il nucleo della sua pittura, ovvero la luce”. Centrale nelle sue opere, la luce restituisce l’illusione della plasticità alle rappresentazioni, come anche l’uso della tecnica dell’olio su carta rintelata, riferita ad una serie di opere, permette di unire i toni voluti ad un uso anticonvenzionale del colore.
Riflessione e introspezione si alternano lungo scenari dove sempre più figure e volumi perdono consistenza nella definizione di linee meno nette, fino ad essere restituite con la stesura del colore “tono su tono”, e in questo impianto plastico affiora l’aspetto poetico e lirico che evoca il “non finito” grazie sempre alla tecnica ad olio su carta reintelata.
Di particolare significato per il momento che si sta vivendo è l’opera realizzata appositamente per questa mostra intitolata “Il bianco si nasconde” del 2020 dallo spirito patriottico in cui il colore bianco indice di purezza, è di dimensioni ridotte rispetto agli altri due rosso e verde ad indicare come suggerito dall’artista quanto l’Italia sia priva ormai di etica e morale.
Numerosi i riconoscimenti che gli sono stati assegnati e numerose e di successo le mostre che hanno accompagnato il suo percorso artistico durato oltre cinquant’anni. Dopo le prime importanti esposizioni a Roma e in diverse città italiane, De Romanis è stato in Europa, Australia, Stati Uniti, Egitto e Indonesia. “Un artista così raro, originale” con una visione poetica e autentica della bellezza, aspetto che si può trovare in ogni angolo della natura e della vita a partire dai sogni.
Le sue opere sono presenti in permanenza presso alcuni musei e istituzioni italiane come il Museo di San Salvatore in Lauro di Roma, il Ministero degli Affari Esteri la Collezione d’arte contemporanea della Farnesina il Ministero dei Beni Culturali Complesso monumentale San Michele a Ripa Grande, Complesso monumentale di Santa Maria dell’Orto a Roma. Anche all’estero i suoi lavori trovano spazio presso il Museo Gedung Arsip National di Giacarta, e al Museo Rudana di Bali.
Il Catalogo della mostra edito da Cigno GG Edizioni, presenta le opere suddivise in tre sezioni: nella prima che comprende opere dagli anni Ottanta al 2000 viene raccontata l’Italia, nella seconda con opere realizzate dal 2000 il riferimento è l’Indonesia e il terzo gruppo di opere dal 2010 ad oggi è riunito sotto il titolo “All’origine delle cose”.
Silvana LAZZARINO Roma 13 marzo 2021
De Romanis. L’arte incontra i sogni
a cura di Roberto Luciani
Musei di San Salvatore in Lauro, Roma, fino al 31 marzo 2021