“Evocations”. Un Cd della Da Vinci per una convincente interpretazione di Brahms della giovane Sara Costa

di Claudio LISTANTI

La casa discografica Da Vinci Classics ha da poco pubblicato un interessante CD contenente alcune registrazioni della giovane pianista Sara Costa interamente dedicate ad opere pianistiche di Johannes Brahms.

La pubblicazione, intitolata Evocations, arricchisce di una ulteriore importante tappa il percorso intrapreso dalla Da Vinci Classics per porre all’attenzione del pubblico degli appassionati, non solo giovani e promettenti esecutori ma, anche, consentire al pubblico di orientare la lente di ingrandimento su un tipo di repertorio che spesso risulta inusuale per chi frequenta con una certa assiduità le sale da concerto. Tutti elementi che rendono particolarmente stimolanti i contenuti di queste incisioni e, come anche in questo caso, fornire uno strumento di arricchimento e di conoscenza.

Fig. 1 La copertina di Evocations il Cd di Sara Costa edito da Da Vinci Classics.

La scelta di proporre le interpretazioni pianistiche di Sara Costa è senza dubbio stimolante perché ci consente di comprendere l’arte di una strumentista oggi molto apprezzata dal pubblico, non solo quello di casa nostra ma anche quello europeo e internazionale. Il suo curriculum ci dice infatti che le sue esibizioni sono state accolte con favore da esigenti pubblici come quello romano dei Concerti del Quirinale e del Parco della Musica, quello milanese della “Società dei Concerti” per una attività che si estende verso pubblici altrettanto esigenti come quello della Royal Albert Hall e del Saint Martin-in-the-fields di Londra, della Hr Sendesaal di Francoforte o della Grunewaldsalen di Stoccolma. Ciò è solo un esempio della sua vasta esperienza esecutiva che ha varcato anche i confini europei come dimostrano i suoi concerti in Cina presso la Beijing National Library Arts Centre e il Tianjin Grand Theatre, in Giappone alla Phoenix Hall e alla Opus Hall di Osaka) così come in Israele presso la Eilat Festival.

Per questa nuova incisione Sara Costa ha scelto alcune composizioni di Johannes Brahms, tra le meno eseguite nelle sale da concerto, che la pianista interpreta con evidenti delicatezza e intensità prestando adeguata attenzione all’elemento melodico/poetico rendendole piacevolmente fruibili all’ascolto.

Tra queste composizioni le due collocate al centro della proposta pianistica sono di piuttosto raro ascolto nei concerti ma anche grazie all’interpretazione della pianista bergamasca risultano particolarmente accattivanti. Si tratta di Albumblatt in la minore e delle Due Gavotte WoO 3.

Le Due Gavotte WoO 3 furono composte nella prima metà degli anni ’50 dell’800 e fanno parte di un progetto di più ampio respiro intrapreso da Brahms per mettere in relazione le poetiche del romanticismo a quelle della musica antica. Con questa iniziativa il compositore amburghese era orientato a produrre una ‘Suite’ come particolare omaggio ai grandi compositori del passato. La composizione che ne scaturì fu una Suite in La maggiore e come contenuto nelle utilissime note di Chiara Bertoglio che accompagnano il Cd, sappiamo dell’avvenuto completamento dal Diario di Clara Schumann. La suite però non ci è giunta completa; nel primo quarto del’ 900 furono stampati i singoli movimenti e solo nel 1976, grazie al musicologo Robert Pascall, furono ritrovate queste Due Gavotte, più precisamente una in la minore e l’altra, purtroppo incompiuta, il la maggiore. All’ascolto questi due brevissimi brani sono pervasi da un leggero senso della ‘danza’ per la quale la Costa riesce a regalare la giusta delicatezza fino a renderli tenui, quasi impalpabili.

Fig. 2 Una immagine di Johannes Brahms dl 1853.

Accanto a queste Due Gavotte un’altra brevissima composizione risalente più o memo agli stessi anni. Si tratta di un brevissimo schizzo, Albumblatt (Foglio d’album). Questo brano, recentemente scoperto, fu scritto da Brahms per essere inserito nell’ Album Amicorum di Arnold Wehner che conteneva contributi di diversi ed importanti musicisti dell’epoca, tra questi Schumann, Mendelssohn e Liszt che, con ogni probabilità, non era destinato alla pubblicazione. È stato scoperto grazie alla casa d’aste Doyle di New York City che ha venduto l’Album amicorum e, quindi, il contenuto è stato messo a disposizione degli studiosi. Sono due minuti affascianti e inequivocabilmente trasparenti che, seppur dai contenuti quasi didattici, posseggono spunti melodici di straordinaria pregnanza. Molti musicologi intravedono in questa composizione, anche se in presenza di una evidente semplicità armonica, il Brahms maturo, non solo quello dello Scherzo del Trio per pianoforte, violino e corno op. 40, ma anche quello di ultime composizioni come le Sette fantasie op. 116 e i Quattro pezzi per pianoforte op. 119.

Anche questo brano è interpretato dalla Costa mettendo in risalto la quasi (per certi versi) disarmante semplicità evidenziando però con efficacia ed eleganza gli elementi melodici per riuscire a regalarci un ascolto del tutto avvincente e coinvolgente.

Le altre due composizioni incluse nel disco rivestono una maggiore importanza nell’ambito della produzione pianistica di Johannes Brahms: la Sonata n. 2 in fa diesis minore per pianoforte op. 2 e le Venticinque variazioni e fuga in si bemolle maggiore per pianoforte op. 24 su un tema di Georg Friedrich Händel.

La prima, la Sonata in fa diesis minore, è il frutto dell’inventiva musicale del Brahms pressocché ventenne (1853) ed è caratterizzata da un più che evidente slancio giovanile che traspare con forza durante il procedere del brano. Nonostante il compositore tedesco fosse pianista di grande abilità e di grande fama, per tutta la vita considerato indiscutibile virtuoso dello strumento, il genere sonata per pianoforte solo è stato frequentato solo nella sua giovane età. Questo tipo di composizione si esaurisce infatti con la Sonata n. 3 in fa minore op. 5 quasi coeva della Sonata n. 1 in do maggiore op. 1 e dell’op. 2 presente in questo disco. Queste sonate, prodotte quando la via artistica del musicista ancora non era tracciata con certezza, ci spiega che la poetica di Brahms ha preso la via di generi completamente diversi, da quello cameristico con diversi strumenti ai lider, alle variazioni per orchestra e alla musica sinfonica e alla musica sinfonica corale.

La Sonata n. 2, come del resto anche le altre citate, è influenzata da una ispirazione scaturente dal periodo classico integrata da un richiamo al lied del quale ne ripercorre la cantabilità e le radici popolari. Il tutto si estrinseca nei quattro movimenti della Sonata che partono con il prorompente Allegro non troppo ma energico che sfocia nella deliziosa cantabilità del successivo Andante con espressione per una aura musicale che si trasfonde nell’attiguo Scherzo per arrivare con decisione all’ Allegro non troppo e rubato finale che suggella in maniera del tutto concreta e determinata tutto il brano.

A conclusione del Cd le Venticinque variazioni e fuga in si bemolle maggiore per pianoforte op. 24 su un tema di Georg Friedrich Händel. Risalenti al 1861 queste variazioni si inseriscono con forza nella produzione di Brahms dove il genere ‘variazioni’ riveste una importanza fondamentale. Accanto a queste dedicate ad Händel Brahms compose, sempre per pianoforte solo, quelle dedicate a Schumann e Paganini alle quali si aggiungono, nel 1873, le monumentali Variazioni su un tema di Haydn op. 56a per orchestra

Nelle variazioni emergono con forza le qualità del compositore che si cimenta con questo genere elemento che illumina anche queste händeliane costruite su un tema in si bemolle maggiore base per le 25 variazioni della quali 21 in si bemolle maggiore e 4 in si bemolle minore con la Fuga finale in si bemolle maggiore. Una struttura quasi monumentale nella quale diversi sono i richiami alla musica antica ed al barocco e dove sono anche ben chiari i rimandi alle Goldberg bachiane autore molto stimato da Brahms.

L’esecuzione pianistica di Sara Costa ci è parsa molto attenta ad esaltare le caratteristiche di queste due ultime composizioni che abbiamo poco avanti sintetizzate con queste nostre note mettendo in evidenza anche una certa ricerca della cantabilità e, per le variazioni, una apprezzabile autorevolezza nel superare le difficoltà tecniche di questa composizione. Una interpretazione pianistica molto intensa da parte di Sara Costa che nobilita il titolo del Cd, Evocations, un termine che ci sembra del tutto efficace per sintetizzarne tutto il contenuto.

Claudio LISTANTI  Roma  28 Aprile 2024

Johannes Brahms – Evocations

Sara Costa pianoforte

CD Da Vinci Classics C00830