redazione
Diversi gruppi di opere si dispiegano in questa esposizione a cura di Franco Pozzi che riunisce i più recenti anni di lavoro pittorico di Massimo Pulini, che è tornato a utilizzare il supporto delle radiografie in un’accezione ancora più intima e profonda.
Il ciclo di dipinti intitolato Siderale guarda al Tempo e alla sua dimensione simbolica.
Partendo dall’origine astronomica degli strumenti che lo misurano e dalla narrazione che trae metafore dai miti, coi quali sono nominate le costellazioni, l’artista ha reinterpretato la tradizione neoclassica di comporre gruppi scultorei attorno al quadrante di preziosi orologi da tavolo.
Quei bronzi dorati che evocavano duetti amorosi, metamorfosi divine o contese allegoriche ambientate in Arcadia, si trasformano nel pennello liquido di Pulini in oggetti della memoria. Sospesi nella profondità insondabile dello spazio, avvolti dall’atmosfera lunare delle lastre radiografiche, le sculture barocche diventano così corpi lontani, siderali, entro una pittura sfocata e lattiginosa.
Asanisimasa è una sequenza di dipinti legata al regno del quale siamo parte e disparte. Del regno animale abbiamo abusato fino a costruire una dittatura che decide nascita, vita e morte di molte specie.
Li dividiamo in domestici e selvatici, stabiliamo il loro destino al divano o all’allevamento, li abbiamo classificati in specie, ma non li conosciamo e solo talvolta arriviamo a comprendere che ognuno di loro è un individuo, solo quando entra in qualche relazione con noi, quando manifesta una somiglianza. Loro sono noi e sono i nostri fantasmi, li sogniamo così e così loro si sono abituati a diventare. Ve ne sono molti che pur vivendo nelle nostre vicinanze organizzano una vita notturna per evitare di incontrarci, tutta una vita di amori e crescita, di bisogni e predazione, la passano al buio, mentre durante il giorno per loro suonano gli allarmi aerei. Sono degli eroi e qualcuno di loro è curioso di noi, come lo erano gli dei al tempo di Ovidio, e si lascia vedere da lontano, appare a noi in forma di un piccolo sogno, quasi fosse una nuova metamorfosi.
Eppure, nel pieno delle nostre contraddizioni, abbiamo inventato musei di scienze naturali dove individui mummificati e posti sopra a dei piedistalli, fungono da esempio e da studio.
La serie De profundis parla di volti dagli sguardi sfuggenti, ribassati e laterali, ma accomunati da intensi pensieri, che formano una scacchiera di relazioni e caratteri. Tracciati sentimentali che sembrano intonare, come nella Batterfly di Puccini, un coro ‘a bocca chiusa’.
La pittura, che si limita alla luce del colore bianco evocando una retro illuminazione, declina varianti di densità e sfocatura, attraverso una materia cromatica che dalla sua natura fluida è spinta verso i limiti della liquidità. Vengono esaltati così i gesti decisi ed essenziali di un pennello esperto e sensibile, che restituisce le espressioni individuali attraverso un occhio che perfora i corpi.
L’artista cesenate è tornato a lavorare su di un supporto fortemente simbolico che già aveva utilizzato in opere degli anni Ottanta, ma è la stesura ad essere sostanzialmente mutata.
Come la miracolosa scoperta dei raggi X ha permesso una visione interna, anche i ritratti di Massimo Pulini appaiono osservati al di sotto della carne, tra porosità e sfocature.
Nella composizione convergono inoltre tre ricerche differenti: affiorano infatti sopra ai volti, sparse nella scacchiera, alcune lettere di un alfabeto e dei trigrammi che rimandano agli elementi del cosmo. Entro un’atmosfera rarefatta si articola dunque un codice cifrato che sembra legare le parti più profonde di un individuo alle leggi che governano il tutto.
Del ciclo di opere esposte lo stesso autore scrive:
“Ogni ritratto è una forma di introspezione, di scandaglio sentimentale e la pittura, proprio nell’atto dello scavo, finisce per stratificare la propria pelle sul piano di lavoro. Come se il suo intento fosse quello di portare a galla, nella superficie della creazione, quel sedimento di vita, quel fondo di pensiero che solo l’ultimo strato superficiale mette in luce. Si impasta dunque tra epidermide e viscere il coagulo che diviene opera, quasi fosse una cosa sola l’áncora affondata e la barca sulle onde”.
Info
Comune di Fusignano http://www.comune.fusignano.ra.it 0545 955665
Roma 1 Settembre 2024