di Silvana LAZZARINO
Convinto che l’unico vero realista fosse il visionario, Federico Fellini, tra i più grandi registi della storia del cinema italiano e internazionale, attraverso i suoi film ha restituito un’immagine sognante dell’Italia del suo tempo piena di ambizioni e aspirazioni, sogni e attese. Il suo universo cinematografico, tra fantasia immaginazione e simbolismo, dove vi è sempre un riferimento con la realtà, è sotteso da una pungente ironia dove non manca quella sottile nostalgia e senso di malinconia a restituire un’atmosfera onirica da cui lasciarsi avvolgere e conquistare.
A ricordare la sua arte a trent’anni dalla morte avvenuta a Roma il 31 ottobre del 1993 a settantatré anni), è la mostra focus che apre in provincia di Parma negli spazi della sontuosa Villa di Mamiano di Traversetolo, allestita dalla Fondazione Magnani-Rocca visitabile dal 18 marzo al 2 luglio 2023. Questa villa settecentesca appartenuta al noto musicologo Luigi Magnani–Rocca, personaggio di vasta cultura, scrittore e critico d’arte, sede della Fondazione voluta dallo stesso Magnani-.Rocca e da cui ha preso il nome, è stata scelta appositamente per omaggiare il celebre regista in considerazione del fatto che tra gli illustri ospiti della villa fu anche Nino Rota, autore delle più rinomate colonne sonore dei film del regista romagnolo quali quelle per 8½, Giulietta degli spiriti, Satyricon, Roma, Amarcord, Il Casanova.
Curata da Mauro Carrera e Stefano Roffi, l’esposizione “Fellini. Cinema è sogno” restituisce una panoramica della sua carriera dove viene messa in luce attraverso sontuosi costumi appartenenti allo CSAC di Parma (realizzati per i film e indossati da celebri attori come Marcello Mastroianni) locandine, suoi disegni oltre a fotografie d’epoca, la meraviglia di capolavori che sul grande schermo hanno descritto storie spensierate e drammatiche, solari e malinconiche in cui si parla di solitudini, abbandoni, conflitti e gioie di donne, uomini e giovani. Di grande spessore l’universo femminile che ha immortalato anche attraverso disegni dove l’immagine della donna è restituita in maniera ludica, rilassante e drammatica, accompagnata da quella sottile ironia che caratterizza la sua arte.
Al centro di molti dei suoi film quali Roma, e La dolce vita: è Roma luogo privilegiato in cui egli ha trovato sempre la giusta ispirazione, teatro di posa in cui dar vita alle immaginazioni e ai sogni. Roma città ideale attraverso cui il regista poteva far vivere i suoi pensieri, le sue storie con cui dipingere l’avventura umana nella sua essenza tra inferno e paradiso. Una Roma resa immortale nel tempo dal suo sguardo sognatore, ironico e solare.
Dallo Sceicco bianco con cui ha dato vita al suo stile unico e e personale sorta di fantarealismo per raccontare sogni e conquiste dell’Italia ai Vitelloni pellicola dedicata all’Italia dell’industria, da La strada del 1954 dove emerge un lucido ritratto dell’Italia postbellica a Le notti di Cabiria del 1957, per arrivare alla Dolce vita del 1960 dove spicca un’immagine sognante del Paese ed a 8 ½ del 1963 con l’Italia moderna, trionfante e vivace, Fellini ha attraversato la storia del cinema con tratti di magistrale leggerezza; grandissimo orchestratore di immagini, di visioni e di ritmi narrativi.
È poi la volta dell’immagine di un’Italia capace di sorprendere e dall’atmosfera sperimentale con Giulietta degli spiriti (1965) fino a quella decadente, violenta e fragile di Amarcord (1973) forse il vertice dell’autobiografismo felliniano, della sua memoria favolosa e rivelatrice.
Con le opere successive (Il Casanova, 1976, Prova d’orchestra, 1979, La città delle donne, 1980, E la nave va, 1983, Ginger e Fred, 1986, Intervista 1987) le allegorie del presente si fanno più angosciate e, in qualche modo, manierate, per poi chiudersi con La voce della Luna del 1990 in cui Paolo Villaggio e Roberto Benigni si fanno portavoce di un messaggio di silenzio necessario per fronteggiare una contemporaneità sempre più arrogante, prologo della morte di Fellini.
Maestro nel dare corpo alla passione di sogno che invade lo schermo cinematografico, dove i confini dell’immaginazione vanno a coincidere con quelli della realtà senza tuttavia essere condizionati da questa, Fellini ha ricevuto cinque premi Oscar di cui 4 per i seguenti film: La strada nel 1957, Le notti di Cabiria nel 1958, 8 ½ nel 1964 e Amarcord nel 1976. Assegnatogli nel marzo del 1993, l’Oscar alla carriera gli è stato consegnato dalle mani di Sofia Loren e Marcello Mastroianni al teatro Dorothy Pavillon di Los Angeles.
Nella Villa di Mamiano di Traversetolo (Parma) sede della Fondazione Magnani-Rocca è presente la prestigiosa collezione di Luigi Magnani, tra le cui opere sono presenti quelle di: Gentile da Fabriano. filippo Lippi, Tiziano, Rubens, Goya, e poi Monet, Renoir, compresi De Chirico, De Pisis, Morandi, Burri, unitamente a sculture di Canova e Bartolini.
Silvana LAZZARINO Roma 11 Marfzo 2023
Fellini. Cinema è sogno
a cura di Mauro Carrera e Stefano Roffi
Fondazione Magnani-Rocca, Via Fondazione Magnani-Rocca 4, Mamiano di Traversetolo (Parma). dal 18 marzo al 2 luglio 2023 Orario: dal martedì al venerdì continuato 10-18 (la biglietteria chiude alle 17)
sabato, domenica e festivi continuato 10-19 (la biglietteria chiude alle 18).
Lunedì chiuso, eccetto lunedì di Pasqua, 24 aprile, 1° maggio, aperto anche il 2 giugno.