di Silvana LAZZARINO
L’arte di Fernando Galassi
Tra introspezione e apertura nella ricerca dell’equilibrio dove visibile e invisibile si armonizzano
Tra astrazione e rimandi a quei luoghi dove la forma sembra smaterializzarsi per restituire nuove sinergie, conduce l’arte di Fernando Galassi, medico di professione, chirurgo oculista, e artista per passione. La sua ricerca stilistico formale rielaborando aspetti dell’astrazione delle avanguardie e dell’informale, si sviluppa lungo un processo che partendo dall’ascolto delle emozioni mette al centro l’uomo con il suo bisogno di ritrovare un equilibrio entro un sistema che sempre più lo porta a smarrire certezze e verità.
L’individuo con le sue ambizioni e fragilità, speranze e incertezze si trova sempre più a dover fare i conti con il proprio ego spesso schiacciato dal una società che tende a giudicare. Questa percezione di smarrimento e sfiducia in se stessi, e la conseguente separazione da una realtà etichettante e alienante è restituita attraverso una giustapposizione di forme di colore accompagnate da uno sviluppo di linee in orizzontali e verticale atte a definire proprio questi atteggiamenti di chiusura con cui lo stesso individuo si protegge per non lasciarsi ferire.
Così quelle linee e forme e di colore simboleggiano le gabbie o maschere protettive in cui l’individuo si sente al sicuro, ma che poi si rivelano col tempo limitanti, soffocando la parte più autentica di sé. Maschere con cui si indossava un ruolo distante dal proprio essere, ma necessario per non cadere. Per rompere queste gabbie e quindi lasciar cadere la maschera è indispensabile acquistare piena consapevolezza, liberarsi da condizionamenti, così da riacquistare la propria essenza nell’ascolto delle proprie emozioni. Allo stesso tempo Galassi intuisce spiragli di speranza e riconciliazione con la natura, l’ambiente e la società. Speranza dell’uomo, presente seppur in sordina, nella possibilità di ritrovare un’armonia di fondo con chi è vicino e lontano nel rispetto dei sé e degli altri compreso l’ambiente. In questi intrecci di segni ora sottili, ora più corposi nelle variazioni dei gialli, arancio, fino alle esplosioni di rosso, si è immersi nelle alchimie della natura nei suoi diversi luoghi e volti.
Aperture con cui sentire le emozioni più alte in linea con le armonie della natura e dell’universo si colgono nel lirismo del suo linguaggio che ammorbidisce tratti e cromie verso nuove percezioni in cui ritrovare nuovi respiri in armonia con le sinergie di terra e cielo. Un processo che invita ad addentrarsi in un percorso immersivo attraverso i vari registri formali verso uno sguardo incantato sulla natura di cui viene restituito un paesaggio immaginario che proietta in quell’intreccio tra illusione e realtà proprio di quel processo interiore con cui sollecitare il meccanismo dell’immaginazione e lasciarsi andare in quei vissuti mai cancellati, fino a perdersi in essi.
In Galassi, come scrive Laura Cavasassi
“il linguaggio via via diventa più armonizzato, si stempera in potenza coloristica resa evanescente dalla diluizione: la primigenia spigolosità si fa vaghezza e sconfinamento, eppure il controllo di sé rimane lucidamente vigile”.
Se i ritmi di linee incise o accennate aprono a possibili varchi, come soglie invisibili eppure possibili attraverso cui recuperare quei lati del pensiero che ci portiamo dentro tra malinconia e inquietudine, entusiasmo e passione, le distese di monocromi attraversate da segmenti simili a tagli, rimandano ad una nuova possibilità di apertura verso altri luoghi, nuove proiezioni dove recuperare lontane appartenenze con questa realtà che si rinnova. Galassi restituisce entro questo percorso di introspezione e apertura, l’armonia del pensiero nel suo volgersi al giorno e alla notte e viceversa.
Silvana LAZZARINO Roma 15 marzo 2020
Le esposizioni