di Silvana LAZZARINO
Armonia nell’interazione tra mente e corpo attraverso pratiche yogiche e meditazione nella piena consapevolezza di sé, con l’aspetto legato all’arte. A parlarne è Frida Aslan insegnante yoga, di meditazione in acqua, del potere di adesso, in questa intervista per About Art a cura di Silvana Lazzarino
Introduzione
Ogni più piccolo aspetto dell’universo, compreso l’uomo, è in costante evoluzione entro un processo che passa attraverso sentieri dove il visibile apre ad alcuni luoghi dell’invisibile e dove le memorie emozionali di vissuti passati non si spengono, ma ritornano a scandire la continuità del vibrare dell’anima verso la sua piena realizzazione.
Queste dinamiche legate alle memorie, al visibile e all’invisibile, che costellano il viaggio della vita nel suo prendere forma a partire dal guizzo di quella scintilla con cui essa si manifesta, il pensiero sul senso del destino e sugli accadimenti a partire anche da una visione immaginale, compresi i bisogni dell’anima non ascoltati e da guarire, sono solo alcune tematiche che affronta Frida Aslan, insegnante di yoga e di meditazione, ma anche costellatrice, insegnante di presenza e pittrice.
Dallo yoga alla meditazione, dalle costellazioni alle Carte dei Nat con uno sguardo particolarmente attento al percorso legato all’attivazione della sensibilità psichica e della ricerca dei talenti, appreso con un’allieva di Baba Bedi XVI, Frida ha acquisito una ricchezza di pensiero di coscienza a partire da un ascolto profondo di sé, maturando la consapevolezza su quanto sia importante far valere la propria autenticità, puntando su quell’equilibrio tra corpo fisico e corpo spirituale necessario per non perdere di vista il senso del proprio viaggio, o meglio dei tanti viaggi che si attraversano.
Diversi e di spessore gli insegnanti e Maestri che hanno contribuito al suo percorso di formazione e apertura ad una connessione autentica e profonda con il sé e l’altro quali un’allieva di Baba Bedi XVI, il Maestro di meditazione Valentino Compassi, il Maestro di yoga Giorgio Furlan, Selene Calloni Williams e poi Daniel Lumera, il Maestro spirituale e scrittore Eckhart Tolle e Marina Borruso Maestra spirituale che si è attivata per approfondire l’aspetto inerente la consapevolezza umana. Di Marina Borruso lo stesso Eckhart Tolle così ha affermato:
“Marina è una delle persone che più profondamente hanno compreso il mio messaggio…Con la sua maniera unica di insegnare la Presenza, sta dando un contributo significativo al risveglio della Consapevolezza sul nostro pianeta”.
Ci lasciamo guidare da Frida verso un rinnovato ascolto di sé a partire dal manifestare i propri bisogni, riuscendo a guardare alle fragilità che spesso spaventano, così da ritrovare quella connessione con le vibrazioni dell’universo che spesso vengono schiacciate dalle dinamiche di una società sempre più volta a porre al primo posto il successo e la materialità.
Intervista a Frida Aslan a cura di Silvana Lazzarino
- Il tuo primo contatto con le percezioni e l’invisibile avviene da bambina. Già in te si manifestava una predisposizione ad una visione del sottile, che poi attraverso incontri e percorsi ti ha portato a maturare una profonda consapevolezza dello spirito. Ce ne parli?
R: Per me sin da bambina non c’era separazione tra visibile e invisibile. I tanti ricordi ancora vivi in me, parlano di consapevolezza e di Coscienza. Ero consapevole di essere nata in un’epoca speciale, un’opportunità enorme, ma ricordo anche le difficoltà e la fatica nell’adeguarmi ad un mondo che sembrava essere così tanto lontano da tutto questo. Ora però è evidente a tutti che siamo qui per ricordare chi siamo veramente da dove veniamo e cosa dobbiamo realizzare per rendere Sacra la Materia.
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La meditazione permette di lasciare andare pensieri legati a doveri e impegni, a tutto ciò che tiene ancorato a condizionamenti, obblighi e apre a un nuovo ascolto di sé lasciando andare pensieri negativi. Attraverso il percorso con Valentino Compassi cosmologo, ermeneuta e Maestro in dottrina tibetana BON hai approfondito tale disciplina che ti ha aperto un mondo, o meglio qualcosa di importante. Mi parli del percorso di insegnamento con Valentino Compassi e di come un contesto naturale legato alla natura, possa diventare uno scenario privilegiato dove praticare questa arte che collega il visibile all’invisibile?
R: Ho incontrato Valentino Compassi sul finire degli anni ‘80. Una persona coltissima e grande Maestro di meditazione. Un incontro quasi casuale che mai avrei immaginato mi avrebbe portata ad allargare in così breve tempo le mie conoscenze e svelarmi il mondo dell’invisibile, della meditazione e del ricordo vivo del Tibet. Per mesi ho avuto immagini vive di templi bellissimi. Lì la natura è forte e il senso della Natura intesa come il Divino stesso è molto vivo.
- Vi sono oggetti particolari che possono essere utilizzati durante la meditazione?
R: Ognuno medita come sa e come può ed usa gli strumenti che ritiene più adatti a sé. Mala, rosari immagini sacre, in tutte le religioni ce ne sono, ma questo è strettamente individuale e non necessariamente legato a religioni. Mi sembra che fosse Lord Tennyson ad entrare in stato meditativo e trascendente recitando il suo nome come mantra. Una tecnica spontanea per trascendere la mente ed entrare in uno stato superiore di coscienza. Perciò va bene qualsiasi cosa sia utile per accedere a quello stato. È bene ricordare che è il respiro che veicola il passaggio e lo si può usare in modo consapevole. Questo è lo strumento.
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Alla meditazione si lega lo yoga. Lo Yoga rappresenta una disciplina che va oltre il sentire e riequilibra il proprio corpo. Sei stata allieva del Maestro Giorgio Furlan presso la sua Accademia dove hai frequentato anche le lezioni degli avanzati e da lì ha tutto preso forma. Come è stata l’esperienza in Accademia in riferimento alle sue lezioni e qual è stata la tua emozione più grande nell’essere insegnante anche in riferimento all’attivazione di un processo di guarigione in quanti hanno frequentato i tuoi corsi?
R: Ho amato molto frequentare l’Accademia yoga, un luogo dove l’insegnamento multidisciplinare era sempre diretto all’incontro col Divino, individuale ed assoluto.
Sarò sempre grata al mio Maestro di yoga, Giorgio Furlan, che ci ha trasfuso la quintessenza della ricerca spirituale attraverso lo yoga. Quando ho iniziato ad insegnare, per ben 12 anni, ho fatto esperienza vera di questo contatto e del mettersi al servizio. Ho così potuto assistere a molte guarigioni, spirituali, fisiche e psichiche. Quelle più emozionanti sono state la guarigione dell’anima. E quando si aprono per l’allievo mondi ancora inesplorati, è pura magia.
- Allo yoga che ti ha permesso di entrare in contatto con la coscienza anche delle persone che sono state tue allieve, unisci poi la formazione riferita allo shatzu, alla ayurveda, alla floriterapia. Sono discipline molto vicine l’una all’altra, direi collegate. Cosa mi puoi dire a riguardo?
R: Quando dico che lo studio dello yoga vissuto in accademia era multidisciplinare intendo parlare di tutti i percorsi che Giorgio Furlan riteneva fondamentali affinché la preparazione dell’insegnante fosse completa e sapesse bene orientarsi davanti a possibili disagi e varie possibilità di intervento. Così ho studiato lo shiatzu con Alessandro Costantini, allievo diretto di Michio Kushi, fisiologia ed anatomia sottile con Giorgio Furlan, filosofia e pratica ayurvedica, la medicina cinese, il sanscrito per studiare i bija dei chakra, l’hindi per sopravvivere in India qualora fossimo andati lì in viaggio anche se poi ho scoperto che parlano tutti inglese, il corso meraviglioso per gestanti, ed anche quello per bambini, lo yoga nidra e tanto altro inclusi i tanti Guru Puja tenuti da discepoli diretti del grande maestro Sri Shivananda Sarasvati al cui lignaggio di insegnanti appartengo.
- La psicogenealogia disciplina che studia l’influenza dei rapporti familiari sulla propria vita e in particolare i legami invisibili presenti tra una persona e chi l’ha preceduta, quindi con i propri avi, guarda al sistema familiare come ad un campo di memorie dove vengono registrate aspettative, sogni, traumi. Rupert Shaldrake biologo britannico conosciuto per la sua teoria sulla “risonanza morfica”, parlava di campi morfici responsabili della forma e della struttura del sistema la cui memoria è determinata da ciascun membro che vi appartiene. Parlando di psicogenealogia il lavoro con le Carte dei Nat rappresenta uno strumento molto interessante per lavorare con le Costellazioni. Come sei entrata in contatto con le Carte dei Nat e le Costellazioni?
R: Ho incontrato i Nat quando ho conosciuto Selene Calloni Williams e partecipato alla formazione in Costellazioni Immaginali. È stato come imparare una nuova lingua, una nuova visione che si è affacciata nella mia vita e che ho fatto totalmente mia integrandola nel mio sistema di apprendimento. In effetti questa formazione ha cambiato la mia percezione delle cose e delle situazioni e ha una marcia in più. Di questo dobbiamo ringraziare Selene che tanto sta donando in questi mesi a chi la segue. Le carte dei Nat sono state sempre usate per mettere in scena il proprio campo di forza, interrogare questi archetipi che sono spiriti di natura aiuta a svelare con semplicità quella verità che si cela ai nostri stessi occhi se rimaniamo incatenati a una visione di terza dimensione. Per vedere tutto chiaramente, bisogna spostare la posizione da cui si osserva, i Nat aiutano a fare questo
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In occasione del corso di formazione sulle Costellazioni Immaginali con Selene Calloni Williams hai conosciuto Virginia Vandini, Sociologa, Counselor, Supervisor Trainer e Costellatrice immaginale, nonché presidente dell’Associazione il Valore del Femminile. Diversi sono gli interessi che condividete: me ne parli?
R: Durante la formazione in Costellazioni Immaginali ho conosciuto Virginia Vandini che aveva da poco fondato l’associazione “Il valore del femminile”. Ci siamo ritrovate insieme in tanti progetti divulgativi ed abbiamo continuato con la stessa attitudine fino ad unire le nostre diversità in un progetto comune concretizzatosi nella stesura di un libro in carte dedicato a “La cacciata dal Paradiso”. Direi che è stato un momento di crescita per entrambe con soddisfazione finale per aver realizzato un lavoro così particolare. Sono molto grata e fiera di questo raggiungimento.
- Accanto alla meditazione, allo yoga con cui riequilibri energie sottili che attraversano il corpo restituendo benessere anche a livello emozionale e all’attivazione di talenti, realizzi dipinti di grande forza evocativa. Mi parli della tua pittura a livello di stile e tecnica, di contenuti e riferimenti simbolici facendo riferimento alle carte presenti nel vostro libro?
R: Le carte cui mi riferisco sono 22, come gli angeli guaritori, le carte dei tarocchi, i cromosomi…, sono rappresentative di archetipi relativi alla cacciata dal paradiso.
Abbiamo scelto di usare queste immagini a volte astratte e a volte simboliche, che sono state estratte da alcuni dipinti realizzati da me quasi una ventina di anni fa. Si tratta di dipinti “manifestati” grazie ad uno stato di coscienza espanso e in connessione con i maestri ascesi, entrando in contatto con la loro informazione vibrazionale. Unici strumenti, la connessione, acqua, tempera in unico colore e una spugna al posto del pennello. Questo lavoro energetico viene impresso su tela ed emana in modo inequivocabile la frequenza che porta. Così collegarsi al disegno permette al nostro campo di ricevere l’informazione e di rettificare o pulire ciò che è necessario. Abbiamo constatato che sono molto potenti.
- Una delle esperienze più belle è stato il percorso con un’allieva di Baba Bedi XVI con cui hai fatto un cammino legato all’attivazione della sensibilità psichica e della ricerca dei talenti. Vuoi parlare di questa esperienza mettendo in risalto il tuo sostenere le persone a far emergerei il proprio talento e quindi la propria unicità?
R: Più di 20 anni fa ho incontrato Cristina Aprato, fondatrice del “centro di benessere psicofisico” che mi ha fatto l’onore di passarmi alcuni insegnamenti fondamentali del più grande Maestro acquariano Baba Bedi XVI di tradizione sikh, tra l’altro padre di Kabir Bedi. È stato un insegnamento che ha anticipato di decenni l’odierno stato di coscienza, permettendo così a tutte le nozioni spirituali apprese e presenti in quel momento, di manifestarsi nella materia, non disconoscendola né giudicandola, ma risvegliandola per renderla viva. Un grande strumento che sostiene l’individuo nel suo percorso fino a permettergli di trovare i propri talenti, farne esperienza e svilupparli a beneficio della propria crescita e di tutta l’umanità.
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Sei anche insegnante di presenza e di meditazione in acqua con Marina Borruso che ha “fatto vivere” i testi di Eckhart Tolle il quale mette questo aspetto della presenza di sé nel suo lavoro, che tu hai fatto tuo. Mi parli di questo principio della presenza di sé e della tua partecipazione al ritiro dello stesso Eckhart Tolle Maestro contemporaneo e autore del best seller ”Il potere di adesso” in cui viene sottolineato come tutti i problemi derivino dalla mente, o meglio dall’identificazione con essa?
R: Circa 15 anni fa sono entrata in contatto con la visione di una nuova spiritualità introdotta dal Maestro Eckhart Tolle. È stato un passaggio fondamentale per il mondo intero. Poco dopo incontro Marina Borruso e prendo parte al suo corso di formazione per insegnanti di Presenza, un percorso sulla creatività e infine alla formazione come insegnante di meditazione in acqua. Con questo percorso si sono spalancate tante porte ed ha avuto ufficialmente inizio il lavoro consapevole su di me, un’osservazione costante, continua, non ossessiva, ma amorevole, come se la madre che sono si prendesse cura della figlia che sono e mi guidasse verso strade non ancora battute ma fertili e fruttuose. La crescita diventa esponenziale e lo spazio si amplia, il suono si amplifica. Spazio e tempo, luce e suono prendono una definizione ancorata alla realtà ed inizia una nuova avventura. Il lavoro sulla Presenza è questo, è rendere visibile ed intelligibile ciò che è presente in noi ma di cui non siamo consapevoli. Vivere in Presenza vuol dire essere consapevoli della radice delle nostre azioni, non più passato né futuro, ma qui ora e tutto questo ha una grande potere, il potere di adesso, come dice appunto Eckhart nel suo libro. Tu finalmente sei tu, hai realizzato il tuo progetto e Sei. È stato bello incontrarlo e vedere la sua purezza e la sua semplicità.
- La meditazione in acqua del potere di adesso. Mi parli di come l’acqua con le sue vibrazioni, il suo potere purificante si leghi a questo concetto essenziale del potere di adesso anche facendo riferimento al seminario/ ritiro in Toscana che hai organizzato lo scorso anno nel 2021, centrato sul perdono e il discorso dell’acqua per scavare nel profondo e liberare l’essere? Quali sono state le sensazioni dei partecipanti alla fine di questo ritiro?
R: Il percorso di formazione come “insegnante di meditazione in acqua” è stato uno dei più belli e trasformativi tra tutti quelli seguiti fino ad ora. Nessuno percepisce la portata dell’entrare in contatto con l’acqua in modo consapevole. Ma è proprio questa consapevolezza che spalanca le porte alla funzione di Luce dell’Acqua. Unire consapevolezza e Acqua potenzia incredibilmente il processo. Così è stato in Toscana l’anno scorso quando con una collega abbiamo dato vita all’incontro magico dell’acqua con il perdono basato sulle tecniche di Daniel Lumera. Acqua e Perdono si sono uniti senza riserve ed hanno generato un cambiamento molto profondo lasciando andare vecchie informazioni per accedere a nuovi paradigmi. Il Perdono ha portato alla Luce le tracce di un passato condizionato e condizionante e l’Acqua l’ha dissolto, portando Luce e Vita nuova.
- Altra figura che ha arricchito con il suo insegnamento il tuo bagaglio di conoscenze e competenze è stato Daniel Lumera con la Scuola del Perdono. Mi parli di questo percorso e come hai vissuto i sette passi del perdono?
R: Ho incontrato Daniel Lumera circa 9 anni fa. La sua chiara provenienza yogica mi ha fatta sentire a casa. Con lui ho seguito tutta la formazione fino a diplomarmi Master del Perdono. Si tratta di un percorso formativo, ma soprattutto esperienziale molto profondo. Perdonare è liberare se stessi e ritrovare lo stato originario di purezza del bambino che eravamo. È ritrovare lo stato di Coscienza esistente nella Creazione presente in te. È ricordare che sei Uno col Tutto.
- Con Virginia Vandini sei coautrice del libro “La Cacciata dal Paradiso” in cui attraverso le carte si può intraprendere un percorso dove si fa riferimento alla sfida e alle prove, alla trasformazione e alla rinascita. Un viaggio che viene accompagnato dalle carte che fanno riferimento ai tuoi dipinti. Da dove siete partite tu e Virginia per dare vita a quest’opera e a chi si rivolge in particolare?
R: Con Virginia Vandini abbiamo molte cose in comune, la velocità di pensiero, l’intelligenza intuitiva, la visione. Per questo quando dall’invisibile mi è stato suggerito di creare un percorso basato sulla “cacciata dal paradiso” ho pensato a lei, insieme avremmo creato un sistema vincente. Così è nato un seminario incentrato sulla tematica. In un secondo momento, con la medesima modalità, mi venne suggerito di creare un gioco di carte sullo stesso tema per offrire e agevolare un percorso di consapevolezza e libertà. Coinvolta nuovamente Virginia, per me l’unione fa la forza, abbiamo elaborato un sistema di carte che porta ad rappresentare una vera e propria costellazione della cacciata dal paradiso, ma che si può avvalere anche della semplice lettura della singola carta. In ogni carta c’è la risposta nata dal nostro cuore in stato meditativo.
- Dove ci accompagna questo volume attraverso la descrizione di queste 22 carte? Mi descrivi alcune di esse?
R: Le carte della cacciata dal paradiso sono 22, rappresentano gli archetipi che utilizziamo per il reintegro dello stato unitario di coscienza, attraverso una indagine profonda e parole risuonanti che evocano la voce del cuore in una nuova modalità e un nuovo linguaggio. La carta dedicata alla Responsabilità, ad esempio, ci ricorda che la vera responsabilità è quella che noi abbiamo verso la Vita, verso la nostra incarnazione. Un’altra carta che trovo interessante è quella della mela che parte dal tema già conosciuto della tentazione e del peccato per poi approdare a nuovi scenari poco frequentati che parlano di una dimensione cosmica. Insomma le carte usano un linguaggio nuovo che nasce dallo spazio meditativo e suggeriscono una indagine interiore per realizzare quello stato di Coscienza integro che fa vivere nella gioia del cuore. È il regno della felicità che ci attende da sempre.
- Ogni carta emana delle frequenze. Come si lavora con le carte? Si possono creare letture con queste carte e si può creare la propria costellazione familiare?
R: Le carte si presentano come immagine con il nome dell’archetipo cui si riferiscono. Si può estrarre una carta e leggerne il testo, per ricevere una risposta al nostro quesito. È possibile però usarle per fare una sorta di costellazione familiare usando il tappetino presente nella confezione, estraendo, sempre in modo intuitivo, quelle carte che ci attirano e che abbiniamo a situazioni o personaggi. In realtà l’uso è molto creativo e conduce sempre a riflessioni, ma anche a scoperte, a nuove conclusioni e nuovi avvii.
16. La paura della Morte è il grande spauracchio di questa epoca razionale e totalmente programmata, perché non la si può controllare e può colpire chiunque in qualsiasi momento. Ma chi è che muore veramente? Chi sopravvive alla morte fisica? Cos’è la Coscienza e cosa la Materia?
R: Lo spauracchio della morte può generare il bisogno di una ricerca interiore, fondamentale per superare questa paura. L’anno scorso è morta mia mamma e questo lungo periodo che ha preceduto il passaggio nell’altra dimensione mi ha dato modo di comprendere tutte le dinamiche, le paure, i pensieri e le insicurezze che l’individuo vive prima del momento del passaggio. Ho aiutato mia madre prima, durante e dopo il passaggio. Questa esperienza mi ha stimolato a pensare ad un percorso di accompagnamento al morente, che proporrò alla ripresa delle attività in autunno.
17. Dove tieni i tuoi percorsi legati allo yoga, alle meditazioni e a quanto finalizzato ad acquisire nuova consapevolezza di sé unitamente al riconoscimento del proprio talento e potenziale? Come possono contattarti le persone interessate ad iniziare un percorso con te?
R: Tengo i miei corsi preferibilmente in zona ardeatina nel verde, ma anche presso la sede della mia associazione in pieno centro. Posso essere contattata su messenger o su telegram. Il mio nome frida aslan in entrambi i casi.La mia mail è la seguente: f.aslan@ilvaloredelfemminile.org
Ringrazio tutti per l’attenzione dedicata.
Silvana LAZZARINO Roma 30 luglio 2022