Girolamo Rossi: un musicista riscoperto. Alcune sue musiche in un prezioso cd edito dalla casa Bongiovanni

di Claudio LISTANTI

La casa discografica Bongiovanni ha recentemente pubblicato un CD interamente dedicato al musicista napoletano Girolamo Rossi.

Fig. 1 La copertina del cd

L’iniziativa editoriale della casa bolognese è senza dubbio di grande valenza storico/musicologica perché ci consente di approfondire un autore del tutto sconosciuto al grande pubblico ed inoltre arricchisce notevolmente il suo prezioso catalogo che si rivolge alla riscoperta di molte rarità musicali relative a composizioni di tutti i tempi.

In questa nuova edizione discografica sono comprese la Cantata a due voci con violini in onore di S. Antonio da Padova e la Lectio Quarta a voce sola di contralto con salterio e cembalo. L’esecuzione è curata da Lorenzo Tozzi, musicista e musicologo tra i più competenti oggi per il repertorio barocco, che ha intrapreso anche un accurato e scrupoloso lavoro di ricerca per approfondire gli aspetti biografici dell’autore e per reperire le partiture a base dell’esecuzione.

Lo stesso Lorenzo Tozzi è alla guida del RomaBarocca Ensemble e ha il contributo vocale di Lucia Casagrande Raffi soprano e Elisabetta Pallucchi contralto, mentre la parte assegnata al salterio è stata affidata alla specialista tedesca Heidelore Schauer vera e propria virtuosa di questo particolare tipo di strumento.

Fig. 2 Una immagine del musicista Luigi Rossi
Fig. 3 Una immagine del musicista Salomone Rossi

Nella storia della Musica i musicisti di cognome Rossi sono circa una ventina al punto di costituire (usando una definizione utilizzata da Tozzi nelle note accluse al cd) una ipotetica ‘piccola stirpe’ che si è sviluppata attraverso varie epoche. Tra loro, molto conosciuti sono Luigi Rossi pugliese, attivo nella prima metà del ‘600 nella piazza di Roma (Fig. 2) così come Salomone Rossi ( Fig. 3), vissuto tra fine ‘500 e primi ‘600 molto attivo presso la corte mantovana dei Gonzaga all’epoca del fulgore monteverdiano senza dimenticare Michelangelo Rossi che fino al 1656 fu uno dei musicisti più apprezzati nella Roma del papa. La stirpe proseguì anche a cavallo tra ‘700 e 800 con l’urbinate Giuseppe Rossi ed in pieno ‘800 con l’emiliano Isidoro Rossi, entrambi operisti piuttosto attivi.

A questa ‘particolare’ famiglia, grazie all’accurato lavoro di ricerca di Lorenzo Tozzi, si è aggiunto ora, Girolamo Rossi, musicista praticamente sconosciuto del quale oggi siamo a conoscenza solo di alcuni momenti della sua biografia e di pochissime composizioni della sua produzione musicale. Vissuto a Napoli sicuramente nel corso del ‘700, non si conoscono le date di nascita e di morte ma si sa, con quasi certezza, che fu maestro di cappella presso lOratorio del SS Crocefisso dei Cavalieri.

Fig. 4 Una immagine di Ariademo Barbarossa (Barbarossa Hayreddin Pasha)

Sappiamo anche che Gerolamo Rossi compose la musica per Amalfi Trionfante, un ‘sacro eroico componimento per musica’ il cui libretto fu scritto dal letterato Silvestro Gioseffo Cestari, conosciuto in Arcadia come Silvirio Tiobate. Di questa composizione non conosciamo la parte musicale ma sappiamo che fu eseguita ad Amalfi nel corso del 1758 per la Festa del miracolo di S. Andrea avvenuto proprio nella città campana il 27 giugno del 1544 per difendere la città dalle minacce della terribile armata navale di Ariademo Barbarossa (Fig 4).

Per l’Oratorio dei Cavalieri del Crocefisso presso San Paolo Maggiore, Girolamo Rossi compose l’azione sacra Ester Assunta al trono di Assuero eseguita nel 1766. Il libretto conservato presso la Biblioteca della Fondazione Cini a Venezia è di Niccolò Recco ma non se ne conosce la musica. Stessa sorte per un’altra azione drammatica scritta Per la solenne traslazione del sangue del glorioso protettore San Gennaro il cui libretto si trova a Roma presso la Biblioteca di Santa Cecilia, fu scritto da Pisostrato Laborio nome da arcade del letterato Giovanni Campagna, composizione eseguita a Napoli il 15 aprile 1768.

Le opere di Girolamo Rossi a noi giunte complete delle parti musicali sono pochissime. A parte un Pange Lingua a quattro voci ci sono le altre due che fanno parte di questo prezioso cd che stiamo presentando che rendono quindi la pubblicazione di estremo interesse sia per gli appassionati del genere sia per tutti gli addetti ai lavori.

Della Cantata a due voci con violini in onore di Sant’Antonio da Padova il cui manoscritto è custodito presso la biblioteca del Conservatorio San Pietro a Maiella di Napoli non se ne conosce il luogo della prima edizione. Tozzi avanza l’ipotesi che essa sia stata eseguita, con ogni probabilità, nell’oratorio dei Cavalieri del Crocifisso presso San Paolo Maggiore.

Il manoscritto reca la data del 1738 ed è un omaggio alla particolare devozione che il popolo napoletano riservava al santo che, per qualche anno, dal 1799 al 1814 divenne addirittura Patrono della città di Napoli, quando San Gennaro fu oggetto di una sorta di declassamento causato dall’accusa di ‘giacobinismo’ che il santo subì in quell’epoca. Comunque non è da escludere che la cantata possa essere stata eseguita il giorno della Festa (13 giugno) di S. Antonio del 1738 proprio perché la venerazione dei napoletani per il santo di origine portoghese era piuttosto viva.

Fig. 5 Il soprano Lucia Casagrande Raffi interprete della parte del Merito

La Cantata in onore di Sant’Antonio da Padova possiede una struttura musicale piuttosto semplice e basata su un testo del quale non si conosce l’autore e dal contenuto ‘convenzionale’. Ci sono due personaggi di carattere allegorico; il Merito la cui parte vocale è affidata ad un soprano dalla voce piuttosto corposa al quale si contrappone la parte della Gloria affidata ad una voce più scura, quella di contralto. Entrambi i personaggi hanno la finalità di lodare le qualità del santo, del suo amore verso il prossimo e verso il Signore che gli consentono di possedere quelle virtù cristiane necessarie ad essere il collegamento ideale tra Dio e il mondo (Fig. 5)

Il contrasto tra le due vocalità risulta all’ascolto di grande fascino e si concretizza musicalmente con due arie per ognuno dei personaggi che evidenziano tutte un incisivo spunto melodico ma anche, come la seconda aria del ‘Merito’, ‘Frema, ma d’empio orrore’, una potente caratterizzazione drammatica. Le arie sono saldate da un’alternanza di brevi ma efficaci recitativi secchi e da tre recitativi accompagnati per giungere allo strepitoso, e articolato, duetto finale che sublima quelle caratteristiche ‘oratoriali’ della cantata il cui pregio principale è quello di possedere, nel suo insieme, una indubbia ‘teatralità’ che rende la figura di Girolamo Rossi come musicista attento alla ‘rappresentazione’; è un artista che meriterebbe ulteriori ricerche nei vasti archivi musicali per giungere a conoscenza, magari, di altre sue opere che possano portare ad un ulteriore approfondimento della sua personalità artistica .

La cantata è introdotta da una Sinfonia in tre movimenti, molto varia nell’insieme. Oltre all’ Allegro iniziale ed al centrale ’Largo e amoroso’ è conclusa da un brillante ‘Balletto e spiritoso’ che rappresenta una vera e propria sorpresa per una Cantata di questo contenuto; un fatto che, come messo in risalto dallo stesso Tozzi, può farci pensare ad una destinazione ‘popolare’ di quest’opera musicale che comunque, nel complesso, possiede tutte quelle caratteristiche del ‘tardo barocco’ musicale, come dimostra la testimonianza audio di seguito riportata.

Girolamo Rossi

Cantata in Onore di S. Antonio da Padova

Sinfonia. Terzo movimento (Balletto spiritoso). Romabarocca Ensemble. Direttore al Cembalo Lorenzo Tozzi. Edizione Bongiovanni

Un altro elemento di spicco di questa pubblicazione discografica è la presenza della Lectio IV dall’ Uffizio della Settimana Santa secondo il rito del Messale e breviario romano ordinato da S. Pio V, composizione che realizza con la musica i caratteri cristiano-dottrinali contenuti nel testo ispirato al commento di S. Agostino sopra il Salmo 63, inserito nella liturgia del venerdì santo. Non si conosce l’anno di composizione di questa Lectio ma con certezza è stato stabilito che fu prodotto dopo il 1760.

Tra Cantata in onore di Sant’Antonio da Padova composta nel 1738 e la Lectio passano sicuramente una trentina di anni, un tempo quantitativamente significativo per l’evoluzione dello stile di un musicista soprattutto in un momento di fervore e di invenzione musicale come il ‘700.

L’ascolto di questo disco ci pone di fronte ad un evidente e chiaro contrasto tra le due composizioni regalandoci l’opportunità di comprendere pienamente l’evoluzione stilistica di Girolamo Rossi che passa dal tardo barocco della cantata ad un’opera musicale di stampo ‘preclassico’ che lascia scorgere all’orizzonte le meravigliose creature mozartiane di fine ‘700.

Più precisamente il titolo dell’opera è Lezione quarta – A voce sola di contralto con salterio e cembalo ed è dedicata a due personaggi di spicco dell’epoca ‘le loro eccellentissime Signore Donna Giovannina e Donna Anna Maria Capece Minutolo dei Principi di Canosa’.

Un elemento fondamentale di questa Lectio è l’uso del salterio, strumento dalle origini molto antiche e diffuso nel mondo con tre fondamentali varianti: a pizzico, ad arco e a percussione. Per questa occasione è stato utilizzato un salterio ‘a pizzico’ riconoscibile dalla tradizionale forma trapezoidale e dalle corde distanziate per agevolare i movimenti delle mani dell’interprete. È un tipo di strumento utilizzato, nel medioevo, come ‘riempitivo’ e, a seguire, ebbe larga diffusione nella musica per il teatro e sacra impiegato frequentemente nella musica sacra soprattutto nelle lectiones per la Settimana Santa come in questa opera di Girolamo Rossi, dove assume un aspetto di assoluta preponderanza nella struttura musicale del brano. L’utilizzo del salterio dimostra anche, secondo il parere di Lorenzo Tozzi, che questa Lectio sia stata concepita anche per esecuzioni di carattere domestico.

Girolamo Rossi

Cantata in Onore di S. Antonio da Padova

Sol voi d’ira fremete infra gl’abissi (Merito)

Recitativo accompagnato

Questo piccolo ma esempio musicale consente di apprezzare pienamente il carattere rappresentativo del brano uno stile che pervade tutta la composizione in maniera felicemente incisiva.

Testo

Merito: Sol voi d’ira fremete infra gl’abissi,/crude furie, empie Arpie, mostri d’Inferno,/e del Signor superno/i portenti e l’amor oggi ammirate/e gl’altri suoi disegni,/confusi, nel mio Eroe or venerate.

Lucia Casagrande Raffi soprano. Romabarocca Ensemble. Direttore al Cembalo Lorenzo Tozzi. Edizione Bongiovanni

L’esecuzione che si può ascoltare da questo disco è di ottimo livello. Innanzi tutto per le due cantanti impegnate. Lucia Casagrande Raffi mette in evidenza una consistente voce di soprano dal colore piuttosto scuro molto a suo agio nei numerosi abbellimenti restituendo all’ascoltatore una credibile interpretazione della parte del Merito.

Fig. 6 Il contralto Elisabetta Pallucchi interprete della parte della Gloria nella Cantata in Onore di S. Antonio da Padova e la parte vocale nella Lecio IV.

Accanto a lei la spoletina Elisabetta Pallucchi (Fig. 6) anch’essa in possesso di una voce scura che all’ascolto risulta felicemente orientata verso la tessitura del contralto; un timbro idoneo non solo per estrinsecare le allegorie della parte de la Gloria ma, soprattutto, la coinvolgente drammaticità della Lectio nella quale riesce a contribuire ad una efficace simbiosi tra linea vocale, caratteristiche strumentali del Salterio e la conduzione di Lorenzo Tozzi. Entrambe le cantanti mettono in mostra un buon affiatamento (vedi duetto finale della cantata) accompagnato da buona dizione che rende l’ascolto godibile ed intelligibile.

Fig. 7 La strumentista Heidelor Schauer (Salterio)

Da segnalare anche la grande prova di Heidelor Schauer (Fig. 7) che ha dimostrato di essere vera e propria ‘virtuosa’ del salterio strumento quanto mai raro da ascoltare, soprattutto a questo livello. La musicista austriaca, attualmente anche insegnante di dulcimer (un particolare tipo di salterio) presso il Mozarteum di Salisburgo, regala una interpretazione strumentale di grandissimo spessore, affascinante e coinvolgente, che impreziosisce tutta l’esecuzione.

Girolamo Rossi

Lectio Quarta a voce sola di contralto con salterio e cembalo

Pagina iniziale

In questo piccolo brano è molto evidente la straordinaria fusione tra le volute del salterio e l’espressione drammatica della linea vocale del contralto che dona particolare fascino all’ascolto

Testo

Ex tractatu Sancti Augustini Episcopi super Psalmos  (Dal trattato di S. Agostino vescovo sui Salmi)

Heidelor Schauer Salterio. Elisabetta Palucchi Contralto. Romabarocca Ensemble. Direttore al Cembalo Lorenzo Tozzi. Edizione Bongiovanni

Fig. 8 Il musicista e musicologo Lorenzo Tozzi durante un concerto

Lorenzo Tozzi, direttore e maestro al cembalo, offre una esecuzione che risulta mirabile sotto ogni aspetto sia per la scelta dei tempi sia per la fusione di tutte le componenti, ingredienti che rendono l’esecuzione completamente appassionante e godibile. Questo grazie anche al Romabarocca Ensemble composta da esperti strumentisti come Giuseppe Grieco Violino I, Roberto De Santis Violino II e Renato Criscuolo Violoncello.

In definitiva un CD di estremo interesse che può arricchire le collezioni discografiche anche quelle di più grandi dimensioni. Una incisione di valore prodotta grazie alla specializzazione di tutti gli interpreti ma anche grazie alla sensibilità ed alla professionalità della casa discografica Bongiovanni che si conferma importante punto di riferimento per le rarità musicali.

Claudio LISTANTI   Roma 21 giugno 2020

Girolamo Rossi (Napoli, sec. XVIII)

Prima registrazione moderna

Cantata a due voci con violini. In Onore di S. Antonio da Padova (Napoli, 1738)

Lectio quarta a voce sola di contralto con salterio e cembalo (dopo 1760)

ROMABAROCCA ENSEMBLE

Cembalo e direzione Lorenzo Tozzi      

Registrazione effettuata nel 2019 nell’Oratorio dei Barnabiti, Roma Edizione Bongiovanni (GB 2577-2)