redazione
Il libro di Francesca Bottacin, che verrà presentato alla Accademia di San Luca da Bart Fransen, direttore del Centre d’étude des Primitifs flamands dell’Istituto Reale per i Beni Culturali di Bruxelles (KIK-IRPA), e Mari Pietrogiovanna, ricercatrice all’Università degli Studi di Padova, con l’introduzione di Claudio Strinati e l’intervento dell’autrice, è il frutto di oltre vent’anni di studi e ricerche intorno al capolavoro dell’artista olandese, al contesto in cui l’opera nacque, ai motivi di carattere iconologico e iconografico che vanno individuati.
Tra le prime tavole a olio dipinte in Italia, la pala -una tavola dalle ragguardevoli dimensioni di cm 331 x 335-, che raffigura la Comunione degli apostoli, e venne realizzata da Giusto di Gand (nome italianizzato di Jodochus van Ghent; Gand, 1430 ca – 1480 ca) per la potente confraternita del Corpus Domini a ridosso del 1474 (ed oggi a Urbino presso la Galleria Nazionale delle Marche), è certamentre tra le più imponenti di tutto il Quattrocento fiammingo. E’ la parte centrale e principale della cosiddetta Pala del Corpus Domini, ovvero il complesso pittorico che racconta l’Istituzione della Eucarestia, che si completa con la lunga predella (cm. 43 x 351) di mano di Paolo Uccello (Pratovecchio, 1397 – Firernze 1475) raffigurante in sei scene le storie del Miracolo dell’Ostia profanata che l’artista fiorentino dipinse ben sei anni prima della pala centrale; in effetti era lui cui era stata affidata l’intera impresa che però abbandonò forse a causa dello scarso guadagno che aveva ricevuto dal lavoro precedente.
Solenne e raffinata, svolta precisamente secondo i canoni prospettici che proprio Paolo Uccello andava approfondendo in quegli anni, l’opera viene descritta da Giorgio Vasari come la “Comunione de ’l Duca d’Urbino”: Federico da Montefeltro, infatti, vi compare ritratto insieme al fratello Ottaviano Ubaldini della Carda. Sotto la loro egida il Ducato conobbe nel Rinascimento un capitolo artistico meraviglioso e cruciale, ancora parzialmente avvolto nel mistero: la Pala è uno dei tasselli che ne aiutano la comprensione.
Il libro, frutto di vent’anni di studi e ricerche, si propone dunque di ricostruirne le vicende.
Un recupero della memoria passata, attraverso la letteratura artistica, i documenti, la fitta bibliografia e un nuovo studio esegetico. Gli approfondimenti di specialisti internazionali, infine, danno conto della musealizzazione, dello stato di conservazione, dei restauri e della tecnica di questo dipinto affascinante, tuttora enigmatico e avvincente.
mercoledì 8 marzo 2023, ore 17.00
Giusto di Gand e la Comunione del Duca d’Urbino
di Francesca Bottacin
(CLEUP, Padova 2022)
Francesca Bottacin è ricercatrice e professoressa incaricata di Storia dell’arte fiamminga e olandese e italiana ed europea all’Università di Urbino Carlo Bo, e Chercheuse associée al Centre de la Méditerranée moderne et contemporaine dell’Université Côte d’Azur. Già redattrice di «Notizie da Palazzo Albani», direttrice della Summer School Barocco mediterraneo, è nel Comitato scientifico dei «Quaderni della Scuola di Conservazione e Restauro». Ha al suo attivo diversi saggi, monografie e mostre. Collabora con il Koninklijk Instituut voor het Kunstpatrimonium (KIK-IRPA) di Bruxelles e ha studiato i dipinti fiamminghi e olandesi delle collezioni dei principi Grimaldi di Monaco. Numerosi suoi lavori sono poi indirizzati alle donne nell’arte, sia moderna sia contemporanea, alle contaminazioni tra pittura, cinema, danza e fotografia nonché all’arte eco-sostenibile. Ha collaborato con prestigiose università e istituzioni, europee e americane, oltre che con l’Istituto Italiano di Cultura a Mosca, con il museo Pushkin e con l’Accademia del Bolshoi in Russia.
Roma 6 Marzo 2023
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