di Nica FIORI
Plessi a Caracalla.
La mostra che inaugura l’apertura delle gallerie sotto il calidarium delle Terme
Per molti romani le Terme di Caracalla sono solo una dépendance estiva del Teatro dell’Opera, un luogo dove poter godere della musica lirica in un suggestivo contesto archeologico, ma per gli appassionati di storia antica queste grandiose architetture offrono fino al 29 settembre 2019 la possibilità di immergersi in uno spaccato di vita quotidiana dell’antica Roma e lo fanno con una mostra che si sviluppa all’interno dei suoi sotterranei, intitolata “Plessi a Caracalla. Il segreto del tempo”.
La mostra, a cura di Alberto Fiz, è stata organizzata dalla Soprintendenza Speciale di Roma, diretta da Francesco Prosperetti, e presenta 12 videoinstallazioni di Fabrizio Plessi, noto pioniere della videoarte, con le coinvolgenti musiche di Michael Nyman. Non è la prima volta che le Terme ospitano opere o mostre di arte contemporanea (ricordiamo in particolare il Terzo Paradiso di Michelangelo Pistoletto, donato dall’artista e collocato sul pavimento del giardino), non sempre apprezzate da tutti, ma bisogna riconoscere che questa volta la “contaminazione” con le tecniche artistiche più attuali non dà fastidio, e anzi sembra esaltare il fascino del luogo.
Fabrizio Plessi con le sue creazioni dal forte impatto visivo fa rivivere in modo emozionante le gallerie sotterranee sotto il calidarium, che sono state oggetto di un restauro durato un anno e che ora vengono aperte per la prima volta ai visitatori. Si tratta di gallerie tutt’altro che strette, perché vi dovevano passare i carri per il trasporto del legname e altri materiali, e dotate di lucernai che davano luce e aria. Questa parte dei sotterranei si va ad aggiungere a un altro settore ipogeo che è stato aperto al pubblico nel 2012 con una sistemazione ad antiquarium, ricca di reperti architettonici marmorei, ma ovviamente non di quelle importantissime sculture, come l’Ercole Farnese o il Toro Farnese, che ornavano le terme e che sono ormai vanto del Museo Archeologico Nazionaledi Napoli.
Certo Caracalla, storicamente importante per aver promulgato nel 212 la Constitutio Antoniniana (l’editto che concedeva la cittadinanza a tutti gli abitanti liberi dell’impero), non badò a spese per realizzare questa colossale opera pubblica, che consentiva a tutti i romani di usufruire dei bagni in ambienti lussuosissimi. Ricordiamo che altri imperatori prima di lui, come Tito e Traiano, avevano fatto realizzare ambienti termali e, dopo Caracalla, sarà la volta di Decio e di Diocleziano, che ha legato il nome al complesso termale più grande di Roma, nei pressi dell’attuale stazione Termini, il cui nome deriva proprio dalla presenza delle terme dioclezianee. Ma, come ha dichiarato la Direttrice delle Terme Marina Piranomonte:
“In nessuna delle grandi terme romane gli impianti idrico, di riscaldamento, di stoccaggio, sono così ben conservati e ora visibili, come a Caracalla: si vedono i camini, si vede la sala ipogea dove è crollata la grande iscrizione dei restauri condotti durante l’impero di Costantino, si riconoscono nelle volte i bessali quadrati con bolli anepigrafi caratteristici dell’architettura severiana”.
Specifichiamo che i bessali sono mattoni laterizi il cui lato misura 2/3 di piede, ovvero poco meno di cm 20.
Fabrizio Plessi (nato a Reggio Emilia nel 1940 e residente a Venezia) interpreta l’antico riuscendo con la sua videoarte a dare il senso dello scorrere del tempo e a rigenerare, con uno shock visivo, gli elementi che caratterizzavano l’attività frenetica delle terme, che funzionavano grazie alla miriade di schiavi che nel dedalo delle gallerie sotterranee trasportavano il legno da immettere a getto continuo nei forni e nei camini, per scaldare sia l’acqua delle vasche, sia l’aria che passava dentro le pareti degli ambienti termali e sotto i pavimenti marmorei.
In effetti, mentre al di sopra i romani si rilassavano trascorrendo un paio d’ore tra il laconicum (sauna), gli edifici termali (calidarium, tepidarium e frigidarium) e i massaggi, senza trascurare lo sport e la cultura (nel complesso vi erano anche due biblioteche), nei sotterranei dominavano il fuoco e la fatica.
Il fluire impetuoso dell’elemento liquido, il fuoco che scalda l’acqua e l’aria che dà vita a quel fuoco, il vento, i lampi, la pietra delle colonne e delle statue, compresa la testa marmorea dell’imperatore Caracalla, i mosaici, le anfore:
tutto rivive in modo virtuale nelle emblematiche immagini classiche e tecnologiche allo stesso tempo, inserite entro grandi portali ad arco, ripetuti più volte, che rievocano le architetture degli acquedotti romani. Tra gli effetti visivi più emozionanti ci sono le colonne color lapislazzuli con capitelli compositi che sembrano liquefarsi,
una scultura di marmo bianco il cui panneggio viene mosso dal vento e una straordinaria incisione piranesiana delle Carceri d’invenzione, all’interno della quale si sprigiona un fumo infernale, che rievoca quello delle caldaie termali.
Forse è tutt’altro che casuale il fatto che Plessi, che vive a Venezia, abbia scelto proprio un’opera visionaria ed enigmatica di Giovanni Battista Piranesi (1720-1778), l’architetto e incisore veneto che ha legato il suo nome come pochi altri alle antichità di Roma, per dare l’idea dell’attività sotterranea che si svolge in gallerie labirintiche, vere prigioni per chi ci lavora, che si intersecano, volendo trovare un’assonanza con il videoartista, in particolari “plessi”.
Il visitatore potrà vedere tutte queste opere e immergersi negli ambienti ipogei delle terme fino a sentire risuonare le voci che emergono dal profondo. La sensazione è che si riesca a percepire il “segreto del tempo”, un tempo passato che si materializza nel presente. L’energia di ogni installazione echeggia con quella del luogo ed entrambe si alimentano e si sublimano a vicenda.
La mostra non si limita a rievocare gli elementi come l’acqua, il fuoco, il vento, necessari per gestire le terme, ma anche le opere realizzate dall’artista nel corso della sua lunga attività, inserite entro un enorme libro virtuale, le cui pagine digitalizzate, sfogliandosi da sole, danno anch’esse l’idea del tempo che scorre, perché, come ha dichiarato Plessi:
“La storia di ieri e la storia di oggi possono continuare ad inghiottire e digerire ogni tipo di contraddizione apparente. Tutto, ma proprio tutto, si frantuma e si amalgama nell’imbuto del tempo”.
Nica FIORI Roma giugno 2019
“Plessi a Caracalla. Il segreto del tempo”
Terme di Caracalla, viale delle Terme di Caracalla, 52 – Roma fino al 29 settembre 2019
Orari: dalle 9 alle 19,15 fino al 31 agosto; dalle 9 alle 19 dal 1° al 29 settembre; lunedì dalle 9 alle 14. Biglietti: intero € 11, ridotto € 5; riduzioni e gratuità secondo la normativa vigente. Info: http://www.coopculture.it