di Alessandra IMBELLONE
IlViaggio tragico di Ferruccio Ferrazzi acquistato dalle Gallerie degli Uffizi
Ventinove settembre 2022, la notizia è ufficiale: il Viaggio tragico di Ferruccio Ferrazzi esposto dalla Galleria Berardi alla XXXII Biennale Internazionale Antiquaria di Firenze è stato acquistato dalle Gallerie degli Uffizi e destinato alla Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti.
Si conclude così, con il sempre auspicato approdo museale, il viaggio lungo quasi un secolo intrapreso dallo stesso dipinto, una tela di oltre due metri per uno di grande bellezza e malinconica poesia che costituisce il capolavoro della prima maturità di Ferrazzi.
Dipinto fra il 1924 e il 1925 (questa è la datazione esatta, riferita dal pittore in una serie di documenti conservati presso l’Archivio Ferrazzi), Viaggio tragico si pone fra i vertici di quella personalissima adesione al ritorno all’ordine e alla semplicità dei grandi maestri del Quattro italiano, riletti in chiave moderna, che contraddistinse la pittura degli anni Venti dell’artista romano. Passata attraverso il divisionismo, il travaglio delle avanguardie e uno sperimentalismo di grande originalità con l’invenzione dei “tagli prospettici”, la pittura di Ferruccio Ferrazzi (Roma 1891-1978) approdava ora alla grande tradizione, a una fase classicista o “neoclassica” emersa come una svolta in occasione della Seconda Biennale Romana (1923). Viaggio tragico si distingue per una singolare compostezza, una gestualità bloccata, un’atmosfera sospesa dove sono palpabili anche se enigmatiche le tensioni dei personaggi, un classicismo neo-quattrocentesco venato dalle sottili e moderne inquietudini esistenziali del Secolo breve, caratteristiche nella loro singolarità di quel quindicennio dell’arte italiana fra il 1920 e il 1935 noto sotto il nome di Realismo magico.
Con uno stile personale e nuovo, solidamente costruttivo e basato su motivazioni interiori “volevo ricomporre su tavola o tela la realtà riflessa della mia memoria lirica”, dichiarava lo stesso Ferrazzi a proposito della propria pittura (Ferruccio Ferrazzi, Della mia pittura, in LXIII Mostra alla Galleria di Roma con opere del pittore romano Ferruccio Ferrazzi – Accademico d’Italia, Roma, 1943, pp. 7-14).
“Nell’atmosfera del mio ricordo – scriveva per presentare la propria sala personale alla Prima Quadriennale di Roma – avviene un’inconscia gestazione: poi io sento che del racconto della vita si è stabilizzata in me una visione mia, nuova, una cosa del tutto «creata» che mi dà l’entusiasmo per l’opera […] Infine cerco di rendere nella mia pittura, per quanto mi è possibile, la realtà che diventa simbolo, nella sua espressione di bellezza forte e calma, aliena da ogni dolcezza o violenza o curiosità ma sintetica e semplice” (in Prima Quadriennale d’Arte Nazionale, Roma, 1931, p. 60).
In Viaggio tragico Ferrazzi rievoca il viaggio in nave effettuato nel novembre 1917, quando, chiamato alle armi, dovette partire per la Sardegna dove prestò servizio militare.
“Il viaggio per mare verso la Sardegna, già dal precedente tragico affondamento della tradotta «Il Milano» fu per Ferrazzi raccolta di aspetti umani che si realizzarono nel disegno su cartone del Viaggio tragico, poi nel quadro del 1924-25”,
ricordava egli stesso in una Nota autobiografica inedita scritta in terza persona (cit. in Carlo Ludovico Ragghianti, Jacopo Recupero, Ferruccio Ferrazzi, Roma, 1974, p. 51, n23). Questi “aspetti umani” presero nella trasfigurazione del ricordo il volto dei familiari dell’artista, il quale probabilmente si autoritrae nella figura seduta di tre quarti sulla sinistra.
Si può seguire la lunga elaborazione del quadro a partire da un disegno del 1918 che costituisce un primo, sommario appunto visivo su un insieme di figure (fig. 2),
seguito da un disegno a matite e gessi colorati dell’anno successivo (fig. 3)
in cui è invece già chiara la composizione definitiva che nella tela avrà due varianti: l’aggiunta della mezza figura in primo piano della moglie Horitia (Horitia Randone, figlia del Maestro delle Mura e ceramista anch’essa, descritta come figura di ieratica bellezza) e la modifica delle due figure femminili nei pressi della porta aperta in secondo piano a destra.
Queste infatti non si affacciano più dall’interno come nel disegno ma appaiono l’una (Adele, la sorella di Ferrazzi) appoggiata allo stipite, e l’altra (la madre) intenta a guardare la figlia mentre tiene aperta la porta. Fra i volti delle due donne, come in altri punti del dipinto, corre un bagliore tipico della pittura di Ferrazzi e del suo mai sopito amore per il Seicento di El Greco. La mezza figura di Horitia in primo piano è già presente in una gouache del 1920 (fig. 4)
che costituisce un altro studio preparatorio per il dipinto insieme a un disegno a matita e carbone con tagli prospettici dello stesso anno e un disegno a matite colorate del 1922 (fig. 5-6).
La composizione del dipinto sarà poi ripresa fra il 1927 e il ’28 per un affresco del Mausoleo Ottolenghi a Monterosso, nelle vicinanze di Acqui Terme, con l’aggiunta di due figure (figg. 7-8). Nel 1976 sarà riprodotta in una litografia a colori tirata a 80 esemplari (fig. 9).
Ferrazzi intendeva esporre Viaggio tragico alla prima mostra del gruppo Novecento Italiano guidato da Margherita Sarfatti, alla quale era stato in un primo momento invitato per poi esserne escluso. Lo presentò invece all’Exhibition of Modern Italian Art inaugurata nel gennaio 1926 presso le Grand Central Art Galleries di New York, una mostra poi trasferita a Boston, Washington D.C., Chicago e San Francisco (Exhibition of Modern Italian Art under the Patronage of His Majesty The King Of Italy organized by the Italian Ministry of Public Instruction. Introduction by Arduino Colasanti Director General of Fine Arts, Italy. Foreword by Christian Brinton. Auspices of the Italy America Society Grand Central Art Galleries, New York, 1926, n.p., n. 38). A New York la tela venne acquistata da Carl W. Hamilton (1886-1967), noto collezionista d’arte del Rinascimento italiano, per la somma di £ 20.000.
figg. 7-8) Viaggio Tragico per il Mausoleo Ottolenghi a Monterosso, 1927-28, cartone preparatorio e affresco, entrambe distrutti.
La notizia dell’acquisto da parte del facoltoso industriale, che riuscì ad assicurarsi anche Caratteri della famiglia (1922-23, collezione privata) e il relativo cartone preparatorio, la dette a Ferrazzi il musicista e compositore Alfredo Casella, che si trovava alla mostra di New York dove acquistò L’Aniene agli Arci (noto anche come Vallata di Tivoli, 1922, collezione privata) senza potersi permettere Viaggio tragico che era per lui troppo caro (Roma, Archivio Ferrazzi, Corrispondenza, 30B, lettera di Alfredo Casella a Ferruccio Ferrazzi, 9 febbraio 1926). Nel 1939 Julius H. Weitzner (1895-1986), un esperto mercante e collezionista d’arte italiana, acquistò da Hamilton Viaggio tragico per rivenderlo all’asta dove l’opera fu acquistata dagli amici dell’arte del Carnegie Institute di Pittsburgh che la donarono al Carnegie Museum of Art (Patrons Art Fund Purchase. “Tragic Journey” by Ferruccio Ferrazzi Added to the Permanent Collection, in “Carnegie Magazine”, vol. 13, January 1940, pp. 239-240). Il museo americano ospitò il quadro nelle sue collezioni fino al 1978, quando decise a sua volta di rivenderlo. Passò in seguito in asta da Christie’s a New York nel maggio 1979 per entrare nella collezione di Marisa Del Re (1933-2020), gallerista e mercante d’arte che ebbe un’importante galleria in Madison Avenue dal 1969 al 2001. Quell’anno Del Re fece ritorno a Roma, sua città natale, portandosi dietro il capolavoro di Ferrazzi che infine riattraversò l’oceano ed ebbe alcune occasioni espositive prima di essere acquistato dall’antiquario Gianluca Berardi. Il resto è storia.
Alessandra IMBELLONE R0ma 2 Ottobre 2022