di Silvana LAZZARINO
Il susseguirsi del tempo tra passato e presente nell’opera del Maestro Paolo Gubinelli in mostra a Brindisi. L’esposizione “Graffi su carta. Segno e continuità” che guarda al dialogo tra antico e contemporaneo verso una rinnovata consapevolezza, è aperta al Museo Archeologico Ribezzo di Brindisi fino al 31 luglio 2024
Verso una rinnovata visione della realtà dove forma e spazio unitamente al colore, aprono alle transizioni del pensiero quale essenza del ritmo interiore legato alle emozioni, conduce l’opera del Maestro Paolo Gubinelli, tra i più affermati artisti contemporanei protagonista di numerose e prestigiose mostre personali e collettive in Italia e all’estero. Attraverso studi di progettazione architettonica e grafica egli ha restituito anche con la tecnica dell’incisione, nuova vita ai diversi materiali da lui trattati, primi fra tutti la carta mezzo di espressione artistica più adatto ad accogliere le trasformazioni lasciate dal segno appena accennato o più marcato nel raccontare stati d’animo lungo l’impalpabilità del tempo che sovrasta questa vita.
E’ proprio il segno tracciato su carta in diverse traiettorie decise, accennate e ripetute nella sua continuità unitamente al colore, ad essere protagonista della mostra a lui dedicata che si è aperta a Brindisi lo scorso 18 maggio negli spazi del Museo Archeologico Ribezzo.
L’esposizione Graffi su carta. Segno e continuità coordinata dall’Arch. Emilia Mannozzi Direttore del Polo BiblioMuseale di Brindisi, accompagna a recuperare la dimensione del dialogo tra antico e contemporaneo: non solo per aver scelto un contesto che rievoca il passato e la storia in cui inserire il linguaggio del Maestro Gubinelli, ma per aver sottolineato la continuità del segno nel suo essere elemento senza tempo e nel suo dare voce con la propria essenza a storie, tradizioni di popoli e culture passate e presenti.
Come scrive l’Arch Emilia Mannozzi
“Attraverso le opere su carta del maestro Paolo Gubinelli, si è cercato di coniugare antico (Cellino San Marco, Torre Guaceto, Punta Le Terrare, Masseria Guidone) e contemporaneo, dando forma al progetto espositivo del Museo Ribezzo. Un confronto tra due linguaggi separati da millenni, ma uniti da un’unica lettura che unisce l’archeologia e l’arte con il segno e la pittura, un’arte fatta di linee e segni, scaturiti dall’estemporaneità di gesti e pensieri che portano alla creazione dei ‘paesaggi dell’anima’ ”.
Il Maestro Paolo Gubinelli nato in provincia di Macerata (Matelica i1946) inizialmente attratto dalla musica, ben presto si interessa all’arte di cui apprende tecniche e segreti grazie ad incontri con grandi nomi di artisti e architetti tra cui citiamo: Giovanni Michelucci, Bruno Munari, Enrico Castellani, Ugo La Pietra, Agostino Bonalumi, Mario Nigro e poi Alberto Burri, Giuseppe Uncini, Enrico Castellani e Piero Dorazio, compreso Lucio Fontana incontrato da giovanissimo e dal quale apprende come determinante sia il concetto spaziale che resterà fondante nella sua ricerca. L’arte di Gubinelli, aperta alle varie sperimentazioni dopo diverse esperienze pittoriche su tela e altri materiali con l’uso di tecniche non tradizionali, si accosta alla carta inizialmente lavorando il cartoncino bianco morbido al tatto particolarmente ricettivo alla luce, poi utilizzando al suo posto la carta trasparente, entrambi incisi in modo più e meno intenso secondo strutture geometriche sensibili al gioco della luce.
Attraverso incisioni, tagli, piegature e acquerelli con cui esplora lo spazio in divenire della carta, egli racconta aspetti che appartengono al cammino dell’uomo per lasciar spazio alle sue emozioni e stati d’animo cui in molte situazioni non viene mai data la giusta importanza anche per i ritmi accelerati che la quotidianità spesso impone distogliendo da un ascolto profondo e autentico dei propri bisogni e di se stessi.
Il segno lavorato e armonizzato nello spazio definito/infinito della carta da Paolo Gubinelli diventa un ponte tra ciò che l’uomo è stato, e ciò che è, in attesa del suo divenire. Ma la forza inesauribile de segno tracciato, inciso, accennato risiede nel creare e suggerire nuove possibilità di costruire legami: non solo nello sfidare il tempo definendo quell’appartenenza al passato e a storie e tradizioni da cui non si è mai completamente separati, ma in particolare nel sugellare una via tra memoria e presente, visibile e invisibile e ancora tra materia e ciò che appartiene alla dimensione dello spirito. Così afferma l’Arch. Emilia Mannozzi a proposito del Segno di Paolo Gubinelli rapportato alla continuità tra passato e presente:
“Un trait d’union tra memoria e presente, tra razionale e irrazionale, che porta alla riflessione sull’esistenza umana e ad una esplorazione più profonda del sé, tracciato ed immortalato su carta.”.
Così l’opera di Paolo Gubinelli vista entro questo scenario del Museo Archeologico Ribezzo diventa essenziale per ricostruire un dialogo con quella parte mitica, onirica che è propria di un sentire appartenuto alle trascorse tradizioni e che in questa società attuale viene persa di vista per l’emergere del pensiero logico e rigoroso che crea distacco togliendo spazio all’intuizione e alla possibilità di sorprendere e andare oltre lo stabilito. In particolare sono proprio questi tagli e incisioni che diventano occasioni per ripensare all’attesa, alla sospensione propria del sogno, dell’astrazione dall’ordinario, grazie a con si viene in ascolto dei luoghi più silenziosi del pensiero a ritrovare quella leggerezza nel rapportarsi alla vita. Leggerezza da non intendersi come superficialità, ma quale atteggiamento sereno e accogliente nei riguardi degli eventi. che viene espressa anche con l’utilizzo del colore attraverso la morbidezza dei pastelli ad incontrare e avvolgere i segni. Leggerezza che accanto all’incognita sul destino dell’uomo, lascia emergere la magia del sogno quale formula per evadere dal “caos quotidiano”. La presenza di un colore tenue sfumato dei pastelli restituisce l’occasione per staccarsi anche per un attimo dalla caotica routine lasciando spazio alla possibilità di dare voce al cambiamento per rinascere in una nuova consapevolezza.
I segni di Paolo Gubinelli lasciano spazio all’immaginazione, a ciò che si desideri accada, ma anche all’incertezza per un destino precario dove l’individuo avverte la propria fragilità innanzi all’infinito della natura, e per la difficoltà a trovare un senso ultimo alla stessa esistenza. Segni in rilievo, graffi, colori sfumati, risuonano come poesie che svelano pensieri e messaggi di grande apertura e profondità per il saper aprire un varco verso quella luce con cui rivedere sé e il proprio passato, sé e il proprio presente a rintracciare la propria autenticità. Sagni linee, sfumati di colore aprono così a possibili sentieri con cui contattare il vibrare dell’anima entro quel tempo sospeso in cui emergono il lato onirico e disincantato, ma anche il non detto e il mistero che fanno parte di questa esistenza abitata anche da insicurezze e dubbi volti a far smarrire il senso dell’equilibrio con cu ogni aspetto dell’universo si trasforma per evolversi.
A proposito di poesia rapportata all’arte di Paolo Gubinelli, così Antonio Paolucci che ha curato il testo in catalogo scrive:
“Non esiste nel panorama dell’arte italiana contemporanea, un pittore che abbia saputo, come Gubinelli, accettare per azzardo e chiudere con successo, il confronto con la poesia. Intendo il confronto nel senso tecnico del termine. In lui il mezzo espressivo, diciamo così, “professionale” e cioè la pittura, si affina, si disincarna, si consuma, diventa trasparente e leggero come una foglia. L’opera di Gubinelli porta all’estremo confine del possibile il rispecchiamento pittura-poesia fino a sfiorare l’equivalenza. Il suo “ut pictura poesis” è così rarefatto da dare le vertigini ma è anche l’esperienza intellettuale ed estetica più affascinante che ai nostri giorni ci sia dato conoscere.”.
L’arte di Paolo Gubinelli si fa anche portavoce del respiro infinito della bellezza che attraversa la Terra e il Cielo tra visibile e invisibile, nella sinergia del ritmo di una musica che è non solo legata ai grandi compositori quali Beethoven, ma penso anche a tutte quelle sincronie di suoni che vibrano in maniera più o meno percepibile nel cuore dell’universo e in ogni galassia….
Il nome di Gubinelli, o meglio la sua arte è associata a nomi importanti del panorama poetico italiano e internazionale. Diversi infatti sono i cataloghi in cui le sue opere sono accostate a poesie inedite di autori tra i quali citiamo: Alberto Bevilacqua, Libero Bigiaretti, Maurizio Cucchi, Milo De Angelis, Tonino Guerra, Emilio Isgrò, Clara Janés, Mario Luzi, Alda Merini, Giampiero Neri, e poi Umberto Piersanti, Antonio Riccardi, Davide Rondoni, Tiziano Rossi, Roberto Roversi, Paolo Ruffilli, Mario Santagostini e Maria Luisa Spaziani.
Le sue opere sono esposte in permanenza nei maggiori musei in Italia e all’estero. Tra le esposizioni vanno menzionate: la 54 Biennale di Venezia Padiglione Italia presso L’Arsenale invitato da Vittorio Sgarbi e scelto da Tonino Guerra, con l’installazione di n. 28 carte cm. 102×72 accompagnate da un manoscritto inedito di Tonino Guerra.
Emozionandomi di fronte a queste opere il mio pensiero sussurra:
“Tra materia e spirito nel solcare l’accecante luce bianca, il tuo segno vibra tra cadenze accarezzate o incise portando così pensieri sfumati di orizzonti visti e da immaginare tra quel che prima eravamo e ciò che potremmo essere. Volo di farfalla o libellula, di gabbiano o rondine, ma anche il movimento delle nuvole che attraversano il cielo o delle onde che si susseguono verso la riva…… tutto questo prende vita nel ritmo di un segno, il tuo segno Paolo Gubinelli che diventa respiro di luce per il proprio percorso di vita” (Sissi Silvana Lazzarino)
Silvana LAZZARINO Roma 15 Giugno 2024
Paolo Gubinelli
“Graffi su Carta. Segno e continuità”
Coordinamento di l’Arch Emilia Mannozzi, con testo critico di Antonio Paolucci
Museo archeologico Ribezzo Piazza Duomo 7 – Brindisi
Orario: il lunedì 16:00 – 19:30 dal martedì̀ alla domenica 9:00 – 19.00:15.00, accesso consentito fino a 30 minuti prima della chiusura, fino al 31 luglio 2024
Museo Ribezzo: 0831544257