di Silvana LAZZARINO
L’esposizione “Half Earth” con bozzetti, acquerelli e frammenti architettonici è a Milano presso Antonia Jannone Disegni di Architettura fino al 14 luglio 2023
La Natura è vita, prosperità, ma anche mistero, timore perché in essa convivino il giorno e la notte, le luci e le ombre. Avvolge di entusiasmo e infonde piacere allo sguardo nel suo mostrarsi lucente e vestita dei colori dell’arcobaleno, ma talora appare inquietante nel manifestare quel lato oscuro e impenetrabile con cui sembra difendersi lasciando sgomento chi in quel momento le si trova innanzi.
Diversi artisti in questi ultimi decenni si sono soffermati sulle bellezze della nostra Madre Terra restituendone un’immagine solare e piena di vita, ma anche minacciata dalla mano dominatrice dell’uomo.
Alla tutela della natura fa riferimento l’esposizione dell’architetto, artista ed educatore statunitense Steven Holl dal titolo “Half Earth” in cui viene sottolineata una nuova immagine di architettura impostata per salvaguardare la natura e l’ambiente dove abita l’uomo e ogni altra forma vivente. A proporre questo percorso espositivo con acquerelli e frammenti architettonici a cura di Steven Holl Architects è Antonia Jannone Disegni di Architettura a Milano in Corso Garibaldi 125, visibile fino al 14 luglio 2023.
Attento allo studio della luce e dello spazio Steven Holl nato nel 1947 a Bremerton, Washington, tra i più influenti architetti d’America, con grande sensibilità ha evidenziando le specifiche qualità di ciascun progetto riuscendo a far integrare perfettamente nuovi progetti in contesti di particolare importanza culturale e storica.
Fonte di vita, per ogni essere vivente, nel suo rigenerarsi e nel suo resistere ai costanti colpi inferti dall’uomo per finalità dettate da un sempre crescente bisogno di dominio e di potere, la natura merita rispetto a partire da un nuovo ascolto di quei messaggi che sempre più restituisce mostrando ferite cui diventa sempre più difficile far fronte.
A cinque anni dalla prima mostra “One Two Five” curata da Marco Sammicheli, il progetto espositivo di Steven Holl invita ad una riflessione sul ruolo dell’architettura come attività, oggi inevitabilmente e imprescindibilmente, legata ai doveri dell’uomo nei confronti della Natura. Nata da un’idea di Fulvio Irace, la mostra prende il titolo dall’opera omonima sulla biodiversità dello studioso Edward Osborne Wilson, che, negli anni Settanta, tentava di mappare specie animali e vegetali di tutto il mondo, per identificare i luoghi in cui l’uomo avesse più margine d’azione sull’ambiente comunque proteggendolo.
Proprio perché l’attenzione di urbanisti e architetti è oggi sempre più volta a ripensare gli insediamenti urbani, lo stesso Holl ha provato a rispondere a questa esigenza nel corso del tempo ideando mini-utopie che potessero preservare e/o ripristinare gli ecosistemi in difficoltà grazie a un’architettura ecologica alimentata da fonti di energia rinnovabili. Accanto ad un’immagine a grandezza naturale del Gran Sasso posta su una parete della galleria accompagnata da modelli e studi per una nuova piazza pubblica della comunità il padiglione del Gran Sasso e trasformazioni alberghiere, sono progetti e bozzetti riferiti a proposte di ripristino del paesaggio naturale e di nuovi insediamenti comunitari. A riguardo citiamo quelli con le proposte di risistemazione di paesaggi ai margini delle grandi città americane espressi in Edge of a City (1988-1991) e quelli riferiti all’ideazione e costruzione di nuovi insediamenti comunitari con proposte di sistemi di riscaldamento e raffreddamento in modalità geotermica, riprodotti ad esempio in Spatial Retaining Bars for Phoenix e Spiroid Sectors for Dallas.
Non mancano grandi disegni ad acquerello ispirati alle idee di John Cage sulla creazione controllata dal caso: più della metà delle forme è infatti lasciata all’acqua e alla casualità.
La ricerca di una concezione essenziale di architettura, Steven Holl la ritrova attraverso l’atto del disegnare da lui considerato esercizio quotidiano del pensiero per mettere in “azione” un processo di progettazione che possa assumere “le caratteristiche di un viaggio tra realtà e finzione” dove i grandi edifici fungono da contenitori monumentali che catturano il passaggio del tempo. Così l’architetto afferma:
“Per me lo schizzo, il disegno fatto a mano, è una forma di pensiero. È attraverso i miei dipinti che si precisano i pensieri: dipingendo o disegnando riesco a stabilire una connessione tra l’elemento soggettivo e quello oggettivo. È una maniera imprevedibile di aprire la mente e di sentire liberamente.”
Ad accompagnare l’esposizione è il Catalogo con testi di Evan Douglis, Steven Holl e Fulvio Irace.
Tra i progetti da lui realizzati negli Stati Uniti e a livello internazionale citiamo: la Cappella di St. Ignatius, Seattle, Washington (1997), il Kiasma Museum of Contemporary Art, Helsinki, Finlandia (1998), la Simmons Hall del Massachusetts Institute of Technology, Cambridge, Massachusetts (2002), il Nelson-Atkins Museum of Art, Kansas City, Missouri (2007) e ancora Maggie’s Centre Barts, Londra, Regno Unito (2017), l’Institute for Contemporary Art della Virginia Commonwealth University, Richmond, Virginia (2018), l’Hunters Point Library, Queens Public Library, New York (2019); il Nancy and Rich Kinder Building, Museum of Fine Arts, Houston, Texas (2020) e il Cofco Cultural and Health Center di Shanghai, Cina (2021).
Silvana LAZZARINO Roma 2 Luglio 2023
Steven Holl. Half Earth
Antonia Jannone Disegni di Architettura Corso Garibaldi 125 – 20121 Milano
Orario: dal lunedì al venerdì dalle 15.30 alle 19.30, la mattina e sabato su appuntamento
per informazioni: telefono 02 29002930, e-mail info@antoniajannone.it
fino al 14 luglio 2023