di Carmen D’ANTONINO
Natureza Velada
Helena Manzan
Helena Manzan nasce in Brasile da padre veneto e madre brasiliana, si laurea in accademia d’arte presso l’Università Federale di Uberlandia in Brasile.
Dalla fine degli anni‘90 comincia ad esporre in America ed Europa e, dal 2002 si trasferisce definitivamente in Italia dove vive e lavora, in un luogo che lei stessa definisce magico, un luogo che l’artista considera una vera e propria forma d’arte ed in cui campeggia una spiritualità unica: Castel San Vincenzo, nelle stanze del Palazzo de Jorio Frisari.
Manzan ha tenuto numerose e qualificate mostre in Brasile e in Italia e poi a New York, Londra, Siviglia, Lisbona, e Novosibirsk. È stata presente alla 54ª Edizione della Biennale di Venezia dal 4 giugno al 27 novembre 2011 ed ha partecipato a tantissime mostre in ambito nazionale ed internazionale.
“Mi piace osservare dalla finestra del mio studio, il cambiamento delle stagioni a Castel san Vincenzo, un luogo per me magico dove osservo, rifletto, mi interrogo e poi trasformo…”
Grazie alla bellezza dell’alta valle del Volturno, luogo di riferimento per le sue idee, l’artista trova la giusta ispirazione per creare un’arte in continua evoluzione, con l’utilizzo di quella che definiamo materia organica: lavora con la cenere, la paglia, la sabbia, l’argilla del lago; da queste materie grezze nascono le sue opere d’arte.
Centrale è il dialogo, costante, dell’artista con la natura e con la sua terra di elezione; i titoli stessi delle sue opere sono stati spesso estratti dal diario di viaggio di Helena Manzan. Anche i materiali semplici con cui realizza le sue opere sottolineano ulteriormente il forte legame con le sue origini: pigmenti naturali, acrilico, ceneri, cristalli, smalto, cemento, foglie e rami secchi.
Helena Manzan è quell’artista che produce una bellezza intima, una esaltazione dell’essenziale. Ella ha la capacità di trasmettere velature dell’arte, delle cromie eccezionali passando da una gamma cromatica fredda a quella calda. Labirinti felici che oscillano da un passaggio scuro ad uno spiraglio di luce attraverso la composizione della natura, madre di tutto, così fedele ma che allo stesso tempo nasconde delle ferite.
Sorprendente è la materializzazione delle figure che ricompone attraverso l’esplorazione di suoni, immagini, simboli, quasi a voler svelare segreti nascosti e renderne partecipe l’osservatore.
La dimensione sensibile, tradotta in espressività, non usa strategie storiche o formulazioni scientifiche ma semplicemente trasmette l’esclusivo linguaggio, quasi primordiale, usato per decodificare i segnali dell’arte, In questo modo l’opera d’arte si esprime alla predisposizione e all’armonia modellata dall’anima di coloro che ricevono attraverso la lente il delicato messaggio vitale archetipico emesso da Helena Manzan.
L’artista ci accompagna in un appassionante viaggio nelle profondità dell’arte e di noi stessi. Profondità recondite, abissali, oscure, arcaiche, indifferenziate, inquietanti, persino sconvolgenti, popolate da fantasie, che quasi chiedono di essere plasmate in una forma, di emergere, di avere voce in immagine. Magistralmente guidati in una sorta di movimento regressivo, ci addentriamo quindi in quel mondo interiore che ferve in ognuno di noi e che troppo spesso tendiamo a ignorare. Dal freddo delle grotte e dei rifugi rupestri alle installazioni di Anselm Kiefer, dal Giardino del Paradiso di Francoforte ai grandi dripping di Jackson Pollock, le opere d’arte diventano l’occasione privilegiata per riconoscere, osservare, vivere intensamente ciò che abitualmente ci sfugge e tuttavia ci abita, ci ossessiona, ci spinge in avanti, verso un altro divenire, inducendoci a interrogarci su ciò che avviene di inatteso e imprevisto, nondimeno sospirato e intuito. Helena ci introduce in un altro tempo e in uno spazio diverso. Una pittura che attraversa varie fasi della storia dell’arte, da un secolo all’altro: scene, storie, personaggi, oggetti e paesaggi che si materializzano e si tramutano in colore. Un mondo volto al cambiamento, alla percezione sensoriale, visionaria, all’ascolto immaginativo.
HELENA MANZAN nasce in Brasile, a Minas Gerais, il 03 aprile 1960, da padre veneto e madre brasiliana. Laureata in accademia d’arte presso l’Università Federale di Uberlandia, (MG) Brasile, con specializzazione in programmazione visuale. Dalla fine degli anni ’90 comincia ad esporre in America ed Europa. Dalle 2002 si trasferisce definitivamente in Italia a Castel San Vincenzo (IS), dove vive e lavora. Manzan ha tenuto numerose mostre in Brasile e in Italia, a New York, Londra, Lisbona, Belfast, Siviglia, Osaka, Helsinki e Novosibirsk. Artista presente alla 54° Edizione della Biennale di Venezia, Padiglione Italia, Regione Molise 2011.
È’ stata membro del NUPE, Nucleo di ricerche in pittura, dipartimento di Arti Visiva del Università Federal de Uberlandia. Ha sostenuto diverse spedizioni Scientifiche nella Foresta Amazzonica, dalle quali ha avviato una nuova fase del suo lavoro con la Serie “Energia Animal”. Ciò la porta a realizzare varie installazioni, video, e una serie di produzioni pittoriche. www.helenamanzan.com Instagram/helenamanzanart https://it.wikipedia.org/wiki/Maria_Helena_Manzan
Carmen D’ANTONINO 9 Giugno 2024