di Silvana LAZZARINO
Micaela Legnaioli e Franco Losvizzero espongono a Beirut: “Hole” è la bipersonale aperta al Centro Culturale Rebirth Beirut fino al 30 giugno 2023
Entro un tempo che appartiene a tutti in cui ritrovare storie vicine e lontane, risuonano tra memoria e presente le emozioni dell’uomo tra dubbi e attese, bisogni e speranze in riferimento a quanto accaduto e accade ogni giorno a livello individuale e collettivo. A queste emozioni attraversate da ombre e luci in una società dove sempre più si delineano le conseguenze prodotte dal potere e dal materialismo, fanno riferimento due artisti di fama internazionale attivi a Roma: Micaela Legnaioli e Franco Losvizzero attraverso opere in cui ritrovare un dialogo con la parte autentica di sé spesso rimasta sopita e bisognosa di riemergere pur mostrando tracce di dolore da rielaborare per accedere ad un nuovo ascolto di sé e dell’altro che doni nuova luce.
Parlando di dolore e di come esso possa aprire a spiragli di speranza verso una rinascita, non si può non pensare alle sofferenze e ingiustizie di cui sono vittime diversi popoli e nazioni per cause altrui o esterne, e in questo senso il pensiero va al ricordo del disastro vissuto dalla città di Beirut quando nel 2020 nell’area del porto una terribile esplosione dovuta alla detonazione di 2750 t di nitrato d’ammonio presenti in un magazzino, ha causato la morte di 218 persone e il ferimento di altre 7 000. È proprio a Beirut che Micaela Legnaioli, nata a Nuova Delhi, ha portato la sua opera insieme a Franco Losvizzero nato a Roma e attivo anche a Venezia e New York, per testimoniare quel dolore imprigionato in una sorta di buco che continua a scavare nel ricordo di tante persone.
La bipersonale “Hole” di Micaela Legnaioli e Franco Losvizzero, patrocinata dall’Ambasciata del Libano in Italia e dall’Istituto Italiano di Cultura a Beirut e a cura di Samar Hawa, è in corso presso il Centro Culturale Rebirth Beirut (Gemmayze, Gouraud street, Wakf el Roum bldg, 1°p) dove è visibile fino al 30 giugno 2023. Il titolo fa riferimento oltre a quel buco, a quella ferita che ha lacerato la città di Beirut unitamente a tante vite, anche a quel malessere e sofferenza che affonda nel vissuto interiore dell’umanità più in generale.
Entrambi gli artisti attenti e sensibili ai valori che non si dovrebbero mai perdere di vista come il rispetto, la condivisione, la giustizia e sopra ogni altro la pace, portano attraverso stili differenti e partendo da un tessuto centrato sulle memorie proprie e dell’umanità, il tema del “buco” visto quale ferita/taglio, che in modo diverso è presente in ciascun individuo.
Se Micaela Legnaioli, particolarmente attenta all’identità dell’individuo e alle tracce che egli lascia più o meno volontariamente, entra nella memoria per restituire le sfumature emotive di vissuti interiori ed esteriori, Franco Losvizzero scava dentro di sé per accedere ad una memoria profonda, onirica dove rifugiarsi e distaccarsi dal contesto talora drammatico della realtà, Sono memorie passate e presenti in cui abitano le ferite di origine naturale o artificiale, ferite che possono ricucirsi o restare aperte a segnare un tempo interrotto e lacerato. Hole è questa ferita che penetra in profondità oppure attraversa una superficie segnandone passo passo un destino incerto.
Se da una parte Micaela Legnaioli scava nelle lamiere ora con delle punte in acciaio ora con degli acidi, Franco Losvizzero utilizzando diversi materiali e la bidimensionalità del foglio, entra nella profondità di quel buco con cui giunge all’inconscio che lo proietta in un mondo surreale, del sogno e dell’incubo. È in quell’inconscio dove abitano paure e tutti i non detti, che va ricercato il possibile punto di partenza per ripensare ad una rinascita.
Impegnata per una rinascita già da anni nella ricostruzione che coinvolge l’assetto urbanistico, e tutto l’aspetto legato al lato umano e al piano culturale, Beirut ha accolto nel 2008 la mostra “Correnti Mediterranee” di Losvizzero col Ministero della Farnesina, il cui messaggio volgeva al bisogno di superare barriere, oltre le guerre, oltre l’inquinamento, oltre le ferite di cui Beirut è testimone dolorosa, ma anche esempio di grande rinascita.
Nei labirinti della memoria tra storie e vissuti e nelle ombre e luci di un presente talora incerto, conduce l’opera di Micaela Legnaioli attraverso rappresentazioni di volti, “presenze” in cui la materia si fonde con il segno ed il colore, facendo emergere
“stati d’animo ed emozioni rimaste sopite, che affiorano da percorsi accennati o incisi di memorie lontane, ma anche di vissuti legati al presente che fanno parte della persona con le sue paure e speranze, ansie e gioie” ( da un precedente articolo della sottoscritta pubblicato su AboutArt Cfr https://www.aboutartonline.com/stati-danimo-ed-emozioni-rimaste-sopite-al-via-le-presenze-di-micaela-legnaioli-galleria-kou-dal-30-gennaio/).
Si viene al cospetto di volti e profili che, realizzati con la tecnica della “circumductio umbrae”, restituiscono le possibili emozioni degli individui tra fisicità e spiritualità alludendo quindi alla presenza fisica umana, ai legami con le origini del mito; invece la spiritualità emerge dallo spazio circostante nel suo interagire con il mondo esterno. Attraverso i Profili si accede dal visibile all’invisibile, verso un luogo interiore da esplorare per ricontattare la memoria di un silenzio che rimanda alla solitudine come alla nascita perché parte dell’uomo, necessaria per perdersi e ritrovarsi.
La dimensione dell’oltre che appartiene ad ogni individuo, come alla memoria dell’umanità viene affrontata da Franco Losvizzero con circa quindici opere inedite di diverse dimensioni, realizzate su carta, tela e metallo. Come in uno scenario onirico appaiono personaggi di un mondo surreale ed espressionista rivelandosi quali impalpabili mostruosità che giocano ad animare quelle zone inesplorate dell’inconscio. Così dalla bidimensionalità della tela appaiono bassorilievi e sculture che come apparizioni si manifestano da una parte e dall’altra della superficie dell’opera.
Qui le tele trofeo sono completate da piccole sculture in resina-cerosa con corpi sinuosi a metà tra l’animale e l’umano. E’ in questo connubio che l’artista conduce a guardare al mondo della mitologia, delle memorie ataviche per far riaffiorare ricordi lontani e sopiti da troppo tempo. A questo si aggiunge il lato giocoso proprio del bambino legato all’infanzia dove tutto è stupore e meraviglia e dove rifugiarsi da tutto ciò che allontana dalla propria autenticità. Anche in queste opere emerge il bisogno di scoperta o meglio riscoperta di sé, per accedere a quelle zone del pensiero e di un passato lontano che si è voluto dimenticare proprio come spiega Franco Losvizzero che attraverso l’oscurità e quelle zone non emerse della propria interiorità riconosce parti di sé dimenticate seppur scomode e dolorose:
“Pescare in questo buco, come infilando un braccio nelle mie oscurità, mi conduce a riconoscere pezzi di me che ho dimenticato o non voglio vedere. La verità nel restituirle così come le trovo è il mio atto di coraggio, l’operazione più intima! Le mie viscere nascondono verità scomode in cui tutti, direttamente o indirettamente si riconoscono. Un percorso interiore allo specchio che conduce ad una catarsi e ad una riconciliazione ognuno con il proprio mostro”.
Oltre ad essere scultore in vetro a Murano, Franco Losvizzero è anche video-artista: ha partecipato nel 2009 al Festival Internazionale del Film di Roma-Sez. Fish Eye, con il film “N.Variazioni “ (93 minuti-BOMA production-’09, con Violante Placido, Luca Maria Patella e tanti altri) vincendo il primo premio “Pan Fish” e il premio “35mm”. Ha partecipato al Festival di Locarno e al festival “Loope” di Barcellona nel 2006 con il film “Il grande sogno di un nano”.
Per il profondo messaggio racchiuso in questo progetto espositivo e per il valore universale legato alla memoria per una nuova visione del presente, lo scorso 16 giugno 2023 presso l’Ambasciata del Libano a Roma i due artisti hanno parlato al pubblico presente di questa loro bipersonale.
Tra le mostre personali di Micaela Legnaioli citiamo accanto a “Presenze”, Kou Gallery, Roma; “Identità nascoste”, Spazio arte SU Gallery, 2020, Roma, e Autoritratto al Macro “Anghelopoulos e Micaela Legnaioli in dialogo con Massimo Scaringella | L’arte material per l’anima” Auditorium Macro, 2019, Roma; anche “Gabbie Dorate” 2019 Beliving, Roma; Installazione “Foglie nel vento” Kou Gallery 2019, Roma; “Vite parallele” Galleria Open Art 2018 – 2019, Roma; la Bi-personale “Passaggi-Passages”A.T. Anghelopoulos / Micaela Legnaioli, Lords Luxury 2018, Roma e “Undici vite” Galleria Fidia 2018, Roma.
Tra le principali esposizioni di Franco Losvizzero: “5 Souls”, personale a Chelsea, New York, 2018; “11-La Porta Alchemica” alla Galleria Pio Monti di Roma, 2018; “L’Albero della Cuccagna”, Milano Expo 2015, a cura di Achille Bonito Oliva (catalogo Skira); Queens Museum of Art, in New York, 2016; Glass Stress a Palazzo Franchetti, Venezia, 2015. E poi “Apocalisse XXI” personale alla Strychnin Gallery di Berlino; “O.O.M. Ossa Ossia Messia/Out Of Memory” personale a Napoli in più spazi con presentazione al Museo Madre nel 2010.
Silvana LAZZARINO Roma 24 Giugno 2023