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Lo scorso Giovedì 24 ottobre nel Museo Civico “Mario Antonacci” di Albano Laziale si è inaugurata la mostra “Colli Albani nell’Ottocento. Il contributo locale alla riscoperta dell’antico”, curata dal Direttore del Museo, Prof. Massimiliano Valenti.
Alla presenza delle autorità cittadine l’inaugurazione l’evento è stato introdottoda un piccolo concerto di brani Ottocenteschi del maestro Lorenzo Federici.
La mostra è parte integrante di un progetto più ampio, che prevede anche la realizzazione di un Convegno (che si terrà il 23 Novembre) e la pubblicazione di un volume, che raccoglierà i contenuti di entrambe le manifestazioni.
Il progetto, finanziato dalla Regione Lazio nell’ambito della LR 24/2019 – annualità 2023, prende in esame il contributo che gli studiosi locali diedero alla riscoperta e valorizzazione dell’antico, nell’area dei Colli Albani. Tema marginale e spesso trascurato nella storia degli studi dell’antico, ma che vale la pena ora affrontare a 13 anni di distanza dalla mostra “Colli Albani. Protagonisti e luoghi della ricerca archeologica nell’Ottocento” (Monte Porzio Catone, 2011; Roma – Complesso del Vittoriano, 2012), della quale costituisce una sorta di approfondimento.
L’assunto di base è che dietro ai grandi protagonisti di questa felice stagione di studi (Rodolfo Lanciani, Giuseppe Tomassetti, Theodor Mommsen, etc.), si celavano contatti locali, personaggi eruditi, che contribuirono non poco a questa stagione di esaltazione della storia delle singole municipalità.
L’attività di questi studiosi si dipana in un secolo, l’Ottocento, caratterizzato da grandi turbamenti e cambiamenti, politici e intellettuali. L’occupazione francese di Roma, la Repubblica Romana (e quelle proclamate proprio nell’area dei Colli Albani), la restaurazione del potere pontificio e, infine, la presa di Roma e la definitiva nascita dello Stato italiano. Avvenimenti che condizionarono e stimolarono in vario modo il mondo intellettuale dell’epoca.
Per quel che riguarda il tema dell’iniziativa, l’Ottocento è il secolo della nascita dell’archeologia, della emanazione di decreti per la tutela dei beni archeologici, della regolamentazione degli scavi e della redazione delle prime carte archeologiche. Tra questi avvenimenti e tendenze si collocano gli studiosi locali, spesso legati ancora al potere e pontificio.
La Mostra è incentrata su 17 personaggi, la cui biografia, contributo scientifico e rapporti con l’archeologia ufficiale, è approfondita dai maggiori esperti dell’argomento (Flavio Altamura, archeologo specializzato in preistoria; Luca Attenni, archeologo, direttore del Museo di Lanuvio; Alberto Crielesi, storico dell’arte; Paolo Garofalo, ricercatore archeologo presso l’Università di Lisbona; Maria Barbara Guerrieri Borsoi, storica dell’arte; Claudia Lega, archeologa, già curatore ai Musei Vaticani; Paola Mazzei, archeologa; Paola Micocci, storica dell’arte, responsabile dell’Archivio storico dell’Abbazia di Grottaferrata; Achille Nobiloni, giornalista; Claudio Tosti, antiquario; Massimiliano Valenti, archeologo, direttore dei Musei Civici di Albano), che offrono per quanto possibile visibilità a tutte le città dei Colli Albani.
Grazie alla gentile collaborazione di prestigiose istituzioni (la Biblioteca Statale del Monumento Nazionale di Grottaferrata, l’Archivio storico della Diocesi Suburbicaria di Albano, la Biblioteca scientifica dei Musei di Albano) e collezionisti privati, sono esposte opere manoscritte uniche e rare pubblicazioni ottocentesche dei singoli autori, spesso corredate da preziose dediche personali degli autori. Anche il Museo d’Arte del Comune di Olevano Romano ha gentilmente collaborato all’allestimento espositivo della mostra.
Grazie alla collaborazione del Comune di Monte Porzio Catone, una sezione aggiuntiva della mostra è dedicata alle grandi figure dell’archeologia, che portarono all’attenzione nazionale temi e ricerche degli studiosi locali.
Un video, proiettato nella sala conferenze, consente di calare i vari temi biografici e topografici, con l’attività di architetti, pittori e viaggiatori dell’Ottocento, che con la loro opera documentarono l’antico visibile e scoperto nell’Ottocento nell’area dei Colli Albani.
Prof. Massimiliano Valenti
Direttore scientifico Musei Civici Albano Laziale