di Silvana LAZZARINO
L’opera del Maestro Paolo Gubinelli illumina l’orizzonte di nuova poesia, nella esposizione “Graffi su carta”, con testi critici di Claudio Strinati.
Dove le emozioni rimandano ad un novo respiro con cui recuperare la parte più autentica di sé in ascolto con l’altro e quanto intorno, conduce l’opera del Maestro Paolo Gubinelli, artista di rilevo internazionale, grazie alla sua capacità di restituire una rinnovata visione della realtà attraverso composizioni in cui forma e spazio unitamente al colore, aprono alle transizioni del pensiero quale essenza del ritmo interiore legato ai ricordi passati e agli stati d’animo del presente.
Tra i più affermati artisti contemporanei protagonista di numerose e prestigiose mostre personali e collettive in Italia e all’estero, attraverso studi di progettazione architettonica e grafica Gubinelli ha restituito anche con la tecnica dell’incisione nuova vita ai diversi materiali da lui trattati, primi fra tutti la carta mezzo di espressione artistica più adatto ad accogliere le trasformazioni lasciate dal segno appena accennato o più marcato nel raccontare stati d’animo lungo l’impalpabilità del tempo che sovrasta questa vita.
E ‘proprio il segno tracciato su carta in diverse traiettorie decise, accennate, ripetute, il segno riprodotto anche da graffi che ritmicamente avanzano sulla superficie, ad essere protagonista della sua mostra personale “Graffi su carta” accompagnata da testi critici di Claudio Strinati che si è inaugurata lo scorso 3 novembre 2022 presso il Polo Museale Zona Conce della Carifac’ Arte a Fabriano (AN) (in Via Le Conce 76 Fabriano). L’esposizione ha il patrocino del Comune di Sassoferrato, di Carifac’Arte di cui è Presidente Paolo Santi e della Fondazione CR Fabriano e Cupramontana.
Attraverso le composizioni su carta il Maestro Gubinelli mediante segni linee, sfumati di colore, mette in scena innanzi agli occhi dello spettatore/visitatore il lato luminoso e d’ombra, lirico e materiale che accompagna questo tempo dove regna l’incertezza e quella fragilità che fanno smarrire quel senso di equilibrio tra energie opposte su cui si fonda l’esistenza.
Nato in provincia di Macerata (Matelica i1946) inizialmente attratto dalla musica, Paolo Gubinelli, ben presto si interessa alla pittura di cui apprende tecniche e segreti grazie ad incontri con grandi maestri tra cui Bruno Munari, Enrico Castellani, Mario Nigro e poi Alberto Burri, Giuseppe Uncini, Enrico Castellani e Piero Dorazio, compreso Lucio Fontana dal quale apprende come determinante sia il concetto spaziale che resterà fondante nella sua ricerca. Aperta alle varie sperimentazioni l’arte di Gubinelli dopo diverse esperienze pittoriche su tela e altri materiali con l’uso di tecniche non tradizionali, si accosta alla carta inizialmente lavorando il cartoncino bianco morbido al tatto particolarmente ricettivo alla luce, poi utilizzando al suo posto la carta trasparente, entrambi incisi in modo più e meno intenso secondo strutture geometriche sensibili al gioco della luce.
La carta infatti attraverso incisioni, tagli, piegature e acquerelli, gli ha permesso di raccontare aspetti dell’esistenza che spesso sfuggono in una società frenetica e sempre in corsa contro il tempo come quella attuale. In particolare sono proprio questi tagli e incisioni che diventano occasioni per ripensare all’attesa, alla sospensione con cui mettersi in ascolto dei luoghi più silenziosi del pensiero a ritrovare quella leggerezza con cui osservare la vita. Leggerezza che se da una parte rimanda alla fragilità del vivere, dall’altra suggerisce la possibilità di distaccarsi da ciò che è ancorato al transitorio, reso anche attraverso l’uso del colore con la morbidezza dei pastelli. Entro questa possibilità di ritrovare un dialogo interiore i suoi segni e sfumati di colore mettono in luce come accanto all’incertezza e all’incognita sul destino dell’uomo, vi sia una possibile apertura alla magia del sogno quale formula per evadere dal caos quotidiano e perdersi fin quasi a smarrire il proprio sé.
Nelle sale dell’ex conceria di Fabriano sono esposte opere realizzate su 25 fogli rettangolari, 12 fogli rotondi, 8 quaderni d’autore con disegni e testi.
Su queste superfici dove la carta ritrova nuova vita il Maestro Gubinelli ha creato effetti di luci e ombre attraverso il suo tratto che lega il visibile all’invisibile, la materia allo spirito. Un tratto che viene esaltato dalla magia del colore nelle sue diverse tonalità pastello ad agganciare immagini di natura tra terra e mare, acqua e fuoco. Il colore nell’accompagna i ritmi di linee appena incise, mette lo sguardo innanzi ad un alternarsi di trasparenze visive e poi emotive che nel loro divenire creano smarrimento proiettando il pensiero ad accostarsi a quella sensazione di infinito che suscita la Natura risvegliando nell’uomo una nuova consapevolezza per ritrovare quella perduta armonia proprio con la stessa vita.
È un segno quello di Paolo Gubinelli che ora definisce possibili verità attraverso la precisione con cui genera linee e tracciati sulla carta, ora apre al cambiamento, alle possibilità della vita nel suo mostrarsi appena accennato e in divenire.
Riguardo i Graffi e altre opere più recenti di Gubinelli così scrive Claudio Strinati:
“… nei Graffi nutriti di quel delicatissimo colore in polvere che imprime una singolare preziosità a questi lavori invero magistrali, ho creduto di vedere il cielo, o magari l’orizzonte, il sole che nasce o tramonta, la distesa infinita del mare, una specie di infinito leopardiano, che non disdice forse a un uomo delle Marche come lui.”
Le opere presenti in questa esposizione sono state realizzate da Paolo Gubinelli recentemente durante il suo soggiorno lo scorso luglio presso il Monastero di Fonte Avellana immerso nella tranquillità del Monte Catria e nel silenzio e misticità del monastero fondato da San Romualdo alla fine del I° millennio.
Il segno geometrico, nelle sue ultime produzioni, da rigoroso e costruttivo ha acquistato sempre più libertà attraverso l’uso di pastelli colorati e incisioni appena avvertibili a scandire l’imprevedibile moto della coscienza entro un’interpretazione tutta lirico musicale.
Le opere di Paolo Gubinelli donano ogni volta l’armonia della vita nel ritrovare se stessi, il proprio punto iniziale dove complessità e semplicità si incontrano, e dove ripartire con quella capacità di accogliere anche ogni aspetto più semplice della stessa esistenza portatore di nuova bellezza: bellezza del segno rigoroso, ma anche sinuoso e sfuggente, armonia del tratto continuo e interrotto che si lascia attraversare da tenui sfumature di colore e restituisce la magia del sogno possibile quale evasione dalle ombre della sera. I colori appena accennati e sfumati delle carte di Paolo Gubinelli rimandano ad una bellezza fuggevole quasi inafferrabile, ad equilibri difficili da raggiungere, ma non impossibili.
Tra le mostre cui ha preso parte il Maestro Paolo Gubinelli, va ricordata la 54^ Biennale di Venezia Padiglione Italia presso L’Arsenale invitato da Vittorio Sgarbi e scelto da Tonino Guerra, con l’installazione di n. 28 carte cm. 102×72 accompagnate da un manoscritto inedito di Tonino Guerra.
Il nome di Gubinelli, o meglio la sua arte è associata a nomi importanti del panorama poetico italiano e internazionale. Diversi infatti sono i cataloghi in cui le sue opere sono accostate a poesie inedite di autori tra i quali citiamo: Adonis, Alberto Bevilacqua, Libero Bigiaretti, Maurizio Cucchi, Milo De Angelis, Eugenio de Signoribus, Luciano Erba, Tonino Guerra, Emilio Isgrò, Clara Janés, Mario Luzi, Alda Merini, Giampiero Neri, e poi Umberto Piersanti, Antonio Riccardi, Davide Rondoni, Tiziano Rossi, Roberto Roversi, Paolo Ruffilli, Mario Santagostini, Maria Luisa Spaziani, Andrea Zanzotto.
Silvana LAZZARINO Roma 13 Novembre 2022
Mostra personale di Paolo Gubinelli
“Graffi su carta”
con testi critici di Claudio Strinati
Carifac’ Arte Fabriano (AN) Polo Museale Zona Conce, Via Le Conce 76- 60044 Fabriano
fino al 31 gennaio 2023
sito web: www.carifacarte.it, per informazioni: info@carifacarte.it