di Silvana LAZZARINO
Verso una rinnovata visione della realtà
dove forma e spazio unitamente al colore, aprono alle transizioni del pensiero quale essenza del ritmo interiore legato alle emozioni, conduce l’opera del Maestro Paolo Gubinelli tra i più affermati artisti contemporanei protagonista di numerose e prestigiose mostre personali e collettive in Italia e all’estero. Attraverso studi di progettazione architettonica e grafica egli ha restituito anche con la tecnica dell’incisione nuova vita ai diversi materiali da lui trattati, primi fra tutti la carta, mezzo di espressione artistica più adatto ad accogliere le trasformazioni lasciate dal segno appena accennato o più marcato nel raccontare stati d’animo lungo l’impalpabilità del tempo che sovrasta questa vita.
E‘ proprio il segno tracciato su carta in diverse traiettorie decise, accennate e ripetute ad essere protagonista della mostra che inaugura il prossimo 11 novembre 2019 alla Bocconi di Milano alle ore 18,00.
L’esposizione Paolo Gubinelli, l’opera su carta a cura di Elena Pontiggia, allestita presso la Sala Ristorante Università Bocconi (in via Sarfatti 25 dal lunedì al sabato dalle 9 alle 12) restituisce attraverso le composizioni su carta del Maestro Gubinelli percorse da segni linee, sfumati di colore, l‘aspetto lirico ed effimero che accompagna questo tempo dove regna l’incertezza e quella fragilità atte a far smarrire il senso dell’equilibrio su cui si fonda l’origine dell’esistenza a partire dall’armonia dei contrari.
Nato in provincia di Macerata (Matelica i1946) inizialmente attratto dalla musica, Paolo Gubinelli, ben presto si interessa all’arte di cui apprende tecniche e segreti grazie ad incontri con grandi maestri tra cui Bruno Munari, Enrico Castellani, Mario Nigro e poi Alberto Burri, Giuseppe Uncini, Enrico Castellani e Piero Dorazio, compreso Lucio Fontana dal quale apprende come determinante sia il concetto spaziale che resterà fondante nella sua ricerca. Aperta alle varie sperimentazioni l’arte di Gubinelli dopo diverse esperienze pittoriche su tela e altri materiali con l’uso di tecniche non tradizionali, si accosta alla carta inizialmente lavorando il cartoncino bianco morbido al tatto particolarmente ricettivo alla luce, poi utilizzando al suo posto la carta trasparente, entrambi incisi in modo più e meno intenso secondo strutture geometriche sensibili al gioco della luce.
La carta infatti attraverso incisioni, tagli, piegature e acquerelli, gli ha permesso di raccontare aspetti dell’esistenza che spesso sfuggono in una società frenetica e sempre in corsa contro il tempo come quella attuale. In particolare sono proprio questi tagli e incisioni che diventano occasioni per ripensare all’attesa, alla sospensione con cui mettersi in ascolto dei luoghi più silenziosi del pensiero a ritrovare quella leggerezza con cui guardare la vita. A proposito di questa leggerezza la curatrice Elena Pontiggia sottolinea come essa non vada letta in termini positivi, ma piuttosto sia da intendersi molto vicino al concetto di fragilità. Così infatti afferma a riguardo:
“La levità, nei suoi quadri e nelle sue carte, non è una qualità ottimistica, trionfalistica, positivista. È una dimensione lirica che confina con la fragilità. Le sue linee delicate che attraversano i fogli senza quasi toccarli, le sue diagonali e le sue circonferenze interrotte che percorrono velocemente lo spazio, i suoi colori soffici che sono sul punto di svanire parlano di un mondo volatile che si dissolve sotto i nostri occhi”.
Leggerezza quale dispersione dell’ascolto di quanto accade intorno, o meglio assenza per ciò che circonda l’individuo se non riferito alla sua persona, che qui viene espressa in leggere incisioni ritmiche a scandire un tempo assente, cui si accompagna anche l’uso del colore attraverso la morbidezza dei pastelli, per sottolineare come accanto all’incertezza e all’incognita sul destino dell’uomo, vi sia una possibile apertura alla magia del sogno quale formula per evadere dal caos quotidiano e perdersi fino quasi a smarrire il proprio sé.
Il Maestro Paolo Gubinelli restituisce al segno la possibilità di parlare di universi interiori interagendo non solo con la carta, ma anche con altri materiali come polistirolo, vetro, plexiglas dove si imprimono ritmi di linee delicate e avvolgenti a comporre geometrie raffinate ed eleganti.
Gubinelli racconta aspetti dell’esistenza che spesso sfuggono in una società distratta: quei segni e tagli diventano occasioni per mettersi in ascolto dei luoghi più silenziosi del pensiero e ritrovare quella leggerezza talora diversa, che coincide col modo di guardare la vita proprio del fanciullo tra stupore e meraviglia.
Le sue opere donano ogni volta l’armonia della vita nel ritrovare se stessi, il proprio punto iniziale dove complessità e semplicità si incontrano, e dove ripartire con quella capacità di accogliere anche ogni aspetto più semplice della stessa esistenza portatore di nuova bellezza, Bellezza del segno rigoroso, ma anche sinuoso e sfuggente, armonia del tratto continuo e interrotto che si lascia attraversare da tenui sfumature di colore per restituisce la magia del sogno possibile quale evasione dalle ombre della sera.
I colori appena accennati e sfumati delle carte di Paolo Gubinelli rimandano ad un bellezza fuggevole quasi inafferrabile, ad equilibri difficili da raggiungere- I suoi lavori tra segni interrotti, accennati lievemente e colori appena sfumati “parlano di una bellezza fuggevole che tende a nascondersi” scrive Elena Pontiggia che prosegue
“Parlano di equilibri difficili, come in certi suoi triangoli opposti al vertice, di cui si potrebbe dire quello che diceva Licini delle sue geometrie: ‘Stanno in equilibrio per miracolo’. Parlano, ancora, di una tensione verso uno spazio diverso da quello, limitato e angusto, in cui ci muoviamo. Linee e tessere colorate danno l’idea, insomma, dell’inizio di un viaggio. Ma quello che interessa a Gubinelli non è il percorso: è il punto di arrivo”
Opere che invitano a riscoprire nuovi possibili modi per interagire con l’esterno a partire da una nuova considerazione di sé. Il segno e i colori diventano anche vie per esplorare il visibile dietro l’invisibile. L’ alternarsi di trasparenze visive ed emotive restituite da sfumature pastello e lievi incisioni di linee in divenire, indirizzano l’uomo a percepire quel senso di smarrimento innanzi all’infinito della Natura risvegliando in lui una nuova consapevolezza per rinascere.
Tra le mostre cui ha preso parte il Maestro Paolo Gubinelli, va ricordata la 54 Biennale di Venezia Padiglione Italia presso L’Arsenale invitato da Vittorio Sgarbi e scelto da Tonino Guerra, con l’installazione di n. 28 carte cm. 102×72 accompagnate da un manoscritto inedito dello stesso Tonino Guerra.
L’Arte di Gubinelli è associata a nomi importanti del panorama poetico italiano e internazionale. Diversi infatti sono i cataloghi in cui le sue opere sono accostate a poesie inedite di autori tra i quali citiamo: Alberto Bevilacqua, Libero Bigiaretti, Maurizio Cucchi, Milo De Angelis, Tonino Guerra, Emilio Isgrò, Clara Janés, Mario Luzi, Alda Merini, Giampiero Neri, e poi Umberto Piersanti, Antonio Riccardi, Davide Rondoni, Tiziano Rossi, Roberto Roversi, Paolo Ruffilli, Mario Santagostini e Maria Luisa Spaziani.
Silvana LAZZARINO Roma 3 novmbre 2019
PAOLO GUBINELLI
L’OPERA SU CARTA
a cura di Elena Pontiggia
Università Bocconi. Via Sarfatti 25 Milano. Inaugurazione 11 novembre ore 18.00
Dal lunedì al sabato dalle 9 alle 12; dall’11 novembre 2019 all’ 8 gennaio 2020
Organizzato da ISU BOCCONI. Ingresso libero