di Claudio LISTANTI
La Da Vinci Classics, casa discografica molto attiva per la riproposta di capolavori musicali spesso caduti nell’oblio, ha da poco pubblicato un cd interamente dedicato al musicista seicentesco Michel’Angelo Grancini proponendo la registrazione di una esecuzione dei Novelli Fiori Ecclesiastici a quattro voci, presentata in prima registrazione mondiale e affidata ad uno specialista di musiche di questo periodo, quale Giovanni Acciai coadiuvato dal complesso Nova Ars Cantandi, da lui stesso fondato.
Il nome di Michel’Angelo Grancini, al di la degli addetti ai lavori, è pressocché sconosciuto al grande pubblico nonostante alcuni specialisti lo considerino il più significativo musicista della scuola milanese del ‘600.
Come frequentemente accade in occasioni analoghe non si conosce il periodo esatto della sua vita. Come evidenziato dallo stesso Giovanni Acciai nelle esaurientissime note inerite nel CD, la scomparsa del musicista risale al 1669, come risulta dall’atto di morte redatto proprio in quell’anno mentre per l’anno di nascita si presume possa essere nel 1605.
Michel’Angelo Grancini (o Grancino come risulta da altre fonti) in effetti è verosimile che nacque nel 1605, se fa testo una dichiarazione dell’abate Filippo Picinelli che nell’opera Ateneo dei Letterati Milanesi ne parla così: “All’età di 17 anni, essendo organista nella Chiesa di S. Maria del Paradiso, cominciò a pubblicare opere”. Questa dichiarazione, visto che la prima composizione del Grancini risale al 1622, fa presupporre che la sua nascita avvenne nel 1605.
Grancini ebbe fama sia come compositore sia come organista, il che gli diede notevole prestigio nell’ambiente musicale milanese tanto da ottenere uno dei due posti di organista del Duomo di Milano. Infatti, nel 1630, si aggiudicò un concorso bandito per la sostituzione dell’organista Guglielmo Arnone, morto in quell’anno, affiancandosi all’altro organista, Giacomo Filippo Biumi. Questo incarico corrispose ad uno dei periodi più tragici per la città di Milano dettagliatamente descritto dal Manzoni nel romanzo I Promessi Sposi, culminato con l’epidemia di peste.
Successivamente, nel 1650, il Grancini fu promosso Maestro della cappella della cattedrale. Parallelamente a questo incarico fu nominato principale compositore di Milano per gli eventi politici e civili, carica che ricoprì fino alla sua morte, avvenuta il 16 aprile 1669.
La sua produzione musicale fu fondamentalmente di tipo ecclesiastico come dimostra una delle sue prime opere, Partitura dell’armonia ecclesiastica de concerti a 1-4 voci, op. I (1622)., seguita da messe, salmi, litanie, concerti ecclesiastici fino alle ultime opere come L’ottavo libro de’ concerti ecclesiastici a 2-4 voci con le letanie della B.M.V. a 4 et 3 voci, op. XIX (1666) e i Sacri concerti espressi in 8 Magnificat et 8 Pater a 4 voci, secondo il rito ambrosiano, op. XX (1669).
Per quanto riguarda lo stile di composizione, il suo sguardo si orientò sia verso l’antico sia verso il moderno, risultando senza dubbio protagonista per la ricerca di una innovazione. Le sue musiche sono giudicate prettamente seicentesche sia per la particolare cantabilità sia per la chiara ispirazione al più grande autore di quell’epoca, Claudio Monteverdi, senza sottovalutare, nelle composizioni prettamente strumentali, la maestosità di Andrea e Giovanni Gabrieli.
I Novelli fiori ecclesiastici concertati nell’Organo all’uso moderno per quattro voci, op. IX pubblicati nel 1643 a Milano da Giorgio Rolla, oggetto della interessante pubblicazione discografica della Da Vinci Classics, può essere considerata una sorta di antologia di brani ad uso e consumo delle esigenze liturgiche alla stregua di un repertorio ideale per i servizi religiosi.
Questa raccolta sacra, oltre ad una Messa concertata (non presente nella registrazione) comprende alcuni mottetti (Exultemus in Domino, Ecce nunc, benedicite, Jubilemus omnes, Audite haec omnes gentes; Exultate gaudio), salmi (Domine, ad adjuvandum me, festina, Dixit Dominus, Confitebor tibi Domine, Beatus vir, Laudate pueri Dominum, Laudate Dominum omnes gentes) tra cui un Magnificat, primo tono, e un altro breve Magnificat, terzo tono e le Litanie della Madonna.
La caratteristica di questa opera, come contenuto nel titolo stesso, è quello di essere composta “all’uso moderno” elemento che, in un certo senso certifica il desiderio del compositore milanese di trovare nuove vie. Anche se dall’ascolto di questo brano non si notano particolari stravolgimenti nello stile musicale, l’uso del termine “moderno” poteva provocare reazioni nell’ambiente liturgico milanese dell’epoca considerando anche il fatto che si era nel periodo della cosiddetta Controriforma. Con l’uso del termine “moderno” il compositore fa capire che aveva aderito alle novità in termini di forme e stili musicali che, all’epoca nel nord Italia, ancora non avevano toccato l’ambiente musicale milanese e che si traduceva in sintesi nell’abbandono della polifonia palestriniana nell’ambito della Musica Sacra per virare intensamente verso la monodia e il “concertato”.
Il CD si avvale dell’esperienza e della competenza di Giovanni Acciai, organista e direttore di coro, che vanta inoltre la specializzazione in “Paleografia e filologia musicale” ottenuta presso l’Università di Pavia e consolidata con la docenza della materia presso il Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Milano, tutti elementi che lo rendono artista ideale per una pubblicazione di questo tipo che dimostra di dirigere con sicurezza e concentrazione.
Al suo fianco la formazione Nova Ars Cantandi, fondata dallo stesso Acciai nel 1998, composta da Alessandro Carmignani Cantus, Andrea Arrivabene Altus, Gian Luca Ferrarini Tenor, Marcello Vargetto Bassus e Ivana Valotti Organo, è considerata punto di riferimento non solo per il repertorio sacro italiano e barocco ma altresì apprezzata per le esecuzioni filologiche alle quali riesce ad abbinare interpretazioni intense e raffinate, come in questo disco.
Claudio LISTANTI Roma 1 Settembre 2024
Michel’Angelo Grancini
Novelli fiori ecclesiastici
Concertati nell’Organo all’uso moderno per quattro voci, op. IX
Nova Ars Cantandi
Ivana Valotti Organo
Giovanni Acciai direttore
CD Da Vinci Classics C00895