I “Segni di Luce”. Una creazione di Paolo Gubinelli ed una poesia per un augurio di speranza.

di Silvana LAZZARINO

SEGNI DI LUCE

Paolo Gubinelli

Oltre quella sottile linea

Dove inizio e fine coincidono, / dove la notte si ricongiunge al giorno,
dove lo sguardo si perde / oltre quella sottile linea dell’orizzonte / in cui mare e cielo si toccano, / si percepisce l’infinita circolarità della vita  / oltre questo tempo
che e’ e non e’ più.
Affiorano allora segni di geometriche evasioni / dove sottili fasci di luce scandiscono nuove aperture / a possibili esistenze nel loro rinascere / risalendo il pensiero  / verso un nuovo giorno.

Silvana LAZZARINO Roma (scritta in data 9 aprile 2020)

NOTIZIE SULL’ARTE DEL MAESTRO PAOLO GUBINELLI

Protagonista di numerose e prestigiose mostre personali e collettive in Italia e all’estero, il Maestro  PAOLO GUBINELLI  attraverso la sua opera conduce verso una rinnovata visione della realtà dove forma e spazio unitamente al colore, aprono attraverso la forza espressiva del segno, alle transizioni del pensiero quale essenza del ritmo interiore legato alle emozioni.

Paolo Gubinelli

Nato in provincia di Macerata (Matelica, 1946) inizialmente attratto dalla musica, Paolo Gubinelli, ben presto si interessa all’arte di cui apprende tecniche e segreti grazie ad incontri con grandi maestri tra cui Bruno Munari, Enrico Castellani, Mario Nigro e poi Alberto Burri, Giuseppe Uncini, Enrico Castellani e Piero Dorazio, compreso Lucio Fontana dal quale apprende come determinante sia il concetto spaziale che resterà fondante nella sua ricerca. L’arte di Gubinelli, aperta alle varie sperimentazioni dopo diverse esperienze pittoriche su tela e altri materiali con l’uso di tecniche non tradizionali, si accosta alla carta inizialmente lavorando il cartoncino bianco morbido al tatto particolarmente ricettivo alla luce, poi utilizzando al suo posto la carta trasparente, entrambi incisi in modo più e meno intenso secondo strutture geometriche sensibili al gioco della luce.

Attraverso studi di progettazione architettonica e grafica egli ha restituito anche con la tecnica dell’incisione nuova vita alla carta e a diversi materiali da lui trattati. La carta in particolare, si rivela il mezzo di espressione artistica più adatto ad accogliere le trasformazioni lasciate dal segno appena accennato o più marcato nel raccontare stati d’animo lungo l’impalpabilità del tempo che sovrasta questa vita. Attraverso incisioni, tagli, piegature e acquerelli con cui esplora lo spazio in divenire della carta, egli racconta aspetti dell’esistenza che spesso sfuggono in una società frenetica e sempre in corsa contro il tempo come quella attuale (salvo questo tempo sospeso per via del Covid 19 che obbliga le persone a restare chiuse in casa per evitare il contagio). In particolare sono proprio questi tagli e incisioni che diventano occasioni per ripensare all’attesa, alla sospensione con cui mettersi in ascolto dei luoghi più silenziosi del pensiero a ritrovare quella leggerezza con cui guardare la vita. Leggerezza che viene espressa  anche inserendo nelle opere incise l’uso del colore attraverso la morbidezza dei pastelli, per sottolineare accanto all’incognita sul destino dell’uomo, la magia del sogno quale formula per evadere dal “caos quotidiano”. I segni del Maestro Gubinelli lasciano spazio all’immaginazione, a ciò che si desideri accada, ma anche all’incertezza per un destino precario dove l’individuo avverte la sua fragilità innanzi all’infinito della natura, della stessa esistenza il cui senso sfugge. Ma la presenza di un colore tenue sfumato dei pastelli restituisce l’occasione per staccarsi anche per un attimo dalla caotica routine lasciando spazio alla possibilità di dare voce al cambiamento per rinascere in una nuova consapevolezza.

Il nome di Gubinelli, o meglio la sua arte è associata a nomi importanti del panorama poetico italiano e internazionale. Diversi infatti sono i cataloghi in cui le sue opere sono accostate a poesie inedite di autori tra i quali citiamo: Alberto Bevilacqua, Libero Bigiaretti, Maurizio Cucchi, Milo De Angelis, Tonino Guerra, Emilio Isgrò, Clara Janés, Mario Luzi, Alda Merini, Giampiero Neri, e poi Umberto Piersanti, Antonio Riccardi, Davide Rondoni, Tiziano Rossi, Roberto Roversi, Paolo Ruffilli, Mario Santagostini e Maria Luisa Spaziani.

Le sue opere sono esposte in permanenza nei maggiori musei in Italia e all’estero. Tra le esposizioni citiamo la 54 Biennale di Venezia Padiglione Italia presso L’Arsenale invitato da Vittorio Sgarbi e scelto da Tonino Guerra, con l’installazione di n. 28 carte cm. 102×72 accompagnate da un manoscritto inedito di Tonino Guerra.

Di lui hanno scritto importanti storici dell’arte e critici. Citiamo il commento di Claudio Strinati del 2009

La carta, con la sua delicatezza, la sua flessibilità, la sua attitudine a lasciarsi modellare diventa per Gubinelli un “medium” estremamente importante che gli permette di esprimersi ai massimi livelli della sua creatività. Non è arbitrario vedere Gubinelli, come molti hanno notato e come è giusto notare, come un vero e proprio “poeta” della pittura. Il suo gesto, in tutti questi lavori, è ridotto a una essenzialità che potrebbe sorprendere ma è invece il frutto di una sorta di distillazione del pensiero che assume concretezza in una personalissima tendenza verso la riduzione al fattore minimo ma, forse proprio per questo, carico di un significato intenso e coinvolgente. Nulla di più lontano da quella moda “minimalistica” che ha dilagato negli anni stessi della maturità di un artista come Gubinelli, in Italia e fuori d’Italia. Gubinelli, in verità, non è artista che possa essere ingabbiato in una formula definitoria tale da inquadrarlo una volta per tutte. Il suo lirismo, più volte richiamato dalla critica attenta e consapevole, è profondamente venato di “concettualismo” ma la sua è una ricerca di forza comunicativa, non di un ripiegamento tale da risultare alla fine inconcludente e deludente”.

Silvana LAZZARINO