I temi del tempo e della metamorfosi nelle “Isole del Tempo” di Anna Di Fusco e Vittorio Pavoncello.

di Lori FALCOLINI

Per Rome Art Week 2024, arte diffusa per la città, la pittrice e fotografa Anna Di Fusco e Vittorio Pavoncello, regista drammaturgo e artista nelle arti visive, presentano Le isole del tempo, opere dialoganti sul tema del tempo e della trasformazione.

Gli artisti Vittorio Pavoncello e Anna Di Fusco

Pensiero ed emozione guidano le opere dei due artisti mettendo in scena isole materiche e spazi introspettivi che si richiamano nella diversità.

Le otto opere fotografiche in alluminio e forex di Anna Di Fusco, dal suggestivo titolo Crateri di sale, raccontano isole del tempo nate da trasmutazioni alchemiche. Dal mare al sale, dalla fluidità alla concretezza sfaccettata dei cristalli. Le Tremiti, isole diomedee intitolate all’eroe dell’Iliade, sono le quinte invisibili di queste opere. L’impasto del colore e le stesure materiche che dipingono le astrazioni espressioniste di Anna Di Fusco lasciano il posto a narrazioni fotografiche ispirate dalla vitalità rocciosa.

Anna Di Fusco
Anna Di Fusco

C’è un continuum creativo tra le opere pittoriche dell’artista e Le isole del tempo: il gioco della profondità e il rilievo che il gesto d’artista compone sulla tela o rivela in uno scatto fotografico.

Anna Di Fusco

Dice Anna Di Fusco.

“La risonanza emotiva guida sempre le mie opere. Io memorizzo un colore oppure un contrasto che mi colpisce e poi lo riporto sulla tela modificandolo. Mi lascio guidare dal piacere del movimento durante la composizione pittorica. Le fotografie sono invece nate dalla fissazione di una emozione: il richiamo irresistibile della luminosità del sale dentro i piccoli crateri rocciosi nella luce accecante di un mezzogiorno estivo. Mi ha colpito la bellezza di quel biancore, gli aghi di pino deposti dal vento, la piuma di un uccello imprigionata nel sale.

“Nella ripresa dall’alto tutto si allontana eppure prende rilievo. Il biancore lattiginoso nell’oscurità rocciosa, i merletti tessuti dall’acqua salmastra indurita dal sole, i cristalli di sale purificati da trasmutazioni. Il sale condisce di perfezione forme marziane: un cuore, organi immaginari, continenti sconosciuti. Le fotografie di Anna Di Fusco colgono la vita. Nei crateri rocciosi lo sguardo d’artista gioca con i depositi salini fissando in uno scatto la bellezza pittorica della natura. Vicino lontano, alto basso, sotto sopra, chiari e scuri: nel gioco dei contrasti tutto si rivela. Nel nero si accendono le sfumature cangianti del sale, compaiono i verdi, il giallo aranciato delle alghe disidratate, il colore ambrato del sale invecchiato o le sfumature infinite del grigio che colorano di eleganza la roccia”.

Anna Di Fusco
Anna Di Fusco

Dice Anna Di Fusco:

“Nella pittura, prima amavo il bianco e il nero, – dice Anna Di Fusco – non riuscivo a trovare la via di mezzo, poi ho cominciato ad apprezzare il grigio. Nelle fotografie c’è una gamma di grigi. Il grigio è un passaggio, un ponte tra il bianco e il nero. È un colore che aiuta, modifica lo stato d’animo traghettandolo dalla pesantezza di un periodo “nero” alla luminosità di un nuovo stato d’animo”. Come il sale marino che nella religione ebraica significa gioia. ” (testo di L. Falcolini per Crateri di sale)

Accanto alle opere di Anna Di Fusco, sono esposte le sculture in alluminio e i disegni Vuoti di memoria e Buchi neri di Vittorio Pavoncello. I disegni, rigorosamente in bianco e nero,  fanno pensare a paesaggi spaziali che ribollono di energia oppure a isole aliene attraversate da linee saettanti.

Vittorio Pavoncello
Vittorio Pavoncello

Come dice l’artista:

I disegni sono nati in occasione di una mostra a cui ero stato invitato che aveva come tema disegnare il futuro. Il disegno è una modalità di pensiero. Attraverso il disegno si progetta, si programma. Il disegno costruisce la realtà o serve ad immaginare una realtà possibile. Così ho disegnato la suggestione del futuro attraverso il punto semplice della matita sulla carta.
Vittorio Pavoncello, Buchi neri
Il punto prende tutto lo spazio del disegno perché l’occhio si concentra su quello. Tutto ciò che c’è intorno scompare. È ciò che accade con un buco nero. Per cui disegnare il futuro nella dimensione minima del punto è una progettualità massima. Il punto come un buco nero attraversa il tempo”.
Vittorio Pavoncello

Le sculture in alluminio di Pavoncello, illuminate scenograficamente da una luce fredda, attirano lo sguardo precipitandolo dentro piccole macchie nere. Buchi neri d’artista.

Vittorio Pavoncello

Le opere in esposizione di Anna Di Fusco e di Vittorio Pavoncello:

“ … recitano quello che sono, di fronte ad un pubblico di spettatori…. Si offrono allo sguardo, alla riflessione, alla trasformazione del tempo che passa e che altera.”. (dal comunicato stampa per Le isole del tempo)

Lori FALCOLINI  Roma 3 Novembre  2024