di Michele FRAZZI
Il libro “Caravaggio” di Rodolfo Papa (fig. 1) fornisce una guida ed un supporto per chiunque voglia accostarsi al percorso pittorico del genio lombardo, lo stile semplice e diretto impiegato dall’autore nella stesura del testo permette di avvicinarsi alla sua opera ad un pubblico di qualsiasi livello, rendendolo in questa maniera adatto anche a chi semplicemente desidera conoscere di più il pittore.
Papa passa in rassegna il suo excursus artistico partendo i primi dipinti realizzati a Roma, passando per quelli della sua fase più matura, per arrivare infine a quelli realizzati nel suo ultimo periodo dopo l’omicidio di Ranuccio Tomassoni che costrinse purtroppo il Merisi ad una fuga ininterrotta trascorsa tra diverse zone dell’Italia del sud e a Malta. Dalla lettura risulta evidente da parte dell’autore la conoscenza dei testi biblici che sono in grado di fornire un valido aiuto nella spiegazione dei suoi dipinti religiosi.
Caravaggio nell’esecuzione delle opere che illustrano le varie scene tratte dalle storie sacre dovette ovviamente fare riferimento ai quei testi che le descrivono, perciò l’accompagnamento delle opere con i passi ad esse relative è un elemento rilevante. In aggiunta a questo l’autore dimostra anche la sua conoscenza dei testi apocrifi ed in particolare della Legenda Aurea di Jacopo da Varazze, un frate domenicano che fu anche vescovo di Genova che compose quest’opera nella seconda metà del XIII° secolo. Il testo si arricchì di ulteriori addizioni nel corso dei secoli fino ad arrivare a descrivere le vite di 200 Santi, le Feste cristiane e le Storie della vera croce, ebbe subito molto successo e godette di un’ampia diffusione in tutta Europa.
Per queste sue caratteristiche godette di un’ampia diffusione fra i pittori che l’utilizzarono frequentemente come riferimento durante la creazione dei loro dipinti, esempi famosi sono quelli di Giotto nella Cappella degli Scrovegni, Carpaccio nelle Storie di Sant’Orsola, Piero della Francesca ed Agnolo Gaddi che dipinsero la Storia della vera Croce o tutta la vastissima tradizione iconografica relativa al velo della Veronica e per venire al nostro caso per ciò che riguarda la Morte della Vergine ( fig. 2). Questo ambito culturale di cui Papa è evidentemente afferrato gli consente anche di proporre al lettore le diverse maniere con cui i vari artisti nelle diverse epoche dell’era cristiana hanno realizzato le iconografie, permettendo così il confronto tra la tradizione e la maniera originale del Caravaggio. Da non tralasciare anzi al contrario da mettere in evidenza è l’apparato fotografico di cui è dotato il testo che è veramente di ottimo livello, il tipo di illuminazione scelto per le foto rende possibile scorgere particolari solitamente in ombra e quindi non visibili ad occhio nudo che qui invece sono bene leggibili e sono quindi un documento prezioso per scorgere “l’altra faccia della luna” della sua pittura, quella in ombra, che negli ingrandimenti si rivela chiaramente e per certi versi sorprendentemente compendiaria, si tratta infatti molto spesso solamente di abbozzi, come si vede ad esempio nel San Tommaso ( fig. 3) e nel Sacrificio di Isacco (fig.4) del resto è risaputa l’economia dei mezzi del Caravaggio che dipingeva solo ciò che era visibile tralasciando tutto ciò che non era apparente all’osservatore.
Michele FRAZZI Parma 17 aprile 2022