di Eleonora PERSICHETTI
Fino 16 settembre, in occasione di The Venice Glass Week, è allestita l’esposizione dell’artista dal titolo ‘Chiaroscuro’, che presenta tutti pezzi unici realizzati in collaborazione con il maestro vetraio Andrea Zilio
Con la mostra Chiaroscuro, le opere contemporanee in vetro soffiato di Michela Cattai tornano in laguna, in occasione della seconda edizione del festival internazionale dedicato all’arte vetraria: The Venice Glass Week, evento promosso dal Comune di Venezia e ideato e organizzato dalla Fondazione Musei Civici di Venezia, LE STANZE DEL VETRO – Fondazione Giorgio Cini, Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti e Consorzio Promovetro Murano.
Chi è Michela Cattai? È un’artista legata a doppio filo a Venezia e a Milano, dalla produzione vetraria a Murano allo studio e alla galleria d’arte a Brera, nel cuore artistico della città milanese. Le sue opere sono accolte in una location d’eccezione: Palazzo Querini, edificio storico sito in Dorsoduro, eccezionalmente aperto per l’occasione e c’è tempo per visitarle fino al 16 settembre.
Lamostra, dal titolo Chiaroscuro, è ovviamente fatta di opere in vetro soffiato di Murano, tutti pezzi unici realizzati in collaborazione con il maestro vetraio Andrea Zilio. È il risultato di una costante sperimentazione suggerita dalla cromia e dalla materia in un’identità stilistica propria dell’artista. La scelta cromatica destinata alla composizione dell’allestimento racconta l’intenzione di dare origine a forme stilizzate e minimali attraverso l’utilizzo del colore sfumato. I toni grafite e bronzo, ottenuti dalla comunione di ossidi diversi, si sfumano fino a raggiungere il trasparente cristallo. Le sfumature tenui, accentuate dai segni della molatura, avvolgono le sculture dalle forme primordiali, divenute ‘creature‘ che invitano ad essere accarezzate e tenute tra le braccia.
A quest’attenta ricerca sul colore si affianca lo studio sulla materia, che porta Michela Cattai ad
introdurre nelle sue opere un diverso elemento, il bronzo: scelto perché fondamentale nella storia dell’arte scultorea e perché comune al vetro per la necessità di fusione. Michela recupera il bronzo dalle bave di scarto della storica Fonderia Battaglia di Milano e le utilizza come elemento centrale per la creazione di un nuovo manufatto. Le ultime sperimentazioni di Michela nascono proprio a partire dal riciclo, dovuto anche alla necessità dell’artista di voler sensibilizzare il pubblico verso un messaggio globale e contemporaneo. Il bronzo, lavorato a Murano insieme al vetro, crea con esso un dialogo: due componenti apparentemente lontani si sposano fino a fondersi in sculture uniche dall’aspetto innovativo.
Spiega l’artista: “Il processo creativo che coinvolge i materiali di recupero è magico. É incredibile come lo scarto di una fusione in bronzo possa diventare materia da plasmare e dar vita ad una nuova creazione continuando la sua storia in una nuova identità.”
Eleonora PERSICHETTI Venezia Settembre 2018