di Daniela CARDONE
Slitta a Settembre e non ad aprile come tradizionalmente, la sessantesima edizione del Salone del mobile di Milano. La strenua attesa sarà ripagata dalla certezza, si spera, di svolgere tutto in sicurezza, rispetto al perdurare della crisi sanitaria.
Nel frattempo gli addetti ai lavori (aziende, designer, giornalisti) attendono notizie più dettagliate imputando allo slittamento in calendario il fatto che fronteggiare la pandemia in corso comporterebbe il rischio di perdere utenti e pubblico provenienti dai principali comparti italiani.
Il presidente del Salone del mobile Claudio Luti racconta della necessità di posticipare l’expo, consapevole della tragica condizione che anche il mercato del design sta vivendo in questo periodo:
«Confidiamo che lo slittamento a settembre possa lasciare i giusti tempi per superare la fase ancora acuta della pandemia e rappresentare davvero una ripartenza reale a livello globale […]. Ci saremo e saremo ancora più belli e motivati, come motivate sono le imprese che stanno lavorando per progettare e produrre le migliori proposte possibili. Dopo un così lungo tempo di distanziamento fisico e sociale in ogni ambito vorremmo poter pensare al Salone dell’incontro e del confronto reale, e poter tornare a emozionarci insieme con una città animata di nuovi propositi».
Il Salone del mobile di Milano è ancora oggi a distanza di sessant’anni dalla prima edizione, proprio nel 1961, la più importante esposizione a livello mondiale, che coniuga business e cultura, simbolo della storia del design e dell’arredo.
Le tipologie stilistiche vanno dal classico e lussuoso senza tempo, al design di grandi firme, funzionale e innovativo, raccogliendo la creatività e la tecnologia delle migliori imprese del settore. Ogni anno si investe in prodotti e soluzioni dell’abitare, con oltre 370.000 presenze provenienti da 188 paesi.
Un’eposizione che mai come in questo momento dovrà adattarsi alle condizioni abitative imposte dalla pandemia in atto. Se gli architetti e i designer dovranno ripensare lo spazio post covid, il Salone del mobile 2021 si aprirà su uno scenario nuovo oltre che complesso. Gli interni, senza perdere la propria anima estetica, dovranno essere resi funzionali rispetto ai nuovi spazi, a supporto di esigenze ambientali compromesse dai vincoli della pandemia, dalle distanze, dalla necessità di guardare verso i colori e la luce dell’ambiente esterno. A Ultrecht l’artista Siba Sahabi ha recentemente dedicato al tema un’istallazione sull’esperienza dell’isolamento (pandemico).
Monax è un’installazione outdoor visibile all’interno dell’esposizione Living Apart Togheter: un racconto della solitudine vissuta in quest’anno di pandemia e di lockdown.
Blocchi specchiati con delle sedute che godono della visuale dall’interno verso l’esterno, perché la solitudine e l’isolamento, mai come ora, possano essere proiettati, simbolicamente e progressivamente, verso l’esterno.
Daniela CARDONE Napoli 7 febbraio 2021