di Claudio LISTANTI
Un programma di grande interesse con al centro il Simbolismo di Maurice Maeterlinck che ha ispirato Paul Dukas, Béla Bartók e Claude Debussy
La pandemia sta colpendo oltre misura il mondo dello spettacolo dal vivo, da oltre un anno in attesa della sospirata ripresa che, però, tarda sempre di più a venire.
Gli organizzatori del Festival di Lione, la rassegna che tradizionalmente si svolge nel mese di marzo presso la graziosa ed importante, sia storicamente che culturalmente, città francese situata nella regione del Rodano-Alpi, non si sono dati per vinti ed hanno organizzato, comunque, un festival che, non potendo ospitare spettatori, sarà trasmesso interamente in streaming. Gli appassionati potranno fruire gratuitamente non solo degli spettacoli in programma ma anche di molte attività collaterali ad essi, utili per approfondire i contenuti molto stimolanti che il festival propone. Saranno 5 giorni intensi di trasmissione che si svilupperanno nel periodo che va dal prossimo 22 marzo fino a tutto il 26.
Il titolo scelto dall’attuale direttore generale dell’Opera di Lione, Serge Dorny, è del tutto emblematico per comprenderne il contenuto: Festival “Femmes Libres ?”. Una riflessione sulla libertà della donna, spesso evocata ma troppe volte negata, da condurre parallelamente a capolavori musicali del primo ‘900 nei quali la libertà delle donne sembra drammaticamente annullata. Ma quel punto interrogativo contenuto nel titolo sembra, in un certo senso, ammonirci: di fronte alla libertà le donne prigioniere possono fare scelte contrastanti? Lo spettatore sarà coinvolto direttamente in questa contraddizione.
Per seguire questo tema conduttore sono state scelte due opere che posseggono un comune denominatore, quello dell’ispirazione letteraria. Si tratta di Ariane et Barbe-Bleue, musicata nei primi anni del ‘900 da Paul Dukas su un libretto di Maurice Maeterlinck che si ispirò alla fiaba La Barbe Bleue di Charles Perrault, eseguita per la prima volta a Parigi nel 1907. Ad essa è stata avvicinata un’opera contigua, A kékszakállú herceg vára (Il Castello del Duca Barbablu) del compositore ungherese Béla Bartók, conosciuta più semplicemente come ‘Il Castello di Barbablu’, musicata su un libretto di Béla Balázs che trasse ispirazione non solo dalla precedentemente citata fiaba di Perrault ma anche dal testo di Maeterlinck. L’opera fu composta nel 1911 per la partecipazione al premio “Ferenc Erkel” e rivista nel 1912 per un altro concorso, questa volta organizzato dall’editore Rózsavölgyi. In entrambi i casi non fu apprezzata e la prima assoluta slittò di qualche anno. Avvenne poi nel maggio del 1918 presso il Teatro dell’opera di Budapest.
Video https://www.youtube.com/watch?v=w_oomfbPsnw
Il trailer dello spettacolo A kékszakállú herceg vára (Il Castello del Duca Barbablu)
Entrambe le opere, oggi, godono di una diffusa considerazione, non solo per la forza espressiva delle due splendide partiture ma anche per la efficace e comune lettura ‘simbolista’ che le pone come veri capisaldi del primo ‘900.
Accanto a queste due creazioni se ne aggiunge un’altra, che a dire la verità incuriosisce molto, un progetto dal sapore innovativo dedicato ad un altro capolavoro di Maurice Maeterlinck, vera icona del simbolismo letterario, Pelléas et Mélisande. In questa occasione saranno proposti allo spettatore una serie di riprese relative al lavoro effettuato dietro alle quinte per costruire uno spettacolo dedicato a quest’opera letteraria, una sorta di ‘backstage’ del quale, però, non si conosce la forma che sarà utilizzata per rappresentarlo che potrebbe essere un film oppure una pièce teatrale. La messa in scena sarà di Richard Brunel, che dal prossimo 1 settembre ricoprirà la carica di direttore del teatro lionese, raccogliendo così la preziosa eredità artistica lasciata dall’attuale, e apprezzato, direttore Serge Dorny.
Tre opere, quindi, interconnesse ed aventi come centro tematico il ‘Simbolismo’ di Maeterlinck per il quale la realtà è solo ‘apparenza’ individuandone in contrasto una realtà diversa, profonda e misteriosa, in definitiva soggettiva e filosofica. Su questo sfondo agiscono le eroine dei tre capolavori proposti ognuna delle quali mette in risalto la propria personalità: Ariane dell’opera di Dukas con la sua ribellione che la porta alla ricerca della libertà: la Judith di Bartók con la sua ostinata ricerca della verità e le passioni di Mélisande che si concludono con la fine della vita. Per lil capolavoro di Bartók il regista Andriy Zholdak ha scelto di rappresentare l’opera, le cui caratteristiche sono di estrema stringatezza, in due diverse regie che assecondano due diverse letture del dramma nella stessa sera, una reale e l’altra simbolica, mettendo così in risalto, con immediatezza, l’essenza filosofica di tutta la rassegna lionese.
Un festival dai contenuti stimolanti, da seguire con attenzione ed intensità, grazie alla possibilità di poter essere fruito nella sua interezza tramite la ‘rete’ per una occasione che, speriamo, sia nel suo genere ‘unica’ e che preluda alla veloce e piena ripresa di tutte le attività culturali che a causa della pandemia stanno vivendo un drammatico periodo di crisi, in particolar modo quelle relative allo spettacolo dal vivo che, come ci stanno insegnando le restrizioni conseguenti alla pandemia, è in assoluto la modalità insostituibile di fruizione.
Le opere in cartellone
Ariane et Barbe Bleue
Opera in tre atti su libretto di Maurice Maeterlinck
Musica di Paul Dukas
Regia di Àlex Ollé/ La Fura dels Baus. Scene di Alfons Flores. Luci di Urs Schönebaum. Costumi di Josep Abril Janer
Tomislav Lavoie Barbe-Bleue, Katarina Karnéus Ariane, Hélène Carpentier Mélisande, Anaïk Morel La Nourrice, Adèle Charvet Selysette, Ygraine Margot Genet, Amandine Ammirati Bellangère
Orchestra, Coro dell’Opéra di Lyon Direttore Lothar Koenigs
Nuovo allestimento in coproduzione con il Teatro Real de Madrid
A kékszakállú herceg vára (Il Castello del Duca Barbablu)
Opera in un atto su libretto di Béla Balázs
Musica di Béla Bartók
Regia scene e luci di Andriy Zholdak.Scene di Daniel Zholdak.Costumi di Simon Machabeli. Drammaturgia di Georges Banu
Karoly Szemeredy Barbe-Bleue, Eve-Maud Hubeaux Judith, Victoria Karkacheva Judith
Orchestra de l’Opéra di Lyon
Direttore Titus Engel
Nuovo Allestimento
Mélisande
Direzione musicale Florent Hubert
Regia di Richard Brunel. Scenografia e Costumi di Anouk Dell’aiera.Luci di Victor Egéa. Drammaturgia di Catherine Ailloud-Nicolas
Judith Chemla Mélisande, Benjamin Alunni Pelléas, Jean-Yves Ruf Golaud, Axel Bogousslavsky Un vecchio
Strumentisti: Yi-Ping Yang percussioni, Marion Sicouly arpa, Sven Riondet accordéon, Nicolas Seigle violoncello
Nuovo allestimento
Date e orari degli streaming. Connessione gratuita su http://www.opera-lyon.com
Il 22 e il 23 marzo saranno dedicati a presentazioni e dibattiti sulle opere in programma
Lunedì 22
Ore 19.00 presentazione del Festival 2021. Relatrice Charlotte Ginot-Slacik, musicologa, professoressa di storia e cultura musicale al CNSMD (Conservatorio Nazionale Superiore di Musica e Danza) di Lione. Durata 1 ora. Poi disponibile in replay.
Ore 20.00, lettura e dibattito “Dietro le porte del castello di Barbablù”. Relatrice Lola Lafon, scrittrice e musicista. Partecipa la giornalista, produttrice e animatrice di France Culture, Caroline Broué. Durata 1 ora. Poi disponibile in replay.
Martedì 23
Ore 19.00, conferenza “le sfumature del cuore umano” Relatori Francis Wolff, filosofo e professore emerito alla Scuola Normale Superiore di Parigi e Cédric Enjalbert, vicedirettore della rivista Philosophie. Durata 1 ora. Poi disponibile in replay.
Ore 20.00, conferenza con pianoforte “Quelle che non si ascoltavano”. Relatrice Charlotte Ginot-Slacik, musicologa e Célimène Daudet, pianista. Durata 1 ora. Poi disponibile in replay.
Mercoledì 24
Ore 16.00, atelier filosofico per bambini “Le bambine e i bambini”. Durata 1 ora.
Ore 18.30, conferenza “Le voci femminili”. Relatrici Clothilde Leguil, filosofa, psicanalista e professoressa al Dipartimento di psicanalisi di Parigi e Cédric Enjalbert, vicedirettore della rivista Philosophie. Durata 1 ora. Poi disponibile in replay.
Ore 19.30, Ariane et Barbe Bleu di Paul Dukas
Durata 2 ore. Replay in abbonamento su medici.tv . Da aprile su Arte Concert e la prossima estate su Mezzo.
Giovedì’ 25
Ore 19.00, conferenza “Donne ispiratrici e creatrici”. Relatrice Cécile Demoncept, responsabile del servizio culturale e pedagocico del Museo dei Tessuti e delle Arti Decorative di Lione. Durata 1 ora.
Ore 20.30, Mélisande, dietro le quinte. Anteprima della nuova creazione Mélisande da Pelléas et Mélisande di Maurice Maeterlinck, regia Richard Brunel. Durata 20 minuti. Poi disponibile in replay
Ore 21.00, visita virtuale “entrate nella scenografia di Mélisande” a cura di Josselin Sicot, direttore tecnico dell’Opéra di Lione, che ci invita a passeggiare tra le scene di Mélisande al Museo dei Tessuti. Durata 10 minuti. Poi disponibile in replay.
Venerdì 26
Ore 19.00, incontro sul tema “Il Castello di Barbablù”, a cura di Guy Cherqui, giornalista, critico musicale e teatrale, con la partecipazione di Andriiy Zholdak regista, Georges Banu, drammaturgo et Titus Engel, direttore d’orchestra. Durata 1 ora. Poi disponibile in replay.
Ore 20.00, Il Castello di Barbablù di Bela Bartok. Durata 2 ore. Poi disponibile in replay. Dal 30 aprile 2021 su Radio Classica
Gratuit, en ligne sur opera-lyon.com
Claudio LISTANTI Roma 21 marzo 2021