di Claudio LISTANTI
L’edizione 2024 del Festival Crete Senesi si è concluso con un applauditissimo concerto che ha avuto come protagonista il direttore belga Philippe Herreweghe alla guida del Collegium Musicale Gent per una luminosa esecuzione di Hail, bright Cecilia (Ode per S. Cecilia) Z 328 di Henry Parcell.
È stata una serata godibilissima non solo per la qualità dell’esecuzione e per il pregio della composizione scelta per l’occasione ma, anche, per il luogo scelto per l’epilogo di questo importante festival musicale che ha avuto come meravigliosa cornice la Chiesa abbaziale del complesso monastico di Sant’Anna in Camprena situato nelle campagne circostanti Pienza, la splendida cittadina di stile rinascimentale che è uno dei gioielli della provincia di Siena.
La costruzione del monastero di Sant’Anna in Camprena, dipendente dall’abbazia benedettina di Monte Oliveto Maggiore, iniziò agli inizi del 1400 e si protrasse per circa un secolo fino a quando, nel 1517, fu consacrata la Chiesa di Sant’Anna.
Proprio in questo spazio ha avuto luogo il concerto che ha chiuso alla grande il Festival Crete Senesi 2024 e che si è rivelata cornice ideale per un avvenimento musicale come questo che, pur in presenza delle difficoltà ‘acustiche’ dovute all’ampiezza della volta, è riuscito a coinvolgere il numeroso pubblico presente alla serata in maniera assoluta, esaltandone la percezione, le sensazioni e le emozioni.
Ascoltare questa grande pagina musicale di Henry Purcell (Londra, 1659 – 1695) all’interno di una cornice architettonica come questa, basata sulla semplicità della struttura d’insieme ma esaltata dall’impianto a croce latina a navata unica, con il coro quadrangolare che ne segna il confine posteriore all’interno dell’abside semicircolare, rende la fruizione, almeno per quanto ci riguarda, appassionante ed avvincente, un ascolto emozionante e, per certi versi, catartico.
Hanry Purcell scrisse quattro Odi in onore di Santa Cecilia. Le prime due, Welcome to all the pleasures e Laudate Coeciliam, nel 1683 e una terza, Raise, raise the voice, di datazione incerta che molti studiosi collocano nel 1685. La quarta, e ultima, è proprio Hail, bright Cecilia ascoltata in questa occasione datata 1692 ed eseguita per il giorno di Santa Cecilia di quell’anno, 22 novembre 1692 presso la Stationer´s Hall di Londra che precede di tre anni la morte del compositore inglese avvenuta il 21 novembre 1695, proprio alla vigilia del giorno di Santa Cecilia.
Hail, bright Cecilia è una composizione senza dubbio grandiosa scritta per soli, coro e orchestra. Prevede, infatti, un cospicuo organico formato da soprano, 2 contralti, tenore, 2 bassi, coro misto, 2 flauti dolci, flauto dolce basso, 2 oboi, 2 trombe, timpani, 2 violini, viola e basso continuo. Inoltre è di ampie proporzioni essendo costituita da una sostanziosa Sinfonia e da altri 12 numeri, riservati non solo ai solisti ed al coro ma, anche, a duetti (contralto e baritono, contralto e tenore, baritono e basso) ed un trio (due contralti e basso).
Ed è proprio Hail, bright Cecilia Z 328 la più famosa ed eseguita ode per Santa Cecilia fra tutte quelle composte da Purcell, un musicista che per un certo periodo cadde in un ingiusto oblio ma che oggi, anche grazie a questo strepitoso capolavoro musicale, è considerato uno dei grandi compositori della musica barocca.
Basata su un testo di Nicholas Brady, poeta anglicano irlandese, scritto come una sorta di inno in onore della musica e di tutti gli strumenti e, soprattutto, per favorire il gusto di fare musica insieme, non solo per celebrare l’Armonia come componente essenziale delle composizioni musicali ma, anche, base per una esecuzione musicale coinvolgente e trascinante.
Quello che colpisce di questa composizione, oltre alle arie per i solisti, i duetti e il trio, è anche la non comune coralità che dimostra, in maniera del tutto indiscutibile, di essere stato modello per i grandi oratori di Georg Friedrich Händel, che fu nella seconda parte delle sua vita, tra i dominatori del mondo musicale londinese presso il quale, proprio grazie agli oratori, diede vita ad un stile che possiamo definire ‘inglese’ dovuto anche all’utilizzo dei testi scritti nella lingua di quel paese.
Queste caratteristiche händeliane si possono ravvisare nella Sinfonia che apre l’Ode e che prevede una strumentazione a pieno organico che si riverbera anche nel suggestivo coro successivo Hail! Bright Cecilia, Hail! fill ev’ry Heart! di immensa musicalità riproposto in maniera anche più incisiva e massiccia nel coro finale Hail! Bright Cecilia, Hail to thee! che prima di concludersi in maniera spettacolarmente grandiosa, regala spazio ad un prezioso al quartetto formato da due contralti, tenore e basso.
L’esecuzione alla quale abbiamo assistito che il 3 agosto 2024 ha concluso il Festival Crete Senesi, è risultata del tutto godibile e affascinante grazie all’arte di Philippe Herreweghe che come di consueto ha avuto la collaborazione del Collegium Vocale Gent, la sua creatura personale con il quale dimostra di essere in rapporto pressocché simbiotico visti i risultati sonori ottenuti, frutto di una cura assoluta per i suoni e, soprattutto, per l’insieme, raggiungendo un non comune amalgama tra tutte le varie componenti elementi determinanti per una fruizione ottimale e coinvolgente.
Desideriamo citare i nomi di ognuno dei componenti di questo splendido organico composto dalle voci di Miriam Allan soprano, Barbora Kabatkova mezzosoprano, Alex Potter Counter e Robert Kuizenga controtenori, Samuel Boden e Benedict Hymas tenori, Edward Grint e Jimmy Holliday bassi. Al loro fianco gli strumentisti Eva Saladin e Sonoko Asabuki violini, Pablo De Pedro viola, Ageet Zweistra violoncello, Damien Guffroy contrabasso, Emanuel Laporte e Jon Olaberria oboi, Bart Coen e Dimos De Beun flauti dolci, Julien Debordes fagotto, Alain De Rudder e Steven Verhaert trombe, Martin Piechotta timpani e Maude Gratton organo.
Successo travolgente al termine del concerto con numerose chiamate per Herreweghe e numerose richieste di bis. Tutti gli interpreti, con chiarissima soddisfazione per il successo ottenuto, hanno ringraziato il pubblico bissando il finale dell’Ode.
Claudio LISTANTI Roma 11 Agosto 2024