di Maria Cristina CHIUSA
Un grande impegno di squadra ha caratterizzato questo lavoro; decisiva, la squadra della Soprintendenza nella figura di Chiara Burgio, che con l’avvicendamento dei soprintendenti, è stata punto di riferimento centrale per l’avvio dei lavori, sia con il sostegno istituzionale che con l’impegno personale: si deve a lei, fra l’altro, la scelta felice dell’architetto Stefano Botti autore del tour virtuale degli affreschi -che qui presentiamo per la prima volta sul web– realizzato da Abacus e Studio Arco a cui vanno tutti i meriti della realizzazione.
http://www.stefanobotti.com/Il_luogo_della_meraviglia/Il_luogo_della_meraviglia_VT.html
il mondo digitale-virtuale coniugato a quello storico-artistico, all’area delle scienze umane, è più che una scommessa per il futuro, è una chance per consentire alle future generazioni di poter vedere gli affreschi in esame ma anche quanto sarebbe inevitabilmente destinato a sparire, a causa della indifferenza e del degrado.
L’unitarietà d’intenti ha portato a un grande risultato.
Questo contributo intende offrire visibilità a un’opera d’arte e, sotto un profilo scientifico, avanzare nuove scoperte. Si attende tuttavia un intervento conservativo, che auspichiamo con forza.
Il palazzo del Giardino di Parma è una realtà architettonica oggi ben diversa dal ‘palazzotto’[1]fatto erigere da Ottavio Farnese nel Cinquecento sulle spoglie della preesistente cinta fortificata (castello) di origine viscontea, poi riadattata dagli Sforza, serba al proprio interno un ricco patrimonio pittorico, ancor oggi destinato a riservare sorprese. Ai cicli affrescati noti si deve infatti aggiungere un nuovo prezioso capitolo che apre le ricerche ad una generale revisione.
Il tutto nasce da quella che può essere senza dubbio definita una sensazionale scoperta fatta in un vano del sottotetto del palazzo del Giardino di Parma : luogo indubitabilmente tortuoso che attraversando gli spazi oggi riservati al comando provinciale dei Carabinieri, raggiunge la sezione sud-ovest del sottotetto. Proprio qui, negli anni settanta del Novecento vennero scoperte grazie alla vigile e solerte attenzione del Colonnello Fedocci due salette interamente affrescate da Jacopo Zanguidi, il Bertoja (Parma, 1544 – 1573)e Girolamo Mirola, (Bologna, 1530 – 1570), gli autori dei celebri cicli di affreschi delle due note sale al piano nobile, diversamente interpretati dalla letteratura artistica anche recente. Due grandi protagonisti del Cinquecento, non adeguatamente valorizzati e non certo da relegare nella cerchia dei cosiddetti ‘minori’ secondo un’accezione storiografica ormai superata. Si tratta di due artisti di grande rilevanza internazionale. Queste note precedono un appuntamento dedicato a Bertoja e Mirola, a celebrarne l’alto profilo proprio alla vigilia del 2020 che vedrà Parma capitale della cultura.
[1] G. Vasari, Le vite de’ più eccellenti pittori scultori ed architettori scritte da Giorgio Vasari pittore aretino, (Firenze 1568), a cura di G. Milanesi, Firenze 1881, vol. VII, p. 422, in Vita del Primaticcio.
RINGRAZIAMENTI
Determinante, ancora, per la riuscita del lavoro, la squadra composta dal nuovo assessore alla cultura, Michele Guerra, dai dirigenti e funzionari Dario Naddeo e soprattutto Marco Pegazzano che, nei cambiamenti delle cariche istituzionali è stato sempre vigile e fattivo; fondamentale l’apporto dei miei Rotary del club Parmaest: del presidente Massini innanzitutto che ha fatto propria e portato a compimento l’iniziativa, di Giuseppe Iannello, che qualche anno fa, come presidente, gettò le basi per un intervento conservativo sul patrimonio artistico del palazzo del Giardino (convegno internazionale), del generale Cossu, che ha perseguito con entusiasmo lo stesso obiettivo, favorendo in tutti i modi i miei accessi al palazzo, anche all’area riservata dei Carabinieri. Accessi non semplici data la logistica; del presidente attuale Giuseppe Scotti. Un grazie a tutta la squadra dei soci e più in particolare a Giuseppe Bertini, Alberto Bertora, Roberto Campari. Di grande centralità la squadra dei Carabinieri: alcune figure in particolare oltre al già ricordato Giovanni Cossu, il colonnello Marletta e poi il maresciallo Sestito.
Maria Cristina CHIUSA Parma dicembre 2018
Tra qualche mese Jacopo Zanguidi, detto il Bertoja (1540-1573) e Girolamo Mirola (1530/35-1570, saranno inoltre i protagonisti della mostra al Labirinto della Masone che aprirà al pubblico sabato 6 aprile. Due artisti eccezionali e misteriosi che contribuirono, insieme a Correggio e Parmigianino, loro illustri predecessori, a fare del Cinquecento parmense uno dei capitoli più raffinati e significativi dell’arte di tutti i tempi. L’esposizione, intitolata La Maniera Emiliana. Bertoja, Mirola, da Parma alle Corti d’Europa, a cura di Maria Cristina Chiusa, sarà accompagnata da un sontuoso volume curato da Franco Maria Ricci, con contributi dei membri del comitato scientifico diretto da Pierre Rosenberg (Président d’honneur del Musée du Louvre) e composto da un nucleo internazionale dei più accreditati specialisti di settore, fra i quali Dominique Cordellier, David Ekserdjian, Marzia Faietti, Sonia Cavicchioli, Maria Grazia Bernardini, Achim Gnann, Claudio Strinati.