di Nica FIORI (foto di Francesca LICORDARI)
Berlino. Gärten der Welt
Tra le attrazioni di Berlino figurano numerosi parchi, che colpiscono i visitatori per le notevoli dimensioni, ma uno, in particolare, merita una visita non affrettata, in quanto luogo di conoscenza e di cultura. Si tratta del complesso dei “Gärten der Welt”, letteralmente “Giardini del mondo”, che rispecchia in un certo senso la plurietnicità della capitale della Germania. Volendo sorvolare quest’immensa area verde (43 ettari), si può usufruire anche di una silenziosa funivia, realizzata da una ditta italiana secondo le tecnologie più avanzate e inaugurata il 13 aprile 2017, a 30 anni di distanza dalla creazione del parco, in occasione della grande esposizione internazionale dei giardini (IGA), che si svolge in Germania ogni 10 anni.
A dispetto della location in una periferia dell’Est cittadino, Marzahn-Hellersdorf, caratterizzata dai monotoni palazzoni, detti Plattenbauten, che ospitano ognuno centinaia di appartamenti tutti uguali, qui è possibile immergersi nella idilliaca atmosfera dei giardini di tutto il mondo, e riappropriarsi idealmente del paesaggio creato ad arte per soddisfare il naturale bisogno di svago e di riposo dei principi e dei nobili del passato. È questo, in effetti, il fine del parco, che mostra vere e proprie costruzioni a grandezza naturale ispirate ad esempi reali, situati in Paesi molto lontani da Berlino. Un’eccezione è data dal simbolico “Giardino cristiano”, che è una vera e propria opera d’arte contemporanea.
La particolare atmosfera mistica di questo luogo vuole suggerire l’incontro con Dio e lo fa attraverso l’uso della parola. “In principio era il Verbo”, si legge all’ingresso, e in effetti una sorta di grande recinto quadrato è realizzato con pareti costituite da innumerevoli lettere dorate, che formano frasi tratte dalla Bibbia, ma anche da poeti come Goethe, che ci parlano di fede, di amore e di fratellanza universale. Il recinto richiama i chiostri medievali, con i loro giardini interni concepiti come vere e proprie oasi di pace.
Anche il cosiddetto “Labirinto”, realizzato con alte siepi, e nel cui centro è collocata una torretta panoramica, può essere visto in chiave simbolica, come metafora di un problema apparentemente senza via d’uscita. Percorrerlo con calma è un’esperienza indimenticabile e, volendo, si può far ricorso per non perdersi a una piccola mappa che possiamo fotografare all’ingresso. Il nostro pensiero corre al primo labirinto, quello di Creta, dal quale l’ateniese Teseo riuscì a fuggire, dopo aver ucciso il Minotauro che viveva al suo interno, grazie all’aiuto di Arianna, sorella del mitico “mostro” dal corpo di uomo e testa di toro.
In un luogo così magico ci si potrebbe chiedere quale strada sia la più giusta da seguire nella nostra vita per non ripiombare sempre negli stessi errori. E il mito di Teseo e Arianna indubbiamente ci dà da pensare. Può essere considerato un eroe il giovane Teseo che salva gli ateniesi destinati al pasto del Minotauro, ma abbandona Arianna nell’isola di Nasso, dopo averla usata per i suoi scopi? In realtà l’abbandono potrebbe essere per lei la giusta punizione per aver scelto incautamente di aiutare chi avrebbe ucciso suo fratello. Ma i miti sono strani e Arianna alla fine sposerà un dio (Dioniso), mentre Teseo sposerà Fedra, un’altra “eroina” negativa che porterà alla morte il figlio di Teseo, Ippolito, ingiustamente accusato di tentata violenza contro la matrigna.
La rievocazione dell’affascinante clima dei giardini europei ed esotici è ottenuta con l’uso sapiente della vegetazione, delle architetture e delle sculture delle singole nazioni, ben distanziate tra loro grazie alle dimensioni veramente enormi del parco. Tutto ciò contribuisce a farci assaporare il fascino sognante di alcuni luoghi che rievocano giardini storici, come nel “Giardino rinascimentale”, denominato Bobolina, chiara allusione al celebre Boboli di Firenze. Ricordiamo che il giardino all’italiana nasce proprio nel Rinascimento in Toscana con le Ville Medicee e si rifà agli Horti di età romana. Nelle ville rinascimentali, e in seguito in quelle sei-settecentesche, gli spazi erano concepiti per accogliere collezioni d’arte, ma anche feste, tornei, spettacoli, celebrazioni. La ricca vegetazione, grazie alla mitezza del clima italiano, abbinava molte specie arboree, non solo mediterranee ma anche esotiche, mentre alcuni spazi più raccolti, come i giardini segreti, erano caratterizzati dagli elaborati disegni delle aiuole, o dalla fantasia delle fontane e dei giochi d’acqua, che si avvalevano pure di organi idraulici.
Al giardino all’italiana si contrappone il “Giardino inglese”, pure presente nel parco, che vede l’abbandono di ogni forma regolare e di ogni geometria per giungere all’estremo dell’artificio, ricreando la libera natura. Nel cottage inglese intorno a cui si sviluppa questo giardino, si può gustare un ottimo tè, come del resto in molte altre costruzioni ospitate nel parco.
Nel “Giardino orientale” ci troviamo catapultati nel Marocco o nella Spagna moresca, all’interno di un edificio che sembra ispirato all’Alhambra di Granada o all’Alcazar di Siviglia. Le ceramiche vivacemente colorate (azulejos), le colonne e i soffitti lignei lavorati ad arte nello stile mudejar introducono al giardino interno, con i tipici alberi di agrumi (ma solo nei mesi più caldi), oltre a essenze profumate e fiori dai vivaci colori, ed è caratterizzato dallo zampillare di innumerevoli getti d’acqua disposti ad arte. Una sorta di Paradiso in terra per rendere più gradevole un paesaggio dal clima eccessivamente secco.
La presenza di acqua è indubbiamente l’elemento dominante nei giardini asiatici, come in quello coreano, dove è ricreato un fiumicello con rocce e cascatelle, e in quello cinese, dove troviamo pure una cascata e un suggestivo lago contornato da architetture a pagoda. Una sosta nella sala da tè anche qui è doverosa, e, volendo, si può mangiare in un ristorantino tipico. Il giardino balinese è racchiuso entro una serra, perché le orchidee e i grandi alberi tropicali che vi crescono hanno bisogno di un clima caldo umido, mentre quello giapponese (zen) è caratterizzato, oltre che dall’acqua, dall’uso di ghiaia, di rocce e alberelli.
Forse ancora più affascinante è il giardino tailandese, piccolo ma amplificato dalla presenza di specchi, tutto giocato sulla presenza dell’acqua che ospita piccole architetture gradinate, dalle superfici pure a specchio.
Queste creazioni, che esaltano la natura e l’arte, suscitano indubbiamente grande emozione nei visitatori che possono apprezzare nel giro di qualche ora quei paesaggi verdi che forse prima avevano soltanto immaginato attraverso la descrizione fattane da altri visitatori. La stessa emozione descritta poeticamente da alcuni viaggiatori del passato, quali Goethe, Keats, Byron o Stendhal, che vedevano nei giardini dei luoghi atti a “misurare” i propri stati d’animo.
Gärten der Welt. Eisenacher Str. 99 – 12685 Berlino
Orari di apertura: ore 9.00 – 16,00 (novembre-febbraio); ore 9,00 – 18,00 (marzo e ottobre); ore 9,00 – 20,00 (aprile-settembre); biglietto di ingresso: 7€ (in bassa stagione 4€)
Nica FIORI Berlino 1° settembre 2018