Il nuovo allestimento museale della Fonte di Anna Perenna. Visite guidate gratuite a cura della Soprintendenza speciale di Roma

di Nica FIORI

La Fonte di Anna Perenna, situata alle pendici della collina dei Parioli, è uno di quei monumenti romani che affascinano non tanto per la monumentalità della fonte, quanto per l’atmosfera magica legata al culto di una divinità delle acque assai misteriosa: una ninfa che, secondo quanto narra Ovidio nel III libro dei Fasti, veniva festeggiata alle idi di marzo, non lontano dal Tevere, con una festa orgiastica e ludico-agonistica:

Viene la plebe e sparsa qua e là per la verde erba / s’inebria di vino e ognuno si sdraia con la propria compagna. … si scaldano di sole e di vino, e si augurano tanti anni / quante sono le coppe che tracannano, e le contano bevendo. /… Al ritorno barcollano, dando spettacolo di sé a tutti, / e la gente che li incontra li chiama fortunati”.
1 Foto di Fabio Caricchia

Quattro aperture straordinarie del sito archeologico, promosse dalla Soprintendenza Speciale di Roma dal 5 ottobre al 30 novembre, consentono di visitare la Fonte di Anna Perenna con una nuova sistemazione museale. Come ha dichiarato il Soprintendente Daniela Porro:

Dopo un lungo lavoro di allestimento, restituiamo alla città una delle scoperte più importanti avvenute a Roma alla fine del secolo scorso, con l’intenzione di rendere sempre più regolare l’apertura di questo sito”.

Ricordiamo che la scoperta avvenne alla fine del 1999, durante uno scavo di archeologia preventiva per la costruzione di un garage multipiano in prossimità di piazza Euclide, a sei metri di profondità.

Grande fu la sorpresa degli archeologi quando trovarono inseriti nelle murature della fonte tre iscrizioni, tra le quali spiccava la dedica alle Nymphis sacratis Annae Perenae, che permetteva di attribuire senza ombra di dubbio il monumento ad Anna Perenna.

2 Foto di Fabio Caricchia

La notizia ebbe una vasta eco nel mondo scientifico e presto la Soprintendenza aprì il sito, ma le visite vennero interrotte nel 2020 per l’emergenza covid, e da questa chiusura è nata l’occasione per creare una nuova presentazione del monumento, con l’intenzione di rendere sempre più regolare la sua apertura.

3 Foto di Fabio Caricchia

L’archeologo Fabrizio Santi, responsabile del sito, ha specificato:

Per la riapertura della Fonte di Anna Perenna, è stato realizzato un progetto di valorizzazione volto a migliorare l’esperienza di visita. La nuova illuminazione è pensata per creare un ambiente immersivo, evocando la presenza dell’acqua attraverso il blu, mentre una luce bianca radente consente una migliore leggibilità delle iscrizioni. Sono stati realizzati un intervento di pulitura e il restauro delle murature; un video, attraverso un rilievo 3D, mostrerà ai visitatori le caratteristiche costruttive e degli oggetti rinvenuti nella fonte”.

I materiali archeologici ritrovati presso la fonte hanno gettato nuova luce su un culto arcaico, evidenziando nella festa di Anna Perenna altre componenti importanti, oltre a quelle di cui parla Ovidio, in particolare quella magica e soprattutto il concetto del fluire dell’acqua, che era strettamente legato al fluire del tempo. La festa celebrava il primitivo capodanno (quando marzo era il primo mese, prima del calendario di Numa Pompilio, che aggiunse gennaio e febbraio ai dieci mesi romulei) in una sorta di ribaltamento dei costumi abituali.

4 Foto di Fabio Caricchia

Dagli scavi è emersa una vasca rettangolare di oltre quattro metri di lunghezza, chiusa con cocci di anfore vinarie intorno al V secolo, tre iscrizioni murate sulla vasca stessa, delle quali due con dedica alle ninfe consacrate ad Anna Perenna, numerosissime monete di età imperiale, lucerne e scatoline di piombo trovate in una cisterna comunicante con la fontana. Una delle iscrizioni, inserita in un’ara marmorea, allude all’aiuto ottenuto da una coppia per vincere una gara. Evidentemente durante la festa si svolgevano attività agonistiche, ma poteva anche trattarsi di una competizione basata sul numero di coppe di vino bevute.

5 Foto di Fabio Caricchia

Sorprendente è stato il contenuto delle scatoline, esposto nel Museo Nazionale Romano: si tratta, infatti, di figurine antropomorfe di cera impastata con pane, con chiodi infissi sulla pancia come si usa fare nelle fatture. Si è visto che anche alcune lucerne contenevano delle lastre con defixiones, ovvero delle maledizioni. Tutto ciò fa pensare a dei riti magici, vietati dallo stato romano, che si possono spiegare in parte tenendo conto che Anna Perenna è una divinità arcaica, estranea alla città e piuttosto enigmatica. Ma chi era Anna?

Sulla sua identità si sapeva in realtà molto poco già al tempo di Ovidio. Taluni la ritenevano una personificazione della luna, altri una ninfa, nutrice di Giove; altri ancora pensavano che fosse la vecchia che da Boville portava ogni giorno cibo e conforto ai plebei secessionisti che si erano raccolti sul Monte Sacro. A ricompensa di tale servizio, la plebe romana, una volta tornata in città, volle erigerle una statua e prese l’abitudine di onorarla nel sacro bosco (nemus) situato al primo miglio (ad lapidem primum) della via Flaminia, come specificato da Marziale in un epigramma.

6 Foto di Fabio Caricchia

La versione più accreditata era che Anna fosse la sorella di Didone che, profuga e raminga dopo il suicidio di lei, approdò un giorno sul lido italico e venne accolta da Enea nel suo palazzo. Ma Lavinia, la moglie di Enea, era insofferente verso la donna cartaginese che con la sua presenza poteva risvegliare troppi ricordi nell’amato sposo. Anna, che a sua volta diffidava di Lavinia, ebbe un sogno premonitore che l’avvertiva di una trama ai suoi danni. E fu così che in piena notte scappò. Nella sua folle corsa incontrò Numicio, dio del fiume omonimo, che la invitò nel suo letto, offrendole eterna pace. Anna si gettò nel fiume e diventò ninfa perenne. Non trovandola più a casa, Enea mandò dei servi a cercarla e quelli, seguendo le sue orme, la videro alfine tra le acque, ninfa tra le ninfe. Per festeggiare la nascita della nuova divinità, essi si misero a banchettare e da quel momento insorse l’uso di festeggiarla in quel luogo. Il verbo annare indicava l’introduzione del nuovo anno e perannare il ripetersi della prosperità attraverso le stagioni fino all’anno seguente.

Anna potrebbe essere vista, quindi, come una dea Madre simboleggiata dalla luna piena, che nel suo ciclico movimento nutre le creature terrestri. Anna in effetti era nutrice, sempre in movimento e allo stesso tempo vecchia, annosa.

7 Foto di Fabio Caricchia

La scoperta della fonte è probabilmente da mettere in relazione con il grande edificio di epoca arcaica in blocchi di tufo rinvenuto nel 1996, durante la costruzione dell’Auditorium. Il ritrovamento di una grande tegola di terracotta con la testa di Acheloo, divinità fluviale padre delle ninfe, fa pensare che quell’edificio, precedentemente proposto come una villa, potesse far parte del santuario di Anna Perenna. Dista, in effetti, solo 200 metri dalla fonte di acqua sorgiva e dal bosco sacro alla dea, che doveva presumibilmente trovarsi nella collina dei Monti Parioli.

Nica FIORI  Roma 5 Ottobre 2024

Sul sito della Soprintendenza Speciale di Roma è disponibile un podcast di approfondimento sul culto di Anna Perenna e l’avventuroso ritrovamento della fonte a lei dedicata. Le visite guidate gratuite, fino a esaurimento posti, si tengono il 5 e il 26 ottobre, il 9 e il 30 novembre con quattro turni di 50 minuti, con partenza ogni ora dalle 9.40. La prenotazione è obbligatoria.

Info e prenotazioni www.soprintendenzaspecialeroma.it