di Francesca SARACENO
Il binomio Catania-Bellini è un vincolo indissolubile – culturale e identitario – tra uno dei più grandi musicisti italiani e la città siciliana, fiera e riconoscente, che gli diede i natali.
Vincenzo Salvatore Carmelo Francesco Bellini (Catania, 1801 – Puteaux 1835 (fig. 1) vide la luce il 3 novembre del 1801, proprio nel capoluogo etneo, primogenito di una modesta famiglia di musicisti di origini abruzzesi. Sia il padre che il nonno di Vincenzo, infatti, avevano intrapreso la carriera musicale; ma il nonno aveva avuto maggior talento e fortuna, ricoprendo – sul finire del Settecento – il ruolo di Maestro di Cappella del Senato cittadino. E fu proprio grazie alla memoria del nonno, oltre che al suo manifesto enorme talento, che nel 1819 il giovane Vincenzo ottenne dal Decurionato catanese una borsa di studio per la formazione presso il Real Collegio di musica di Napoli; trampolino di lancio per lui verso il successo nazionale e internazionale. Dopo il San Carlo della città partenopea le opere di Bellini furono protagoniste nei maggiori teatri italiani; Milano, Genova, Parma, Venezia, per poi approdare alle glorie europee dei grandi teatri di Londra e Parigi. E proprio in Francia, in un sobborgo parigino chiamato Puteaux, Vincenzo Bellini si spense precocemente, il 23 settembre del 1835. Ma aveva avuto il tempo, tre anni prima, di riabbracciare l’amata Catania, durante un viaggio verso Palermo; e in quella occasione gli furono tributati un’accoglienza festosa e i più alti onori. Non sapevano allora, la città “madre” e il musicista “figlio”, che quello sarebbe stato il loro ultimo incontro.
Ma Catania non avrebbe mai dimenticato il suo splendido “Cigno”. La grande scultura in marmo bianco (fig. 2), mirabile opera di Giulio Monteverde, che dal 1882 troneggia in Piazza Stesicoro, non fu il solo tributo innalzato alla memoria di Bellini. Il magnifico Teatro Massimo catanese, venne intitolato al grande compositore e la prima stagione operistica fu inaugurata proprio con la Norma nel 1890.
Tuttavia, già dal 1871 erano in atto azioni volte a valorizzare i luoghi in cui Bellini aveva vissuto e composto, finché nel 1901 le autorità cittadine e le più alte rappresentanze dell’ambiente artistico catanese, avviarono le pratiche per richiedere che la casa natale del grande musicista, presso il settecentesco palazzo Gravina Cruyllas (fig. 3), in piazza San Francesco, fosse dichiarata monumento nazionale; riconoscimento che arrivò il 29 novembre del 1923. Nel 1926 il Comune di Catania acquistò l’immobile e quattro anni dopo esso divenne museo civico. Da allora la casa museo di Vincenzo Bellini, è stata polo d’attrazione per generazioni di catanesi e di visitatori di tutto il mondo.
Ai giorni nostri, dopo un periodo di restauro e riqualificazione, Catania rende onore ancora una volta al figlio prediletto, restituendo alla fruizione pubblica il sito museale completo, dedicato alla vita e alle opere del grande compositore e operista. Il 28 aprile del 2022 è stata, infatti, riaperta alle visite la casa natale del maestro denominata “Museo Vincenzo Bellini”, con un percorso rinnovato negli allestimenti, che si sviluppa su tre stanze al piano nobile del palazzo, in cui si racconta la vita di Bellini dalla sua infanzia e giovinezza, passando per il breve ritorno in Sicilia, fino all’arrivo in città delle sue spoglie mortali (figg.4-5-6).
Le sale conservano cimeli di pregio e testimonianze autentiche di altissimo valore: composizioni originali del maestro, il suo atto di battesimo, manoscritti autografi, oggetti e strumenti a lui appartenuti, ritratti, sculture e dipinti (tra cui un bellissimo busto bronzeo di Salvatore Zagarella (fig. 7)
e un frammento dell’Apoteosi di Bellini, olio su tela di Michele Rapisardi (fig. 8); itinerario che il visitatore compie mentre la filodiffusione spande nell’aria le celeberrime note del maestro.
L’ultima sala, e forse la più suggestiva, conserva – tra gli altri oggetti – la bara entro la quale il corpo di Bellini venne trasferito da Parigi a Catania, nonché il prezioso drappo di velluto nero, ricamato in argento, che la ricopriva; uno schermo rimanda le immagini a stampa e il racconto vocale del viaggio della salma di Bellini, fino al ricevimento a Catania, il 22 settembre 1876, e la solenne traslazione in Cattedrale (fig. 9), dove le spoglie del maestro vennero tumulate e riposano tutt’oggi.
La casa natale di Bellini ospita, tra l’altro, una preziosa biblioteca contenente non solo partiture musicali e carteggi originali del compositore catanese, ma anche pregiati volumi in cui si raccolgono testi, stampe e manoscritti di diversi autori dal XVIII al XX secolo.
Ma la “chicca” vera e propria per il “moderno” visitatore si trova al secondo piano del plesso di Palazzo Gravina Cruyllas. Grazie a un ambizioso progetto del Comune, di concerto con l’Università di Catania (Dipartimento di Scienze Umanistiche) e l’Istituto di Scienze e Tecnologie del CNR, sotto la guida della professoressa Maria Rosa De Luca dell’Università di Catania, lo scorso 23 marzo è stato inaugurato alla presenza della massime autorità cittadine e delle istituzioni protagoniste del progetto, il museo multimediale dedicato a Bellini, ovvero il “Museo virtuale della Musica BellinInrete”, finanziato con i fondi del Patto per Catania per una cifra che si aggira intorno al milione di euro.
Questa nuova ala del Museo belliniano vuole essere un valore aggiunto al già ricco patrimonio culturale contenuto nella casa museo, e costituisce un’opportunità di fruizione compendiaria e totalmente immersiva nel mondo del maestro catanese, attraverso un imponente lavoro di digitalizzazione di documenti originali, stampe, partiture e lettere autografe, nonché visualizzazioni multimediali e di immagini ad altissima risoluzione, realizzate da TechnoLab Works e Wonderlab. Il potente effetto suggestivo, reso dalle più moderne tecnologie digitali, consente al visitatore una fruizione assolutamente inedita e interattiva; ma ciò che davvero sbalordisce, di questo nuovo sito multimediale, è certamente la struttura scenografica degli allestimenti creati da Civita-Mostre e Musei.
Il percorso museale si snoda, infatti, su diverse sale concepite come dei veri e propri piccoli “teatri”, con tanto di palcoscenici semicircolari e palchetti laterali (fig. 10); arredano gli ambienti eleganti poltroncine in velluto rosso in cui il visitatore può accomodarsi per assistere al racconto – tramite visione digitalizzata – dei momenti più importanti della vicenda umana e artistica del maestro Bellini, proprio come se si trovasse nella platea di un teatro. Drappeggi e tendaggi scarlatti, accompagnano il visitatore dalla “Sala Napoli” alla “Sala Milano”, e poi alla sala “Viaggio al sud”, e fino alle sale commemorative delle opere belliniane rappresentate nei grandi teatri di Londra e Parigi (fig. 11).
Raffinate e suggestive, in questo senso, le ricostruzioni dei foyer attigui alle sale (fig. 12), dove è possibile respirare le eleganti atmosfere ottocentesche in quei grandi templi della musica.
Particolarmente affascinanti sono le riproduzioni fedeli di palchetti teatrali, in cui anche le luci contribuiscono a creare un’atmosfera immaginifica (video 13); tra balaustre, specchi e séparé, il visitatore gode la sensazione realistica di trovarsi all’interno di un palco d’opera, da dove visualizza e ascolta il racconto digitalizzato di viaggi, corrispondenze e rappresentazioni belliniane.
Un’accattivante e quanto mai riuscita mise en scene museale che riesce a far dialogare passato e presente in maniera armonica, efficace e totalizzante, permettendo attraverso l’accompagnamento del racconto vocale alle immagini digitalizzate, una fruizione ottimale di tutta una serie di documenti che, altrimenti, resterebbero meri oggetti di ammirazione storico-artistica, senza poterne cogliere il pieno valore culturale. In particolare le diverse lettere autografe (molte delle quali fisicamente in esposizione) che, grazie anche alla tecnologia multimediale è possibile leggere, quasi riga per riga, forniscono di Bellini un ritratto personale inedito, “umano”, che avvicina empaticamente il visitatore alle vicende del grande maestro. Il percorso museale è opportunamente indicato da didascalie e segnaletica bilingue, italiano/inglese, in conformità alle direttive europee Icom e Open-Data.
La riqualificazione della casa museo e il nuovo progetto “Museo virtuale della Musica BellinInrete”, come ha spiegato la professoressa De Luca, sanciscono – tra l’altro –
“l’adesione di questa struttura alla rete europea di case natali di grandi operisti come Beethoven e Chopin, un’occasione di fondamentale importanza per Catania” e poi “l’inserimento della città di Catania, con il suo Museo “Bellini”, nel circuito delle città dei cinque grandi operisti ovvero Pesaro con Rossini, Parma con Verdi, Lucca con Puccini, Bergamo con Donizetti e, infine, Catania con Bellini.” [1]
Passione, ambizione, elevate competenze e forte senso identitario, hanno fatto del Museo Vincenzo Bellini di Catania un sito culturale di grande importanza e di sicura attrattiva che valorizza e celebra la memoria del “Cigno” della musica italiana fra tradizione e innovazione. Posizionato all’ingresso della splendida via dei Crociferi, salotto del barocco catanese, il rinnovato Museo Vincenzo Bellini è sicuramente una ragione di più, oggi, per visitare la bellissima città etnea.
©Francesca SARACENO Catania, 30 Aprile 2023
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