di Franco LUCCICHENTI
L’arte del paesaggio sterilizza la bellezza della natura anche perchè la rappresenta in proiezione sulla tela
dove la terza dimensione si annulla e diventa metafora della PROFONDITA’. Il paesaggio dipinto idealizza e esalta armonie e atmosfere. Ma è come vedere la superfice del mare, impossibile immaginare gli abissi che nasconde. Entrare fisicamente in un bosco oltre la siepe, lasciare il sentiero, apre ad un altro mondo.
Tutti conosciamo documentari naturalistici. Appena la videocamera si inoltra DENTRO la profondità si rivela la vita che il verde del bosco nasconde. La bellezza della natura maschera la lotta per la sopravvivenza del mondo animale che abita campagne e foreste. Bene e male si miscelano col solo fine di permettere alle forme di vita di appartenere al tempo.
Claude Lorrain, Gaspard Doughet, Nicolas Poussin, Domenichino e altri artisti esorcizzano con il paesaggio classico o ideale la violenza nascosta del mondo naturale. Grazie anche alla ricerca estetica del paesaggio ideale l’uomo comincia a non vedere più nella campagna, dopo il primo ‘600, un territorio ostile dove si andava solo a caccia e dove ci si può perdere al tramonto, ma un luogo in cui è possibile anche vivere di svaghi e delizie. Se il paesaggio dipinto rappresenta talvolta tempeste in arrivo o animali pericolosi -come il meraviglioso Paesaggio con serpente di Poussin– una cittadella vicina o un rasserenante lembo di cielo azzurro tranquillizzano l’osservatore. In questi casi prevale il soggetto storico-mitico sulla classicità serena del paesaggio al contorno.
Nel Stourhead Park vicino Londra un quadro di Claude Lorrain ispira un VERO paesaggio ideale progettato da Henry Hoare nel ‘700. Un paesaggio reale rappresenta un dipinto inventato, alchemica inversione che sostanzia un sogno.
Alcuni grandi artisti del ‘600 fanno trapelare la profondità significante del paesaggio facendo intuire che in campagna abita ancora Pan, divinità legata alle selve e alla natura, che può suscitare, appunto, panico. Funzione prima dell’arte è in ogni caso esorcizzare il divenire del tempo e fissare bellezza ed emozioni positive nel piccolo spazio magico di una tela. Il paesaggio ideale del ‘600 diffondendo l’immagine della maestosa bellezza della natura ha contribuito ad aprire gli occhi sul mondo e le sue parti nascoste. Secoli dopo la tutela dell’ambiente e del paesaggio diventerà una componente indispensabilie per regolare le azioni dell’uomo sul territorio.
Franco LUCCICHENTI luglio 2018