Il Parco Archeologico Culturale di Tuscolo riapre al pubblico dopo i lavori di riqualificazione dell’intera area archeologica

di Nica FIORI

Tuscolo: riapre il parco archeologico

Tuscolo, veduta del teatro

Immaginate un balcone naturale che si affaccia su una valle all’incrocio delle antiche strade laziali della transumanza. Al di sotto un teatro di pietra che ci riporta indietro nel tempo. Parliamo di Tuscolo, il cui Parco Archeologico Culturale riapre al pubblico dopo quasi un anno di chiusura, al termine dei lavori di riqualificazione dell’intera area archeologica. Il paesaggio è quello tipico dei Castelli Romani, con quella particolare dolcezza climatica che tanto piaceva agli aristocratici romani (tra cui Cicerone, Lucullo, Tiberio), che proprio in questo luogo avevano costruito le cosiddette ville tuscolane, tradizione ripresa tra il Cinquecento e il Seicento con la creazione di splendide dimore caratterizzate da scenografici giardini e ninfei, tra cui appare d’obbligo citare lo spettacolare ninfeo Aldobrandini nell’omonima villa a Frascati.

Secondo un detto orientale, anche i luoghi hanno un’anima.

Tuscolo, teatro

Per l’etnologo Fosco Maraini, specialista del Tibet e del Giappone, il paesaggio di Tuscolo possiede indubbiamente uno speciale significato, tanto da averlo chiamato “luogo primitivo dell’anima”. Il viaggiatore, attratto inizialmente dal suo fascino naturalistico, avverte subito che qui la sua ricerca del bello s’intreccia con un emozionante viaggio nella storia. I ricordi del passato sono tangibili, grazie alle evidenze archeologiche, e allo stesso tempo ci troviamo all’interno del più vasto Parco naturale regionale dei Castelli Romani. Ed è per questo che la Comunità montana Castelli Romani e Prenestini, proprietaria del parco, ha stipulato nel 1994 un accordo con la Escuela española de Historia y Arquelogìa en Roma per il progetto di ricerca archeologica Tusculum, che ha visto realizzate finora 20 campagne di scavo, in collaborazione con università ed enti di ricerca sia italiani che spagnoli.

Tuscolo, ingresso al parco archeologico

Inoltre, grazie al più recente progetto “Tuscolo. Luogo primitivo dell’anima”, interamente finanziato dalla Comunità montana, si è provveduto al censimento, all’analisi e alla messa in sicurezza degli alberi compresi nel percorso di visita, al restauro e alla valorizzazione delle strutture emerse dagli scavi (alcune ancora in fase di restauro e quindi non visitabili), alla realizzazione di una rete elettrica e della videosorveglianza, al potenziamento dell’area attrezzata con nuovi arredi, come panchine, bacheche con mappe e notizie storiche e uno spazio per il gioco dei bambini, che ha come tema il bosco.

Tuscolo, scavi lungo il decumano

A partire dal 13 e 14 aprile 2019, tutti i sabati e le domeniche possiamo nuovamente scoprire i resti della città latina, e poi romana, che si estendeva sul limite esterno dell’anello craterico del Vulcano Laziale. Sulla sommità, dove è piantata una croce, sorgeva l’acropoli, mentre l’abitato, protetto da una doppia cinta muraria, era nella parte più bassa. La città sarebbe stata fondata secondo la tradizione da Telegono, il figlio di Ulisse e della maga Circe. A questa origine mitica alcuni autori contrappongono un’altra fondazione, legata al re di Albalonga Latino Silvio, e c’è pure chi ipotizza un’origine etrusca, perché Tusculum potrebbe derivare da Tuscus. Del resto la città doveva avere buoni rapporti con l’urbe al tempo dei Tarquini, i sovrani etruschi di Roma, tanto che Tarquinio il Superbo, quando venne cacciato da Roma (509 a.C.), trovò rifugio a Tuscolo presso suo genero Ottavio Mamelio, dittatore della città. Nella battaglia dei Latini contro i Romani presso il lago Regillo (495 a.C.), capitanata dallo stesso Mamilio, Roma ebbe la meglio, ma stipulò comunque un trattato con i vinti che prevedeva aiuti reciproci in caso di necessità.

Dopo varie vicende Tusculum divenne un municipium romano ed ebbe un lungo periodo di prosperità.

Dopo l’oblio medievale la città ebbe nuovamente importanza a partire dal IX secolo, con la potente famiglia dei Conti di Tuscolo, interferendo anche nella vita politica di Roma, tanto da riuscire a far eleggere alcuni papi. Durante il pontificato di Alessandro III i tuscolani, appoggiati da Federico Barbarossa, sconfissero i romani nella battaglia di Prata Porci (1167), ovvero di Monte Porzio. Ma nonostante questa vittoria il destino di Tuscolo era ormai segnato. La sua distruzione fu posta come condizione per l’incoronazione di Enrico VI di Svevia e la città venne quindi completamente rasa al suolo il 17 aprile 1191.

Fu Luciano Bonaparte (fratello di Napoleone) a fare i primi scavi durante il suo soggiorno alla Villa Rufinella (1804-1820) di Frascati. Riportò alla luce diversi reperti che mandò a Parigi, mentre gli scavi che portarono alla luce il monumento più celebre di Tuscolo, il Teatro, si devono alla volontà di Maria Cristina di Savoia, moglie di Carlo Felice, re di Sardegna.

Il percorso di visita degli scavi si snoda attraverso i resti dell’area pubblica della città, lungo la via basolata che conduce al foro e quindi al teatro.

Il primo edificio che incontriamo sulla destra, all’altezza di un incrocio di antiche strade di collegamento con il territorio latino (la via Latina e la via Labicana), è il sacello di Mercurio, divinità legata ai commerci e quindi quanto mai adatta a un’area di mercato. Il tempietto, costruito tra la fine del II e gli inizi del I secolo a.C. e in uso fino alla metà del III secolo d.C., si presenta come un ambiente absidato, composto da un pronao che affaccia direttamente sulla strada e da una cella retrostante con pareti dipinte e con un pavimento mosaicato. Nell’angolo destro inferiore del mosaico si leggono le lettere E C , che stanno per ex collegio, ovvero costruito su commissione del collegio adibito al culto.

Sulla sinistra della via troviamo invece i tempietti sacri. Proseguendo sulla destra notiamo un basamento arcaico, la basilica, un edificio su un podio e quindi arriviamo al teatro.

Il teatro è addossato alla collina nella parte inferiore, mentre quella superiore, che poggiava su arcate artificiali, è andata distrutta.

I gradini inferiori sono monolitici. Il monumento, datato all’epoca sillana (tra il 70 e il 60 a.C.), ma ampliato sotto Tiberio, doveva contenere 1500-2000 spettatori ed era attraversato sotto la cavea da una via tecta (cioè via coperta), che conduceva all’acropoli. Il confronto che viene spontaneo è quello con la via tecta del tempio di Ercole vincitore a Tivoli, molto più conservata, dove presumibilmente si svolgeva il mercato del bestiame. Il teatro venne abbandonato precocemente, intorno al 250-255 d.C., in seguito alle prime scorrerie barbariche, negli scavi sono state ritrovate tegole originali, decorazioni architettoniche in terracotta e i fori per gli elementi meccanici che muovevano il sipario.

Tuscolo targa di Gregorio XVI.

Il muro ottocentesco che sostiene una grande epigrafe, in cui si ricorda la visita di papa Gregorio XVI alle rovine di Tuscolo, è stato costruito dall’archeologo piemontese Luigi Canina, che fece arrivare il pontefice in carrozza, provvedendo al ripristino della strada basolata.

Sempre sulla sinistra, vicino all’ingresso degli edifici dell’area nord-orientale del foro è la fontana arcaica. Fuori dell’area del Foro, seguendo la via dei Sepolcri, si possono vedere i resti di un edificio termale e del santuario extraurbano. Nonostante la distruzione della città medievale, gli scavi degli ultimi anni hanno individuato nel sito delle terme una chiesa dell’XI secolo, con necropoli annessa, e anche resti di una precedente fase del VI secolo, che saranno visibili a restauri ultimati.

Nica FIORI Roma  aprile 2019

Parco archeologico culturale di Tuscolo

Strada provinciale 73b. Monte Porzio Catone (Roma)

http://wwwtuscoloparcoarcheologico.it

Orari: aprile: tutti i sabati e le domeniche dalle 9,30 alle 16,30; da maggio a settembre: tutti i sabati e le domeniche dalle 9,30 alle 19,30; successivi altri orari da controllare nel sito. Ingresso: € 3, ridotto € 2, gratuito per gli aventi diritto