Il porto di Messina in una carta della Biblioteca Reale di Torino; risoluzione di uno storico equivoco.

di Valentina CERTO

 Le collezioni dei Musei Reali di Torino sono uno scrigno inesauribile di tesori e curiosità.

Presso la Biblioteca Reale, anche il visitatore più distratto indugia, piacevolmente affascinato e colpito dalla ricchissima varietà del patrimonio: 200.000 volumi, carte antiche, incisioni e manoscritti miniati.

Tra le carte si segnala un’interessante pianta topografica del porto e della città di Milazzo, un’acquaforte, databile prima metà del secolo XVIII. Riferita all’ambito olandese, misura 138×114 mm (le dimensioni del foglio sono 194×294 mm). La carta, sicuramente di ottima fattura, si caratterizza per un’incisione precisa, minuziosa e dettagliata. Mostra un porto che ricorda vagamente la forma di una falce e una città dall’ordinamento moderno, caratterizzata da ampie strade e numerosi edifici. La città è circondata da monti e dal mare, mentre il porto si distingue per la presenza di un “castrum” e di quattro imbarcazioni, facendone emergere la vocazione marinara. Nella parte sottostante, due putti si scontrano e indicano due dadi. Vicino ai dadi, che segnano il numero 6, su una pietra campeggia la scritta “MILAZZO”.

1: Pianta topografica del porto e della città di Milazzo, Biblioteca Reale di Torino, prima metà del secolo XVIII. Su concessione del MiC-Torino, Musei Reali-Biblioteca Reale. Fotografo: Davide Cermignani [1].

Guardando con attenzione la conformazione fisica della cittadina di Milazzo e il suo grande porto, si nota che, a differenza della raffigurazione conservata a Torino, presenta una forma longilinea e allungata che, come una lingua di terra, viene bagnata dal mare.

2: Porto e città di Milazzo (Foto da: Portidellostretto.com)

Così come visibile in questa carta della Piana di Milazzo riferita a “Le petit atlas maritime, recueil de cartes et plans des quatre parties du monde” di Jacques-Nicolas Bellin e datata 1764.

3: Jacques-Nicolas Bellin, Piana di Milazzo, Le petit atlas maritime, recueil de cartes et plans des quatre parties du monde, 1764.

Appare invece chiaro il riferimento alla città di Messina, chiamata dai Greci Zancle per ricordare la forma del porto che somiglia a quella di una falce.

4: Porto di Messina (Foto da: Autorità di Sistema dello Stretto).

Messina: un porto a forma di falce

Prendiamo in esame alcune carte, databili tra la fine del XVI secolo e il XVIII, tutte riferite alla città di Messina. Nell’incisione sottostante, degli anni ’70 del 1500, si può benissimo osservare come la protagonista indiscussa sia la falce del porto, così ricca di imbarcazioni e con la cinta muraria rinnovata nel 1537. Il porto di Messina, fonte di ricchezza e “noto al Mondo tutto”[2] per la sua profondità e la sua ampiezza, è il fulcro dell’economia cittadina. Ad ovest le mura percorrono le colline ed includono i vari forti (Matagrifone, Santa Maria dell’Alto, San Francesco, Torre Vittoria). Fuori dalle mura rimangono l’antico “Castellazzo” ed il Forte Gonzaga. Ad est le mura circondano la marina. A sud-est si nota il Palazzo Reale, con le sue sei torri, nel Quartiere di Terranova.

5: Braun-Hogenberg, Messana, Colonia, 1575.

Nel Seicento muta l’impatto visivo. Cambiamenti notevoli sono visibili nella scenografia del porto che fu trasformata dalla costruzione della Palazzata o “teatro marittimo” di Simone Gullì: una serie continua di tredici palazzi che, in sostituzione delle antiche mura, corrono lungo il fronte del porto, dal Palazzo Reale al forte di Real Basso. I palazzi mostravano la facciata scandita da quattro ordini di aperture ed erano intervallati dalle porte monumentali cittadine che davano accesso alla città. La “fabbrica stupenda”, iniziata nel 1622, si snodava lungo il mare come fosse un’unica grande e maestosa facciata. Un’incisione di Placido Donia del 1642, dedicata ai senatori messinesi da Placido Samperi, e posta da quest’ultimo a corredo della sua Iconologia della Gloriosa Vergine Madre di Dio Protettrice di Messina, celebra l’importante realizzazione[3] che donò alla città di Messina pregio ed eleganza.

6: Placido Donia, Messina città di Maria Vergine, 1642.

Il porto di Messina continuava ad essere il centro, non solo economico, della città. Nel Seicento divenne fonte privilegiata di sostentamento: sappiamo infatti che nel 1627 il dazio era di 30 grani per libbra e rendeva più di 30.000 onze, con un guadagno annuo di 600.000 libbre. Si commerciava con la Turchia, la Toscana, Genova, la Francia, l’Inghilterra, le Fiandre; quindi, la città non risentì particolarmente della crisi cui andarono incontro, specie nei primi anni del nuovo secolo, gli altri porti del Mediterraneo, nonostante riscontri gravi difficoltà in campo annonario.

7: Porto di Messina, P. Maestro Vincenzo Coronelli, Isolario Descrittione Geografico-Historica, Sacro-Profano, Antico-Moderna, Politica, Naturale e Poetica, 1696.

Alla fine del Seicento, in una pianta prospettica del 1696, inserita nell’Isolario Descrittione Geografico-Historica, Sacro-Profano, Antico-Moderna, Politica, Naturale e Poetica, del P. Maestro Vincenzo Coronelli, la falce del porto di Messina è il centro prominente della carta, che pone sotto lente anche la Cittadella.

Storia di un “refuso”

Appare chiaro che, nella carta di Torino, la pianta non raffigura Milazzo, ma Messina. Questo “refuso” non è un caso isolato ma appartiene a una serie di incisioni, soprattutto olandesi, che si datano tra gli ultimi anni del Seicento e la fine del Settecento.

8: Milazzo, Nouveau Theatre d’Italie, stampato da Pierre Mortier ad Amsterdam nel 1704. L’opera è di Blaeu.

In “Nouveau Theatre d’Italie”, stampato, in quattro volumi, da Pierre Mortier ad Amsterdam nel 1704, l’incisione dedicata alla pianta del porto e della città di Milazzo esibisce l’errata attribuzione a Milazzo di una pianta topografica di Messina, il cui rilievo si potrebbe datare verso la fine del Cinquecento. “Nouveau Theatre d’Italie” riprende, in verità con pochissime integrazioni, il grande lavoro svolto dal cartografo di Amsterdam, Johannes Blaeu che, nel 1663, aveva pubblicato “Theatrum Civitarum et admirandorum Italiae”, suddiviso in tre libri.

Alberts ripubblica le incisioni in tre diverse edizioni: nel 1724, nel 1725 e nel 1774.

In tutte le varianti, che vanno quindi ad essere ascritte a Blaeu, il porto e la città di Milazzo sono raffigurati come il porto e la città di Messina. Probabilmente è proprio Blaeu la matrice di questa svista.

Identica la sorte di un’altra incisione inserita nel volume “Atlas”, stampato ad Amsterdam nel 1680 e realizzato da Frederick De Witt, uno dei più famosi cartografi e stampatori olandesi.

9: Frederick De Wit, Milazzo, 1680.

Ancora nel Settecento, in una carta della Sicilia, di autore ignoto, databile intorno al 1718 e stampata ad Amsterdam da Gerard Van Keulen, sono presenti, lateralmente, anche otto vedute di città costiere, con i relativi porti/approdi. Una di queste, la quarta, destinata alla città e al porto di Milazzo, sulla costa nord della Sicilia, mostra l’inesatta attribuzione data a una pianta topografica di Messina. Anche in questo caso indicata come Milazzo. L’incisione, a doppia pagina, con acquerellatura, sfoggia il titolo dentro un cartiglio in alto a sinistra, nella parte dedicata alla Sicilia.

 10: Gerard Van Keulen, Sicilia, 1718.

 Valentina CERTO  Messina 19 Gennaio 2025

NOTE

[1] Desidero ringraziare la Biblioteca Reale di Torino e il dottor Davide Cermignani per la cortesia e la gentilezza dimostrata.
[2]C. D. Gallo, Annali della città di Messina capitale del Regno di Sicilia dal giorno della sua fondazione fino ai tempi presenti. Vol. I, Messina 1756, p. 12.
[3] P. Militello, Ritratti di città in Sicilia e a Malta (XVI – XVII secolo), Palermo 2008, p. 62.

BIBLIOGRAFIA

D. Gallo, Annali della città di Messina capitale del Regno di Sicilia dal giorno della sua fondazione fino ai tempi presenti. Vol. I, Messina 1756, p. 12.
Ioli Gigante, Messina, Bari 1980.
Ioli Gigante, Messina: storia della città tra processi urbani e materiali iconografici, Messina 2010.
Martinez, Iconografia e guida della città di Messina, Messina 1882.
Militello, L’isola delle carte: cartografia della Sicilia in età moderna, Milano 2004.
Militello, Ritratti di città in Sicilia e a Malta (XVI – XVII secolo), Palermo 2008.Scheda Catalogo generale dei Beni Culturali, compilata dal dottor Davide Cermignani: https://catalogo.beniculturali.it/detail/HistoricOrArtisticProperty/0100392262