Il restauro della Cappella Cornaro. Risplende il “bel composto” di Gian Lorenzo Bernini

di Nica FIORI

Il restauro integrale della Cappella Cornaro di Bernini, un capolavoro assoluto del barocco romano

Una delle immagini più emozionanti del barocco romano è quella in marmo di Carrara di santa Teresa d’Avila, raffigurata da Gian Lorenzo Bernini distesa su delle nuvole di stucco, coperta da un panneggio estremamente mosso, da cui fuoriesce un piede nudo, e con la testa reclinata all’indietro, in preda a un travolgente rapimento dei sensi. Davanti a lei l’artista ha raffigurato il bellissimo angelo delle sue visioni:

In un’estasi mi apparve un angelo… io vedevo nella mano di questo angelo un dardo lungo; esso era d’oro e portava all’estremità una punta di fuoco. L’angelo mi penetrò con il dardo fino alle viscere e quando lo ritirò mi lasciò tutta bruciata d’amore per Dio”.
Cappella Cornaro, ph. Mauro Coen

Questo gruppo, conosciuto come Estasi di Santa Teresa, è inserito nella Cappella Cornaro, ritenuta da Gian Lorenzo Bernini la sua “men cattiva opera”, ovvero la migliore: un capolavoro assoluto interamente realizzato dal Maestro con i suoi più stretti collaboratori, che va ammirato nell’insieme per coglierne la complessa simbologia teologica, come è stato ben evidenziato dal suo restauro integrale, curato e finanziato dalla Soprintendenza Speciale di Roma. Il lavoro dei restauratori sul monumento, preceduto da accurate indagini preliminari, è particolarmente importante perché, come ha sottolineato la Soprintendente Speciale Daniela Porro, “ha coinvolto la Cappella Cornaro nella sua interezza e inoltre è stata un’occasione unica di studio e di approfondimento dell’opera, in grado di svelare dettagli del processo della sua realizzazione che altrimenti sarebbe stato difficile conoscere”.

Cappella Cornaro, ph Nica Fiori

La cappella si trova nella chiesa di Santa Maria della Vittoria, così intitolata dai Carmelitani scalzi per accogliere l’immagine della Madonna che, esposta da un loro frate, aveva miracolosamente fatto vincere l’esercito dei cattolici contro l’elettore Federico di Sassonia nella Battaglia della Montagna Bianca (8 novembre 1620), presso Praga, nel corso della Guerra dei 30 anni. La fondatrice dell’Ordine delle Carmelitane scalze, cui fece seguito il ramo maschile dell’Ordine, è stata Teresa d’Avila (1515-1582), canonizzata nel 1622 e proclamata Dottore della Chiesa nel 1970 per l’alto contenuto spirituale dei suoi scritti, tra cui Il libro della mia vita e Il castello interiore.

G.L Bernini, Estasi di Santa Teresa, ph. Mauro Coen

La chiesa (una rettoria del Fondo Edifici di Culto) è stata progettata da Carlo Maderno e ospita diversi capolavori (tra cui un San Francesco del Domenichino e una Trinità del Guercino), ma ciò che attrae i visitatori è proprio quell’esperienza mistica di santa Teresa, che è estasi dell’amor divino e non profano, come Bernini ben sapeva, poiché aveva letto l’autobiografia della santa.

Trafitta dall’amor di Dio, Teresa muore durante l’estasi; in quel momento i cieli si aprono e gli angeli la accolgono con una corona e un cartiglio che reca la scritta “Nisi coelum creassem ob te solam crearem” (Se non avessi creato il paradiso, ora lo creerei soltanto per te): indubbiamente una bellissima dichiarazione d’amore da parte del suo sposo celeste.

 

Cappella Cornaro, particolare del pavimento con scheletro, ph Nica Fiori

Grazie ad una presa di luce proveniente dall’esterno, che illumina una raggiera dorata, si allude alla luce del Paradiso.

E in effetti anche gli scheletri raffigurati sul pavimento in due tondi salgono al cielo.

Il significato teologico dell’insieme parte dal basso, dove è collocato il bellissimo paliotto in bronzo dorato su un fondo di lapislazzuli, che raffigura l’Ultima cena, ovvero il momento in cui Cristo introduce l’Eucarestia come mezzo di redenzione.

Cappella Cornaro. Paliotto d’altare con Ultima cena, ph Nica Fiori

Al di sopra dell’altare è collocato il gruppo di Santa Teresa e l’Angelo e ancora al di sopra è lo Spirito Santo, mentre i personaggi che assistono alla “transverberazione” (trafittura al cuore) della santa, entro due edicole laterali davanti a due palchetti (o forse inginocchiatoi), fanno da intermediari tra noi e la sacralità della scena.

Quando il cardinale veneziano Federico Cornaro ebbe in concessione dai padri Carmelitani scalzi di Santa Maria della Vittoria la parte sinistra del transetto della chiesa per realizzare la cappella di famiglia, era il 1647 e Gian Lorenzo Bernini (Napoli 1598 – Roma 1680) aveva poco meno di 50 anni. Era quindi all’apice della sua carriera e in effetti egli creò uno dei massimi capolavori dell’arte barocca, con un impianto architettonico che ricorda quello scenico dei teatri d’opera, che si stavano diffondendo in quell’epoca (il primo era stato inaugurato nel 1637 a Venezia).

Cappella Cornaro, lato sinistro, ph Nica Fiori
Cappella Cornaro, lato destro, ph Nica Fiori

I membri della famiglia Cornaro, raffigurati nelle due edicole laterali, sembrano assistere alla scena commentando ciò che succede, proprio come si fa a teatro. Bernini, pur lavorando in uno spazio della chiesa predeterminato, riuscì a modificare quello spazio sfondando il muro per creare un tabernacolo e un’apertura “a bocca di lupo” che porta la luce, proveniente da una finestra esterna nascosta alla vista, a illuminare la santa con un effetto dorato.

Veduta dell’Estasi di s. Teresa dal basso, ph Mauro Coen

La cappella, inaugurata nel 1651, lasciò tutti a bocca aperta per la bellezza dei marmi e per l’invenzione artistica e altrettanto avviene oggi dopo il restauro che l’ha riportata all’originario splendore.

Come spiega il direttore scientifico del progetto Mariella Nuzzo:

L’intervento si è reso necessario per risolvere alcune criticità non affrontate nel corso dei restauri precedenti, in particolare all’interno del tabernacolo è stata riposizionata la vetrata che irradia il gruppo scultoreo con Santa Teresa e l’Angelo e sono stati restaurati gli stucchi del cupolino. Occasione preziosa anche per verificare le condizioni della complessa decorazione del registro superiore, che ha portato a un importante lavoro di consolidamento e pulitura della sontuosa nuvola tridimensionale sulla quale Abbatini ha raffigurato l’Empireo, dei riquadri con le storie della Santa e degli angeli dell’arcone”.

La visione dell’insieme, in effetti, era fortemente offuscata da sporcizia e dalle ultime tracce di nerofumo, risalenti a un incendio del 1833. Il restauro, eseguito da Giuseppe Mantella, ha ridato vita ai colori chiarissimi dell’affresco di Guidobaldo Abbatini raffigurante schiere di angeli musicanti intorno alla colomba dello Spirito Santo, vero fulcro del dipinto. Le ricerche preliminari hanno rivelato che l’intero affresco dell’Empireo è stato realizzato in 17 giornate di lavoro.

Volta della Cappella Cornaro, ph Mauro Coen
Dettaglio della volta, ph Mauro Coen

Nel registro superiore tornano alla piena leggibilità le quattro scene a rilievo in stucco dorato di Marc’Antonio Inverno, raffiguranti episodi della vita di santa Teresa, e risplende, grazie al recupero delle dorature originarie, la fastosa decorazione dell’arcone dove risaltano gli angeli tra corone e ghirlande floreali, realizzati da Baldassarre Mari e Giacomo Antonio Fancelli.

Dettaglio dell’arcone prima e dopo il restauro, ph Mauro Coen

Precedentemente gli interventi erano avvenuti in fasi distinte: nel 1993 sulla volta e il registro superiore, nel 1996 sulle parti inferiori, nel 2015 sul gruppo dell’Estasi di santa Teresa.

Episodio della vita della santa, ph Mauro Coen

Nel corso del restauro del 2015 sono state rimosse ridipinture e stuccature non originali che alteravano la percezione visiva dello spettatore, in particolare rimettendo in luce una nuvola berniniana che era stata nascosta da una ridipintura a finto marmo, recuperando perfettamente l’originario effetto d’insieme. Ma, a distanza di soli sei anni, si è proceduto a una nuova pulitura del gruppo dell’Estasi a causa dello smog, dovuto al passaggio vicinissimo delle auto (la chiesa si apre su via XX Settembre, all’angolo con largo di Santa Susanna).

Nel tabernacolo che ospita il gruppo scultoreo della santa e dell’angelo sono stati rimossi e restaurati i diffusi fenomeni di solfatazione e distacco degli stucchi e della foglia d’oro. L’intervento ha riguardato tutte le superfici in marmo della cappella, gli stucchi e le figure dei Cornaro, restituendo il giusto splendore all’insieme architettonico.

Cappella Cornaro, fregio registro inferiore, ph Mauro Coen
Particolare del volto di S. Teresa, ph Mauro Coen

Il dettaglio più interessante dell’intervento è venuto fuori nel corso del restauro della vetrata colorata sovrastante il gruppo scultoreo. La vetrata attuale risale al 1915 ed è stata realizzata su indicazione di Antonio Muñoz, allora Soprintendente del Lazio e degli Abruzzi, per sostituire quella secentesca che era molto deteriorata. Sul retro del gruppo scultoreo dell’Estasi sono stati rinvenuti alcuni frammenti di vetro, che un’analisi chimica ha datato al XVII secolo. I colori di questi frammenti sono simili a quelli attuali di color giallo ambra; si è potuto, pertanto, stabilire la compatibilità cromatica della vetrata novecentesca con quella precedente, e quindi la bontà del vecchio restauro.

Nica FIORI   Roma 31 ottobre 2021

Chiesa di Santa Maria della Vittoria. Via XX Settembre, 17 Roma