di Francesco CARACCIOLO
Il ritrovamento di Gesù al tempio di Giambattista Maganza il Giovane
Una recentissima scoperta
Scovare un dipinto dei Maganza in Umbria risulta alquanto improbabile, invece è ciò che è successo realmente in questi ultimissimi giorni: quello che vi racconterò vi lascerà stupefatti!
Durante la trasmissione televisiva “4 Hotel”, condotta da Bruno Barbieri, andata in onda lunedì 19 febbraio 2024 alle ore 21.30 , mi sono imbattuto in un dipinto dei Maganza custodito in una bellissima dimora storica riconvertita in una Country house e B&B a Perugia, precisamente a Ponte Pattoli sulle colline a poca distanza dal centro cittadino. Martedì mattina ho telefonato alla struttura, mettendomi in contatto direttamente con il proprietario dell’hotel, il gentilissimo Sig. Novello Taticchi, il quale si è mostrato subito molto disponibile. Qualche ora dopo lo stesso titolare della struttura mi ha inviato tramite mail una fotografia a colori dell’opera in questione, scoprendone inaspettatamente la sua qualità e il suo reale valore storico-artistico.
La visione dell’opera attraverso tale fotografia ad alta risoluzione mi ha consentito di pronunciarmi favorevolmente a vantaggio di Giambattista Maganza il Giovane (1577-1617), pittore vicentino della Controriforma. Il soggetto è ispirato ad un racconto evangelico che illustra il Ritrovamento di Gesù al Tempio (fig. 1).
I protagonisti del dipinto, descritti nel Vangelo di Luca ( 2,41- 50), sono Gesù dodicenne, un folto gruppo di sacerdoti e di sapienti e infine la coppia composta da Giuseppe e Maria. Il luogo in cui è ambientata la scena è il Tempio di Gerusalemme dove Gesù s’intrattiene con i sapienti. Va sottolineato che si tratta dell’unico episodio compreso nei Vangeli Canonici riguardante i primi trent’anni di vita di Gesù, dai fatti accaduti nelle settimane seguenti la Natività fino all’inizio della vita pubblica.
Anche il Pinturicchio aveva raccontato lo stesso episodio evangelico la Disputa di Gesù coi dottori[1] (fig. 2), nel contesto della Spello rinascimentale dove il famoso artista umbro (1452-1513) licenzierà dei meravigliosi affreschi nella Cappella Baglioni in Santa Maria Maggiore;
ma di diversa natura è l’ambientazione che ne dà il Maganza il Giovane riguardo al soggetto evangelico qui trattato. In primis, la pittura rinascimentale italiana illustrava l’episodio evangelico all’esterno, davanti al Tempio di Gerusalemme, diversamente dal Maganza che ambienta il racconto propriamente al suo interno.
Ritroviamo gli elementi compositivi e prospettici tipici del Maganza jr.: la prospettiva di scorcio, l’affollamento dei personaggi nello scenario descritto e soprattutto la teatralità pre-barocca che è la cifra più evidente della sua arte. A destra, Maria che riesce finalmente a ritrovare suo figlio dopo tre giorni in cui era scomparso ( San Giuseppe si sporge e fa capolino dal margine destro della tela); a sinistra, i sapienti in disputa che si agitano e manifestano stupore di fronte alle straordinarie doti di sapiente del giovanissimo Gesù, appena dodicenne. Sicuramente l’unico episodio pittorico che appare incongruente nell’ambientazione del dipinto consiste nell’inserimento delle due figure poste in primo piano, in posizione centrale, ossia una donna vista di spalle che sorregge il figlioletto dalla capigliatura folta e riccioluta.
Predomina una prospettiva laterale, mentre le figure sono allungate e forse troppo incombenti rispetto allo spazio interno del Tempio, che mostra un’architettura scamozziana, in cui compaiono delle colonne con dei capitelli compositi, degli archi a tutto sesto e una copertura voltata a botte. In basso, nell’estremo margine destro del dipinto, l’artista vicentino ha inserito una balaustra che enfatizza ancora di più il taglio obliquo dell’intera composizione. I colori sono vivaci con la predominanza dei rosa, dei rossi intensi, ma anche dei verdi cupi e dei grigi, attraverso un’intonazione argentea così tipicamente maganzesca e ormai secentesca.
Dello stesso episodio, con alcune varianti, danno un’impostazione diversa, dal taglio più ravvicinato , sia il Luini che il Borgianni, nonché il Albrecht Durer (1506). Il dipinto del Maganza il Giovane non ha affatto una storia critica : si sa soltanto, a detta del titolare del prestigioso hotel perugino, che è transitato in Umbria dal Veneto in quanto i titolari della villa storica perugina vantano origini illustri, tra cui possiamo annoverare i Chiericati di Vicenza, antica famiglia patrizia della città veneta.
L’autografia del dipinto del Maganza conservato a Perugia è stata confermata dall’expertise del professore Rodolfo Papa, storico dell’arte, nonché artista e direttore dell’Accademia Urbana delle Arti di Roma.
Francesco CARACCIOLO Vicenza 25 Febbraio 2024
Nota
[1] Altra accezione con cui viene chiamato l’episodio evangelico.
Bibliografia
- Zuffi, Episodi e personaggi del Vangelo, Electa, Milano, 2002.