di Nica FIORI
Orkney di Marco Bussagli
La lettura di un romanzo, forse più di quella di un saggio, può aiutare a capire e a cogliere l’anima segreta di un luogo, il suo passato denso di memorie. È questo il caso del libro “Orkney” (A&B editrice, 2019), scritto dal noto storico dell’arte Marco Bussagli, che trae spunto dalla storia della Italian Chapel, una chiesetta costruita da prigionieri italiani durante la II guerra mondiale in una piccola isola delle Orcadi, per dar vita a un intreccio coinvolgente, che si sviluppa tra gli Stati Uniti d’America e la Scozia.
Le Orcadi, le isole delle foche e non delle orche, come potrebbe suggerire un’assonanza linguistica, fanno pensare a lande desolate, con un clima freddo e un mare spesso grigio, e in effetti così dovevano apparire al gruppo di italiani del Campo 60 nell’isoletta di Lamb Holm, lì impiegati nella costruzione delle barriere contro le incursioni dei sommergibili (le Churchill Barriers). Questi prigionieri, per sentirsi uniti in una terra straniera e poter pregare seguendo la propria religione, crearono una cappella, che è una vera opera d’arte, pur avendo a disposizione pochissimi mezzi.
Ma quest’opera, realizzata con amore, rischia di essere abbattuta in nome del denaro, quando la grande compagnia petrolifera Standard Oil, nell’estate del 1959, decide di indirizzare i propri interessi verso le Orcadi, e in particolare verso Lamb Holm, che appare come il luogo migliore da trivellare per l’estrazione del greggio.
Frank Chapman, un giovane ingegnere minerario texano, che lavora da due anni nella sede centrale di Baltimora, riesce a farsi affidare l’incarico da John Rocker, il presidente della compagnia, grazie all’aiuto di Marilyn, l’affascinante segretaria di Rocker. Marilyn ha un debole per il giovane ingegnere e glielo dimostra in appassionati incontri erotici. L’attrazione tra i due è reciproca, tanto che Frank le propone di sposarlo, ma lei nel corso della storia si risente per le attenzioni che lui dedica a un’altra donna, convincendosi solo a metà romanzo che Frank la ama veramente.
Per poter compiere la sua missione, che è quella di acquistare per conto della compagnia petrolifera l’isoletta di Lamb Holm, Chapman deve fare una serie di ricerche per individuare il proprietario dell’isola, prima nella biblioteca di Baltimora e poi in quella della California University di Los Angeles, la cui architettura affascina il protagonista, perché è ispirata alla chiesa di Sant’Ambrogio di Milano, tanto che il giovane ingegnere “quando fu lì davanti, non potè fare a meno di sgranare gli occhi. Anzi, se li stropicciò per bene per essere sicuro di non sognare e soprattutto di non aver sbagliato città”. Ma, oltre all’edificio, anche il colto e squisito direttore della biblioteca colpisce il protagonista, che da lui apprende la singolare storia delle Orcadi.
Le ricerche, tuttavia, non portano al nome del proprietario di Lamb Holm e Chapman sta per rinunciare all’incarico, finché un collega non gli rivela che quelle terre appartengono a Lord Eric Roland Lyon Sinclair, il cui nome compare nell’edizione 1957 del Who’s who. A questo punto il giovane parte per Londra, dove scopre che Lord Sinclair è deceduto da poco e allora per rintracciare gli eredi decide di recarsi a Edimburgo, luogo di origine del nobile scozzese, non prima però di aver visitato i grandi magazzini Harrods, dove acquista una monumentale bottiglia di Chanel n.5, il profumo preferito dalla celebre attrice Marilyn Monroe, che invia in dono alla sua amata Marilyn.
A Edimburgo, dopo una serie di avventure più o meno divertenti, il nostro texano riesce alla fine a rintracciare l’attuale Lord Sinclair, proprio nel giovane Duncan che lo ospita a pagamento nella sua dimessa villa, dopo che ha dovuto lasciare il prestigioso albergo dove aveva prenotato. Presi accordi per l’acquisto dell’isola, Chapman parte per Kirkwall, la principale città delle Orcadi. Da qui si reca per un sopralluogo a Lamb Holm, dove scopre con disappunto che la Italian Chapel, che secondo un articolo di un giornale di qualche anno prima era stata abbattuta, è ancora in piedi e, poiché la compagnia petrolifera intende a questo punto distruggerla per collocare al suo posto le trivelle, tutta la popolazione gli si rivolta contro. Il giorno dopo Emanuel, il cameriere del modesto alberghetto dell’isola, gli racconta la storia dell’edificio e degli italiani che lo hanno eretto, mostrandogli tutti i particolari delle decorazioni, che si ispirano ai principali monumenti italiani (dal Duomo di Milano a quello di Siena, da quello di Monreale al Palazzo Ducale di Venezia), perché nato dalla collaborazione di soldati provenienti da città diverse. E questi prigionieri italiani rivivono in flashback, con i loro sentimenti e i coloriti linguaggi regionali, grazie alle parole di Emanuel, il giovane che, come scoprirà alla fine Chapman, è il frutto dell’amore nato tra il fabbro Franco Palumbo, autore della bellissima cancellata interna in ferro battuto, e Mary Mac Kay, la donna cui era stato dedicato il cuore nascosto nella cancellata.
La cappella cattolica degli Italiani è un edificio corale, eretto con l’autorizzazione del maggiore Buckland e definito nel libro come “una vivida luce nel buio drammatico della guerra”. Questa “straordinaria impresa che metteva insieme l’amore e l’amicizia fra le persone, l’arte, la fede e la fratellanza fra i popoli” non può non colpire il giovane Frank Chapman, che vuole trovare una soluzione che non implichi la sua distruzione e, quando anzitempo arriva il magnate John Rocker, pronto ad acquistare l’isola, Frank si schiera con gli isolani contro il suo capo in un epico discorso. Un discorso nel quale rivaluta l’educazione avuta dal padre, il grande paleontologo Roy Chapman, e cita i versi che Dante pone nella sua Commedia in bocca a Ulisse: “Fatti non foste a viver come bruti / ma per seguir virtute e conoscenza”.
Alla fine Chapman è licenziato, ma la chiesetta è salva, anche perché il giovane Lord Sinclair preferisce vendere l’isola a Lord Grease (opportunamente convocato dal parroco di Kirkwall), azionista di maggioranza della Bank of Scotland, che lo convince azzerandogli i debiti del lord suo predecessore. Chapman rimane tra gli Orcadiani e si dà da fare per cercare di far restaurare la Cappella, che intanto è diventata famosa grazie a un servizio della BBC. Una domenica di maggio del 1960 giunge un telegramma che sembra annunciare l’arrivo di Domenico Cianchetti, l’autore degli affreschi della chiesa, ma si tratta invece di Franco Palumbo, che vuole riabbracciare la sua Mary.
L’idea del romanzo è venuta a Marco Bussagli dopo aver visitato e studiato la Italian Chapel, per conto dell’ENEA, nel 2013. In quell’occasione egli aveva notato una caratteristica molto particolare, che ad altri era sfuggita, e cioè che i decori della chiesa erano ispirati tutti a celebri edifici italiani. Da allora ha continuato le sue ricerche, giungendo a ricostruire questa storia, che, per quanto possibile, rispecchia la realtà degli anni in cui si svolge.
L’autore dimostra una grande preparazione artistica e storica, sulla quale non avevamo dubbi, dati i suoi precedenti libri di grande spessore culturale e la cura di importanti mostre, e allo stesso tempo riesce ad avere una scrittura disinvolta e divertente, che assume nel finale una connotazione etica. Il personaggio di Frank, con il suo cappellone da texano, è indimenticabile, un po’ farfallone ma simpatico; quanto ai personaggi minori, alcuni dei quali sono storici, sono anch’essi ben caratterizzati e ci colpiscono per la loro varia umanità, tanto che, dopo la lettura del libro, continuano a vivere un po’ dentro di noi.
Nica FIORI Roma 9 novembre 2019