di Silvana LAZZARINO
ESCHER A NEW YORK
A New York City Industry City di Brooklyn Escher. The Exhibition & Experience: la prima grande mostra mai realizzata negli Stati Uniti dedicata al grande incisore olandese
Armonie di forme e intrecci geometrici dove segni grafici a ripetizione descrivono aspetti reali, onirici legati all’universo esterno proprio dei volti della natura e all’universo interiore, attraversano l’opera di Maurits Cornelis Escher (Leuwarden- Paesi Bassi, 1898- Laren 1972) incisore e grafico olandese di raffinato gusto e originalità, enigmatico e visionario.
L’interesse per le grandi teorie di inizio Novecento quali quella della relatività e lo sviluppo della psicanalisi, oltre alla vicinanza di un padre ingegnere ed alle numerose discussioni con fisici e matematici hanno suscitato in lui un nuovo modo di osservare la realtà circostante di cui ha saputo cogliere gli aspetti scientifici e metafisici entro il flusso delle emozioni.
Artista unico nel suo genere, collegando nelle sue opere scienza, natura e analisi, unitamente al rigore e alla bellezza estetica, Escher ha contribuito ad ampliare l’immaginazione e le prospettive di generazioni di amanti dell’arte. Nelle sue rappresentazioni di costruzioni impossibili, esplorazioni infinite, giochi di specchi, motivi e geometrie paradossali, esplora con entusiasmo lo spazio circostante nelle sue diverse disposizioni dove si intersecano bidimensionalità e tridimensionalità.
Dopo il grande successo delle mostre di respiro internazionale a lui dedicate in città come Roma, Bologna, Milano, Singapore, Madrid e Lisbona, con oltre 1 milione di visitatori, la sua straordinaria opera che descrive l’incontro di universi culturali apparentemente inconciliabili, da lui armonizzati in una dimensione artistica unica e senza eguali, è approdata a New York all’Industry City di Brooklyn.
ESCHER. The Exhibition & Experience
è la prima e più importante mostra – che resterà aperta fino al 3 febbraio 2019- dedicata all’artista negli Stati Uniti a cura di Mark Veldhuysen, che da oltre trent’anni cura la M.C. Escher Foundation, e di Federico Giudiceandrea uno dei più importanti collezionisti del mondo, nonché esperti dell’arte di Escher.
Prodotta e organizzata da Arthemisia in collaborazione con la M.C. Escher Foundation, l’esposizione presenta oltre duecento opere dell’iconico artista provenienti da prestigiosi musei, biblioteche e istituzioni, che ripercorrono il suo iter dagli esordi alla maturità. Sette le sezioni tematiche: si procede dagli anni Venti del secolo scorso in cui si evincono le influenze dell’incisore Jessurun de Mesquita, al periodo trascorso in Italia dove Escher si sofferma sulla dimensione del paesaggio, per passare poi ad opere dove viene restituita la struttura delle superfici riflettenti e delle forme delle molecole in particolare dei metalli. Metamorfosi –sezione che prende il titolo da una delle opere più significative- restituisce vortici di trasformazioni basate su forme diverse di tassellature, mentre la sezione successiva Paradossi geometrici si focalizza su due ambiti scientifici di cruciale importanza per la sua opera: geometria e matematica. E’ poi la volta della sezione dedicata alle opere su commissione e dell’ultima, Eschermania, che esplora il vasto impatto che l’opera dell’artista olandese ha avuto al giorno d’oggi sullo spettacolo, sui beni di consumo e sulla cultura popolare.
Un percorso in cui le opere creano suggestioni visive attraverso un attento studio di rapporti tra spazio e profondità. Escher invita ad un nuovo modo di osservare la natura e il suo paesaggio mediante un punto di vista diverso tale da far emergere in filigrana quella bellezza della regolarità geometrica che talora diviene magia e gioco. Attraverso le opere con cui Escher traduce i principi della relatività, della creazione e della relazione tra piani e spazio, il visitatore entra negli universi legati alla natura, ai paesaggi, alle architetture e ai mondi onirici interiori dello stesso artista che ha saputo dar vita a forme geometriche in continuo divenire elaborando una spazialità nuova entro cui le stesse geometrie creano ritmi armonici ed equilibrati proprio come equilibrato e perfetto è l’universo matematico.
In questa elaborazione Escher ha fatto propri alcuni riferimenti artistici: dal rigore figurativo di Durer, agli spazi aperti del Piranesi, per toccare l’idea di una linea avvolgente e armoniosa propria del Liberty, fino ad arrivare a alla forza dinamica del Futurismo e ad una trasfigurazione della realtà propria del movimento Surrealista.
Ogni presenza naturale animata e inanimata, per lui era come una straordinaria architettura naturale: egli riusciva a cogliere la realtà del reticolo geometrico dietro le cose da cui partire per poi successivamente dare forma a visioni interiori. Da una rappresentazione diretta e realistica della realtà si passa a scoprire un orizzonte legato alle immagini interiori dell’artista con cui sono descritte architetture, prospettive e spazi in cui l’effetto ottico gioca un ruolo fondamentale. L’organo deputato alla visione è l’occhio che ricorda per Escher la rotondità della Terra, il ciclo della creazione senza inizio né fine. Ogni aspetto in natura rimanda alla rotondità della sfera e l’occhio permette di esplorare i misteri del creato. Ed è proprio il suo occhio che l’artista ha voluto riprodurre in una famosa litografia, Eye, ingrandito fino all’eccesso in cui è riflesso il motore da cui dipende l’esistenza: un teschio simbolo della caducità della vita.
L’universo descritto da Escher denso di gioia e dinamismo, costellato di raffigurazioni di mondi impossibili, esplora con entusiasmo lo spazio circostante con le sue diverse disposizioni dove geometrie interconnesse sviluppano via via forme in costante cambiamento in cui la bidimensionalità si interseca con la tridimensionalità. A sottolineare questa ricerca sono anche !Hand with Reflecting Sphere e le incisioni tra cui Three Spheres II.
Accanto alle costruzioni geometriche disegnate con attenzione ai più piccoli dettagli e particolari nella restituzione di paesaggi di Roma, Siena, Ravello, Tropea, ma anche del mondo animale dai soffioni agli scarabei, dalle foglie alle cavallette, dai frattali ai gechi, sono i paesaggi illusionisti, le prospettive invertite che talora creano spaesamento e ambiguità nella lettura delle stesse opere. Tra le opere citiamo anche Symmetry Drawing 94, Rind, Still Life with Spherical Mirror e Stars, e ancora Development II le strepitose Up and Down, Belvedere e le combinazioni dinamiche tra figure e fondo come in Fish.
Senza dimenticare la suggetiva Metamorphosis II (1939 – 40) una delle più lunghe xilografie a quattro colori in cui è descritta un storia attraverso immagini che in sequenza si susseguono l’una all’altra mutando gradualmente la loro forma. Inoltre in Three Worlds superficie, profondità e riflesso sono poste in un unico piano quello dell’acqua che accavalla mondi reali e mondi riflessi tra sogno e geometria, invenzione e percezione visiva, fantasia e rigore.
Il percorso artistico di Escher, la cui mente è come sospesa tra scienza e misticismo, intreccia il linguaggio dei numeri, della geometria, della percezione spaziale tra reale e virtuale, aprendo ad un’intuizione visiva innovativa che propone una chiave di lettura originale con cui affacciarsi al mondo.
Silvana LAZZARINO 1° settembre 2018
ESCHER. The Exhibition & Experience
a cura di Mark Veldhuysen e Federico Giudiceandrea
Industry City 34 34th Street, Building 6, Brooklyn, New York. Orario aperture: Lunedì, martedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica dalle 10.00 alle 19.00. Giovedì dalle 10.00 alle 21.00 (La biglietteria chiude un’ora prima). Fino al 3 febbraio 2019 http://www.industrycity.com