di Valentina EVANGELISTA
Valentina Evangelista è nata e si è laureata a Roma. Scrittrice e editor, ha pubblicato il romanzo “Primo piano interno tre” (Ensemble, 2021), le due guide per viaggiatori in erba “Il Sacro Bosco di Bomarzo” e “La Casina delle Civette” (Bardi, 2022), il racconto “Roma trasmuta” nell’antologia “Cartoline da Roma” (L’Erudita, 2023) e “L’incantesimo dei luoghi. Piccole fughe verso l’ignoto” (Ediciclo, 2023). Attualmente lavora al suo nuovo romanzo. Con questo articolo inizia la sua collaborazione con About Art.
Dal 4 luglio al 15 settembre 2023 il Sacro Bosco di Bomarzo si accende di una nuova e inconsueta luce grazie a In Arte Vicino, festival a cura di Antonio Rocca, in occasione del quinto centenario della nascita di Pierfrancesco Orsini, detto Vicino (Roma, 4 luglio 1523 – Bomarzo, 28 gennaio 1585), ideatore del “boschetto” ormai noto come Parco dei Mostri.
In Arte Vicino – evento di cui About Art si è già occupata (Cfr. https://www.aboutartonline.com/in-arte-vicino-il-festival-nel-sacro-bosco-di-bomarzo-in-occasione-del-v-centenario-della-nascita-del-suo-ideatore-vicino-orsini-4-luglio-15-settembre/ )- è promosso e organizzato dal Sacro Bosco di Bomarzo in collaborazione con i maggiori giardini d’arte contemporanea dell’Italia centrale, il Giardino dei Tarocchi di Niki de Saint Phalle (Capalbio, Grosseto), Hic terminus haeret di Daniel Spoerri (Seggiano, Grosseto), il Giardino delle Meraviglie di Paolo Portoghesi (Calcata, Viterbo) e la Scarzuola di Tomaso Buzzi (Montegabbione, Terni), con il patrocinio dell’Accademia Nazionale di San Luca, il sostegno dell’impresa culturale Grandi Giardini Italiani e la convenzione con l’Accademia di Belle Arti di Viterbo e con il Tuscia Film Fest.
Il programma del festival prevede aperture serali straordinarie, conferenze, incontri, visite guidate, approfondimenti storico-artistici, proiezioni cinematografiche e la possibilità di ammirare installazioni e opere di Niki de Saint Phalle, Paolo Portoghesi e Daniel Spoerri nel percorso espositivo a cura di Susanne Neumann, Lucia Pesapane e Antonio Rocca.
In Arte Vicino nasce dall’idea di Antonio Rocca, storico dell’arte e autore di una radicale reinterpretazione del Sacro Bosco di Bomarzo che riconsegna alla poliedrica e affascinante figura di Vicino Orsini la piena responsabilità del visionario progetto artistico e filosofico. Avvalendosi dei Mosca, famiglia di scultori attivi a Orvieto, il signore di Bomarzo tradusse in pietra la mappa dell’universo redatta dal cabalista cristiano Giulio Camillo ne L’idea del Theatro (1550).
Tale schema metafisico coincide con quello piramidale ricreato da Orsini nel suo Sacro Bosco che rappresenta un altissimo progetto di natura sacrale, dove l’anelito al sacro non è confessionale, ma irenista. In esso si muove il numen identificato con la natura e con il mondo vegetale, in esso ciò che è oscuro non è destinato a restare tale, ma a essere rivelato, perché oscuro, in fondo, è il linguaggio di cui si ammanta e con il quale viene veicolato e, in parte, anche abilmente celato.
Il Sacro Bosco, che si distingue con decisione dai coevi giardini realizzati nella zona (Villa d’Este a Tivoli, Villa Lante a Bagnaia o Palazzo Farnese a Caprarola, per esempio), scivola nell’oblio alla morte del suo committente che, a ben riflettere, non è solo tale ma anche autore a tutti gli effetti. Autore non materiale, certo, ma effettivo, perché nel Sacro Bosco, com’era frequente soprattutto nel Rinascimento, la coincidenza tra committente e autore è assoluta. Con questo luogo il signore di Bomarzo consegnò, infatti, la sua autobiografia e persino i suoi sentimenti ai posteri. Il Sacro Bosco era ed è, in tutto e per tutto, una sua proiezione.
Il “boschetto” di Orsini sarà riscoperto, molto tempo dopo, con il Surrealismo, diventando meta e fonte d’ispirazione per Salvador Dalì e un modello di riferimento per i giardini di Paolo Portoghesi, Daniel Spoerri, Niki de Saint Phalle e Tomaso Buzzi. La prossimità di questi giardini onirici e incantati suscita suggestioni e riflessioni. Essa va, infatti, ben al di là dall’essere di natura meramente geografica, sembra anzi comporre e delineare una vera e propria mappa, un cerchio che racchiude, in un sorprendente ouroboros, un campo d’eccezionale energia punteggiato di simboli, archetipi, arcani e messaggi.
La frase di Francisco Goya, El sueño de la razón produce monstruos, dove sueño non è solo “sonno” ma anche “sogno”, è capace di aprire insoliti scenari, insinuandosi anche tra le prodigiose e formidabili creature di basalto e piperino del Sacro Bosco. I monstra continuano a svolgere il proprio ruolo, all’interno e intorno ad esso, mostrandoci e indicandoci una via, una direzione, una possibile e sempre più avvincente e sfaccettata interpretazione del loro significato e dell’esistenza stessa.
Valentina EVANGELISTA Roma 3o Luglio 2023