di Silvana LAZZARINO
Paolo Gubinelli torna al Monastero di Fonte Avellana. La mostra “L’opera di Paolo Gubinelli”, a cura di Roberto Luciani, è aperta da luglio a settembre 2021
Alla ricerca di una possibile risposta al senso profondo dell’esistenza dove tutto trascorre e si ripete e dove l’uomo vive in una costante ricerca di sé tra attese e speranze, nostalgie e gioie, mentre si alternano giorni e notti, conduce l’opera del Maestro Paolo Gubinelli, per la sua raffinatezza e forza evocativa restituite dalla delicatezza e trasformazione del segno nel suo continuo divenire a cogliere quella sfera del pensiero dove ritrovare l’appartenenza ad un originario orizzonte di luce. I segni con cui egli dona vita a ritmi di geometrie e forme in costante cambiamento, lasciando tracce su carta, cartoncino e superfici di carta trasparenti, risuonano come melodie nel pensiero che ripercorre la magia di un tempo finito e infinito tra visibile e invisibile verso quel confine dove ci si ricongiunge con l’inizio del proprio tempo.
Le opere di Paolo Gubinelli mediante la melodia di segni decisi, appena accennati, dove si affacciano incursioni di sfumati di colore pastello, donano ogni volta l’armonia della vita nel ritrovare sé stessi, a solcare quella autenticità che forse si è smarrita. Non solo, esse invitano a recuperare quell’equilibrio tra complessità e semplicità da cui poter ripartire con quella capacità di accogliere anche ogni aspetto più semplice della stessa esistenza portatore di nuova bellezza, che si riflette nella forma del segno rigoroso, ma anche sinuoso e sfuggente, a tratti continuo, e interrotto nel suo poi lasciarsi attraversare da tenui sfumature di colore per restituire la magia del sogno possibile quale evasione dalle ombre della sera.
Da non perdere la mostra “L’opera di Paolo Gubinelli” dedicata proprio al Maestro marchigiano, noto a livello internazionale, esposta anche in questa calda estate negli spazi del Monastero della Santa Croce di Fonte Avellana presso il comune di Serra Sant’Abbondio (Pesaro Urbino) “luogo intriso di storia, arte e spiritualità…” “gestito amorevolmente dai monaci Camaldolesi” .come scrive il curatore Roberto Luciani.
Nelle sue opere su carta e cartoncino dove è dato risalto al segno e al colore ad esplorare il visibile dietro l’invisibile giocando sulle trasparenze visive ed emotive, viene indagato il percorso emozionale dell’uomo nel percepire quel senso di smarrimento nell’avvertire la propria finitezza innanzi all’infinito della Natura che apre alla rinascita. Ma è da quell’infinito che abita la natura tra cielo e terra dove lo sguardo si perde, che l’opera di Paolo Gubinelli invita a cercare il mistero di questa vita il cui senso va oltre qualsiasi realizzazione materiale, a ritrovare quella dimensione di Amore assoluto in cui inizio e fine coincidono.
Nato in provincia di Macerata (Matelica i1945) inizialmente attratto dalla musica, Paolo Gubinelli, ben presto si interessa all’arte di cui apprende tecniche e segreti grazie ad incontri con grandi maestri tra cui Bruno Munari, Enrico Castellani, Mario Nigro e poi Alberto Burri, Giuseppe Uncini, Enrico Castellani e Piero Dorazio, compreso Lucio Fontana dal quale apprende come determinante sia il concetto dello spazio che resterà fondante nella sua ricerca.
Dopo diverse esperienze pittoriche su tela e altri materiali con l’uso di tecniche non tradizionali, Paolo Gubinelli si accosta alla carta inizialmente lavorando il cartoncino bianco morbido al tatto particolarmente ricettivo alla luce, poi utilizzando la carta trasparente, entrambi incisi in modo più e meno intenso secondo strutture geometriche sensibili al gioco della luce. La carta infatti attraverso incisioni, tagli, piegature e acquerelli, gli ha permesso di raccontare aspetti dell’esistenza che spesso sfuggono in una società frenetica e sempre in corsa contro il tempo come quella attuale.
Le trasformazioni lasciate dal segno appena accennato o più marcato nel raccontare l’impalpabilità del tempo che sovrasta questa vita, come anche la costante ricerca del senso di questo viaggio, restituiscono respiro all’immaginazione. Segni enigmatici unitamente a cenni cromatici si riferiscono al destino che aspetta l’uomo grazie ad una simbologia visionaria che come scrive il curatore Roberto Luciani “non descrive singoli episodi” e “ dove non c’è alcuna interruzione tra colore, piegature, graffi e contesto.”
Stralci di colori e frammenti di segni nel loro divenire creano un senso di sospensione e di memorie facendo immaginare l’infinita linea dell’orizzonte come a un sottile e invisibile segmento che unisce mare e cielo, lasciando il pensiero immerso nella piacevole attesa di un dopo prefigurato, sognato, idealizzato.
Tra stupore e sogno, mistero e meraviglia, linee curve e poi la perfezione di un cerchio suggeriscono un nuovo ascolto di sé a partire dal bisogno di sentirsi amati, nella ricerca di una dimensione superiore che non è altro che l’eternità. Intanto per avvicinarsi a questo sentire con maggiore partecipazione, le opere esposte in questi spazi che parlano di spiritualità, invitano ad una nuova percezione della vita dove non sentirsi più vittime o legati a condizionamenti propri delle mode, ma liberi nel manifestare quella voce del cuore con cui accogliere ogni gesto e pensiero di pura bellezza, comprese le proprie e altrui fragilità. E’ nella continuità e ciclicità rappresentata dall’immagine del cerchio, come anche nei segni abbozzati e nei colori quando appena accennati che si riscopre l’occasione per ripensare ad un nuovo modo di essere fatto di scambio e interazione in cui ciascuno è portatore della propria unicità e specificità in linea con il progetto di questa esistenza.
Anche la scultura in plexiglass attraverso il gioco di riflessi e ritmi delle incisioni proietta lo sguardo verso sentieri indefiniti a cogliere quella luminosità che appartiene all’energia di cui è fatto l’universo con il suo mistero di unità e molteplicità, di armonia e disordine. Nelle opere di Paolo Gubinelli oltre all’eleganza del segno con la sua poetica bellezza che avvolge lo sguardo e la mente, si viene colpiti dall’impalpabilità del colore libero e indefinito nel suo stendersi sulla superficie quasi a volerla oltrepassare nell’imprevedibilità della vita.
Se ci si sofferma sulla sequenza dei solchi, dei segni creati da Paolo Gubinelli si entra nei ritmi e nell’energia della continuità della vita, Così ripensando a quanto visto e immaginato, in questi segni e sfumature di colore si ritrova il movimento delle onde del mare e dell’acqua di fiume che avanza e scorre, il contatto con la terra suggerita attraverso i solchi che incidono la materia e ancora la leggerezza dell’aria insita nelle trasparenze che riflettono la luce. Da qui il profondo lirismo che attraversa i lavori del Maestro Gubinelli in cui gli elementi come aria, acqua e terra sono presenze simboliche, nascoste come parti del movimento dell’universo che si rigenera.
Le sue opere sono esposte in permanenza nei maggiori musei in Italia e all’estero. Tra le esposizioni vanno menzionate: la 54 Biennale di Venezia Padiglione Italia presso L’Arsenale invitato da Vittorio Sgarbi e scelto da Tonino Guerra, con l’installazione di n. 28 carte cm. 102×72 accompagnate da un manoscritto inedito di Tonino Guerra e la mostra presso l’Università Bocconi di Milano inaugurata a novembre 2019 e a cura di Elena Pontiggia. Paolo Gubinelli ha inoltre realizzato opere su carta, libri d’artista, su tela, ceramica, plexiglass, vetro con segni incisi e in rilievo in uno spazio lirico-poetico.
Il nome di Gubinelli, o meglio la sua arte è associata a nomi importanti del panorama poetico italiano e internazionale. Diversi infatti sono i cataloghi in cui le sue opere sono accostate a poesie inedite di autori tra i quali citiamo: Alberto Bevilacqua, Libero Bigiaretti, Maurizio Cucchi, Milo De Angelis, Tonino Guerra, Emilio Isgrò, Clara Janés, Mario Luzi, Alda Merini, Giampiero Neri, e poi Umberto Piersanti, Antonio Riccardi, Davide Rondoni, Tiziano Rossi, Roberto Roversi, Paolo Ruffilli, Mario Santagostini e Maria Luisa Spaziani.
Concludo con una riflessione dal sapore poetico.
Il segno di Paolo Gubinelli è proiezione della parola che si genera dal pensiero nel suo essere scintilla di luce. Siamo fatti di scintille di luce non percepibili dalla ragione, presenze più o meno intessute nella struttura alchimica delle emozioni. Scintille che si accendono quando troviamo rispondenze armoniche nelle relazioni. Ed ecco che il segno del Maestro Gubinelli guida verso queste proiezioni interiori pronte a svelarsi per recuperare la bellezza dell’essenza della vita nel tornare alle origini a quando tutto era organizzato secondo spontaneità e autenticità di gesti, parole e azioni…
Silvana LAZZARINO Roma 19 luglio 2021
“L’opera di Paolo Gubinelli”
a cura di Roberto Luciani
Monastero di Fonte Avellana, località Fonte Avellana, 1, 61040 Serra Sant’Abbondio PU; luglio- settembre 2021. Per informazioni: telefono: 0721 730261