“Ingres e la vita artistica al tempo di Napoleone”, in mostra a Milano la modernità del Neoclassicismo

di Silvana LAZZARINO

Auguste Dominique Ingres

Considerato erede di Raffaello e precursore di Picasso  per il suo aderire all’equilibrio e alla bella forma del primo e al gusto per la non forma del secondo, Auguste Dominique Ingres (1780-1867)  può essere definito un rivoluzionario, non classificabile entro una corrente specifica per il suo aderire ai canoni del realismo e del manierismo. Nelle sue opere convivono una forte tendenza al gusto del vero con cui restituisce fatti e accadimenti nella loro veridicità e il bisogno di dare forma a espressioni che amplificano lo stesso riferimento alla realtà. Il suo percorso si inserisce nella stagione del neoclassicismo insieme a  Jacques Louis David (1748-1825) e Antonio Canova (1757-1822): loro infatti diventano i punti di riferimento di questa corrente che ha restituito una profonda trasformazione del gusto nel ritorno all’antico.

All’arte di Auguste Dominique Ingres, vista entro un contesto storico di grande trasformazione  in seguito alla nomina di Napoleone ad Imperatore e poi Re d’Italia, è dedicata la mostra che si è aperta a Milano a Palazzo Reale il 12 marzo 2019. Promossa dal Comune di Milano – Cultura e prodotta da Palazzo Reale e Civita Mostre e Musei, in collaborazione con StArt e il Museo Ingres di Montauban. l’esposizione  “Ingres e la vita artistica al tempo di Napoleone”  aperta fino al 23 giugno 2019, riunisce oltre 150 opere, di cui più di 60 dipinti e disegni del grande maestro francese.

Opere presenti nello spazio espositivo grazie a prestiti internazionali di alcune delle più grandi collezioni di tutto il mondo come il Metropolitan Museum of Art di New York, il Columbus Museum of Art dell’Ohio, il Victoria and Albert Museum di Londra, il Musée du Louvre, il Musée d’Orsay, il Petit Palais, Musée des Beaux-Arts de la Ville de Paris oltre al già citato Museo di Montaubaun, dal quale proviene il nucleo più corposo di opere. Sono presenti anche diversi prestiti da grandi musei italiani come la Pinacoteca di Brera, la Galleria d’Arte Moderna di Milano, i Musei Civici di Brescia e ancora opere da collezioni private.

J.D.A. Ingres, Raffaello e la Fornarina
Andrea Appiani Ritratto di Augusta Amalia di Baviera

Curata da Florence Viguier-Dutheil, Conservatore Capo del Patrimonio e Direttrice del Musée Ingres di Montauban, la mostra restituisce l’immagine di un artista che più di ogni altro si è ispirato a Raffaello e nello stesso tempo ha restituito alla vita artistica degli anni a cavallo del 1800 la sua carica di novità con particolare attenzione a Milano che in quegli anni si stava sempre più modernizzando nei suoi monumenti, nei suoi spazi verdi e nelle infrastrutture urbane, a partire dalla nuova Pinacoteca di Brera. Entro questa rinascita della città anche gli artisti italiani furono coinvolti nell’ondata di lavori e di cantieri che ne seguì: basti pensare ad Andrea Appiani in pittura o a Antonio Canova nella scultura che si avvalsero ampiamente di questa “politica delle arti”, ascrivibile all’arte del governare di Napoleone Bonaparte.

Accanto al mecenatismo aristocratico sorgeva anche l’iniziativa privata

di nuovi protagonisti, come  Giovanni Battista Sommariva, definito da Francis Haskellil mecenate indubbiamente più importante dopo l’imperatore e la sua famiglia”. Ed è entro questo panorama che si inserisce la vicenda artistica di Ingres la cui opera viene approfondita nella parte finale del percorso espositivo che si apre con uno sguardo su David e il nuovo linguaggio figurativo tra l’Ancien Regime e  la Rivoluzione Francese in cui viene esaltata la virilità e l’energia di corpi attraverso le opere non solo di David, ma anche di alcuni suoi allievi. Segue una sorta di preromanticismo  con  Girodet per toccare tendenze al fantastico e al dramma e alla malinconia  con Gros e Prud’hon.

JDA Ingres Il sogno di Ossian

Tutto questo per giungere e soffermarsi su uno dei capolavori di IngresSogno di Ossian” presente in mostra.

Altro aspetto che viene sottolineato di questa stagione è quello inerente le donne pittrici

con il loro slancio e successo: in particolare Elisabeth Vigée Le Brun (1755– 1842) ritrattista ufficiale della regina Maria Antonietta a partire dal 1774 costretta ad affrontare le rivalità dell’ambiente.

Vi sono poi diverse sezioni dedicate alla Campagna d’Italia e Napoleone con alcuni famosi ritratti tra cui quelli di Appiani con “Ritratto di Napoleone” (1801). All’altra capitale dell’Impero sono dedicate opere di Greuze, Canova, Gerard, Finelli, con alcuni disegni di Ingres.

Alla figura del mercante Giovanni Battista Sommariva, è dedicata una sala a partire dal ritratto di Pierre Paul Prud’hon e dalla “Tersicore” di Canova. Il percorso espositivo giunge così al solenne e magnifico ritratto di Napoleone in costume sacro, preceduto da una serie di disegni preparatori realizzati da Ingres.

Ingres Grande odalisca versione in chiaroscuro

Come sopra anticipato l’ultima parte dell’esposizione è dedicata ad Ingres che nato nel 1780 a Montauban a Sud ovest della Francia, dimostra presto di avere un talento straordinario per il disegno tantoché nel 1797 giunge a Parigi nella cerchia di David e nel 1800 concorre per il Prix de Rome e sei anni più tardi dopo aver completato il grande Napoleone in costume sacro, finalmente è a Roma per approfondire gli studi e la passione per Raffaello. Inviato in Italia sotto l’Impero e poi coinvolto nei cantieri imperiali di Roma, Ingres decide di restare “italiano” fino al 1824, per tornare più in là a dirigere Villa Medici.

Nella sezione a lui dedicata sono presenti opere eccezionalmente provenienti dal Museo di Montauban.

Morte di Leonardo da Vinci

Si inizia con una serie di straordinari ritratti maschili, cui segue un nucleo di disegni e poi di ritratti femminili, di Veneri e di Odalische come la “Grande odalisca” del 1830 e “Dormeuse” del 1820, oltre ad un dipinto del 1818 dove è rappresentata la morte di Leonardo da Vinci, in tema con l’anno di Leonardo per le celebrazioni del quinto centenario della morte del grande genio vinciano.

L’eredità di David viene rivisitata da Ingres entro un’ottica di straniamento e di erotismo

a sottolineare come il suo classicismo riveli l’aspetto del colorista che si cela dietro il disegnatore capace di passare da tematiche religiose ad altre profane, , dando spazio ad odalische dai lunghi colli e dalle anche preminenti.

Silvana LAZZARINO    Milano   marzo 2019

Jean Auguste Dominique Ingres  e la vita artistica al tempo di Napoleone

Milano, Palazzo Reale. Piazza Duomo 14, Milano. Orario: Lunedì: 14.30 -19.30,martedì, mercoledì, venerdì e domenica: 9.30 – 19.30, giovedì e sabato: 9.30 – 22.30. La biglietteria chiude un’ora prima, per informazioni 199.15.11.21 (dal lunedì al venerdì 9.00-18.00; il sabato 9.00 – 12.00) fino al 23 giugno 2019