di Simone LUCCICHENTI
Stile e “real estate”, tre progetti illustri al tempo di Brexit
Già in altre occasioni abbiamo discusso il difficile dialogo tra “real estate” e architettura nella distinzione fondamentale tra approccio concettuale e approccio commerciale nella progettazione.
Il Punto che si fa sempre piu’ evidente è che l’architetto di oggi ha assunto una funzione di tale complessità gestionale che dedica sempre meno tempo allo sviluppo teorico dell’idea di “progetto” e sempre più tempo alla pratica della professione.
E’ dai tempi del giovane Rem Koolhaas con “Delirious New York” che non si leggono più testi di forte impatto teorico in architettura.
Abbiamo dimenticato che spesso i libri hanno un impatto maggiore degli edifici nella nostra disciplina, essi sopravvivono più a lungo.
E’ inutile dire che non ricorderemmo molto Le Corbusier senza il suo libro “Vers une architecture” del 1923, in quel periodo molti altri architetti francesi costruivano villette moderne ma oggi quasi nessuno ne riconosce i nomi.
Sempre seguendo la stessa linea logica non credo rimarrebbe molto dell’eredità di Palladio se non fosse per i suoi famosi “Quattro libri”: egli prima di altri capì l’importanza della comunicazione che è esattamente l’elemento assente negli studi più imporanti di oggi.
Il nefasto risultato è che l’aspetto commerciale del progetto si fa dominante sul resto. Grandi “developer” internazionali si contendono le zone più esclusive delle capitali mondiali spesso per speculare con progetti di grandi volumi e pochi contenuti.
Ci sono tuttavia delle eccezioni notevoli che spiccano non tanto per complessità teorica ma per diversità e qualità compositiva che vale la pena analizzare.
In questo contesto ho deciso di evidenziare tre grandi progetti nel fervido mercato immobiliare londinese che alla faccia di Brexit continua a battere record di vendite per residenze di lusso.
Londra è da anni la città con la più altra concentrazione di ricchezza in Europa e nelle prime 3 del mondo. Questo dato, sommato alla caduta del valore della sterlina dopo Brexit, ha innescato una forte reazione di investitori dal grande appetito speculativo ma che allo stesso tempo vogliono il loro nome associato ad un prodotto di qualità molto elevata.
Il primo che analizziamo ed unico già completato è One Kensinghton Gardens disegnato dall’archistar londinese David Chipperfield.
L’inidrizzo del complesso di 97 appartamenti parla da sè. Kensignton è storicamente una delle zone più ambite del West End londinese dove la antica nobiltà inglese ancora risiede e dove molto raramente vengono concessi permessi edilizi per edifici “moderni” .
L’intero sito è stato aquisito da un fondo di investimento di Abu Dhabi per 350 milioni di sterline. L’edificio ha una forte ed intrinseca qualità meterica che si esprime principalmente nell impianto di volumi puliti e razionali con forti richiami all’architettura modernista.
Il volume schiacciato cerca un distaccato dialogo col contesto della “terrace house” di epoca vittoriana ed insiste su di essa senza pretendere allineamenti o giochi geometrici forzati.
Chipperfield ha intelligentemente eseguito con grande perizia un progetto dove la qualità dei materiali e il rigore geometrico di proporzioni ben calibrate si concedono poco allo skyline del quartiere lasciando spazio a gusto e discrezione.
Sono decisioni come l’accoppiamento di un vetro limpido quasi interamente trasparente con una pietra di Portland estremamente compatta e chiara che evidenziano le capacità di un professionista consumato. Nel pieno spirito moderno il progettista agisce con un metodico processo di sottrazione, lasciando al piacere della vista solo i dettagli di accoppiamento delle pietre .
Il secondo progetto è stato uno dei maggiori sul tema residenziale che lo studio newyorkese Kohn Pedersen & Fox ha affrontato di recente nel continente europeo.
Il complesso residenziale chiamato “The Clearings” è il più vasto progetto residenziale nel prestigioso quartiere di Chelsea. Il programma non è molto diverso dal progetto di Kensington Gardens ma le sue conseguenze sul piano volumentrico e compositivo non potrebbero essere più diverse.
KPF in questo punto della sua carriera ha voluto dare prova della capacità di mettere insieme una estesa esperieza internazionale con alcuni principi tipici del contesto europeo come diversità, scala umana , e contestualizzazione.
Il team di design ha conferito al progetto uno spiccato senso del luogo senza rinunciare alla ricerca di un design nuovo che dichiara la sua presenza senza incertezze o approssimazioni.
Uno degli obiettivi principali dello studio è stato quello di creare un sistema di elementi tettonici forti come lo sviluppo a gradoni che va a rastremare i volumi in modo da non disturbare il delicato rapporto strada – altezza edificio.
Una pianta compatta non ortogonale e un profilo rastremato hanno dato vita ad una massa iniedita che non ha precedenti a Londra . Una sorta di nuova tipologia a metà strada tra la tradizionale “mension block” e la palazzina.
Il richiamo a qualche elemento nostalgico come le grandi finestrature di stampo “art deco’” esiste ma rimane confinato a condizione di citazione. Il progetto è approvato ed in piena fase realizzativa.
Il terzo caso di studio su Londra è forse quello che ha fatto più parlare di se viste le cifre senza precedenti che si attestano ai 2 miliardi di sterline di valore complessivo di mercato.
Il nuovo complesso costruito sul sito di un ex parcheggio fu aquistato nel 2011 dal magnate della tecnologia inlgese John Caudwell per 155 milioni di sterline, ospiterà 27 appartamenti e 5 townhouse diventando l’indirizzo più esclusivo di Londra.
Il contesto è la scintillante Mayfair. L’architetto è il classicista americano Robert A.M. Stern già designer prediletto della borghesia dell’upper east side newyorkese non che direttore della scuola di architettura dell’università di Yale .
Il progetto fu inizialmente affidato all’archistar Sir Norman Foster che propose uno schema moderno molto ben organizzato sul piano funzionale ma con una architettura povera di carattere. Accade spesso oramai che clienti esigenti optino per uno stile classico quando si tratta di residenze di lusso, armonia eleganza e dignità sono più a rischio con un design d’avanguardia.
Il prolifico studio di Stern si concentra da sempre sul tema della continuatività storica, in questa prima esperienza londinese studia a fondo la tradizione architettonica Georgiana e propone una splendida soluzione classicista in perfetta armonia con il contesto.
Tre progetti e tre stili per un mercato ricco e complesso che lascia ben sperare per il futuro economico Londinese.
Simone LUCCICHENTI Londra 17/08/2017