La collezione rivelata e l’opera riscoperta di Eugene Berman (1899 – 1972), un Maestro del XX secolo (Civita Castellana, dal 10 Gennaio)

redazione

PASSEGGIATE IMMAGINARIE

La collezione rivelata e l’opera riscoperta di Eugene Berman (1899 – 1972)

A cura di

Elisabetta Scungio, Sara De Angelis, Monica Cardarelli

Museo archeologico nazionale dell’Agro Falisco e Forte Sangallo – Civita Castellana – Viterbo

VENERDI’ 10 GENNAIO 2025 – ore 17:00

Eugene Berman nasce a San Pietroburgo nel 1899 in una facoltosa famiglia di banchieri ebrei russi. Grazie all’influenza del fratellastro Anatole Shaikevitch (1879-1947), coltissimo collezionista e cultore di musica e balletti, che fu a lungo suo mentore, viene avviato all’educazione artistica.

Eugene Berman, Capua, 1959, tecnica mista su carta, cm 33×23

Dopo la Rivoluzione, lascia la Russia e si trasferisce a Parigi, completando la sua formazione presso l’Accademia Ranson, dove insegnano i più importanti artisti del gruppo dei “Nabis”, Edouard Vuillard, Pierre Bonnard, Felix Vallotton e Paul Serusier. In questo periodo, Eugene Berman, insieme ad alcuni colleghi artisti, avversi come lui alla moda dominante del cubismo, tra cui Christian Bérard (1902-1949) e Pavel Tchelitchew (1898-1957), da vita al gruppo dei “Neoromantici”, così battezzati dal critico Waldemar George in occasione della loro prima mostra collettiva, nel febbraio del 1926.

Le sue opere vengono notate dal gallerista newyorkese Julien Levy che, dopo avergli dedicato diverse esposizioni lo invita a trasferirsi a New York, dove giunge definitamente nel 1939.

Eugene Berman, Apollo e Dafne, 1970-72, olio su tela, cm 65,2×77,8

Negli Stati Uniti, oltre all’attività di pittore, Berman esordisce come scenografo e costumista per l’Opera e il Balletto, un campo in cui ottiene uno straordinario successo e fama di eccellenza.

Eugene Berman, Bozzetto per scenografia (Imperial Ballet), 1952, china e acquerello su carta, cm 21,5×30,5
Eugene Berman, Bozzetto per scenografia (balletto), 1955, china e biacca su carta, cm 20,3×23,5
Euene Berman, Due progetti per fontana di Spoleto, 1966-9, matitachina e acquerello su carta, cm 23×39,5 e 26×43

Costante ispirazione per la sua arte fu l’Italia, percorsa in lungo e in largo a partire dal primo dei suoi innumerevoli viaggi, nel 1922. I suoi paesaggi metafisici ricreano le rovine antiche, le architetture palladiane e barocche, le spopolate pianure della Campagna Romana, le dolci colline dove vissero gli Etruschi, l’aspra e assolata terra di Sicilia.

Eugene Berman, Ona di profilo, 1953 ca., carboncino su carta, cm 43,2×34,7

Sempre più presente a Roma, sin dalla sua prima mostra alla Galleria dell’Obelisco nel 1949, Berman si trasferisce definitivamente nel 1957, anche per cercare conforto della perdita dell’amatissima moglie Ona Munson (1909-1955), attrice hollywoodiana sposata nel 1950. Nel suo vasto appartamento con terrazza in Palazzo Doria Pamphilj, allestisce una degna scenografia per ospitare la sua collezione, adunata negli anni in crescendo di oltre tremila pezzi di antichità principalmente etrusche, egiziane, africane e precolombiane.

L’intento di questa mostra è quello di presentare al pubblico la straordinaria figura di Eugene Berman, artista poliedrico, grande viaggiatore e colto collezionista, svelandone la singolare e vasta collezione e riscoprendone l’opera pittorica e grafica, immenso tesoro custodito nel Forte Sangallo di Civita Castellana.

Roma 5 Gennaio 2025