La figura di Domiziano sotto una nuova luce. Ancora sulla importante esposizione di Villa Caffarelli

di Claudia ZACCAGNINI

Nuova luce sull’imperatore Domiziano in mostra ai Musei Capitolini

Domiziano Imperatore

Una nuova esposizione, Domiziano imperatore. Odio e amore, inaugurata nei giorni scorsi a Roma presso i Musei Capitolini, nella sede di Villa Caffarelli, prosegue il percorso storico-culturale della Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, dopo quelle dedicate agli imperatori Claudio, Augusto e alle figure centrali della storia di Roma.

Promossa da Roma Culture, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e curata da Claudio Parisi Presicce, Maria Paola Del Moro e Massimiliano Munzi, la mostra è il risultato di un sinergico rapporto con il Rijksmuseumvan Oudheden della città olandese di Leida e di una serie di contatti internazionali che hanno consentito il prestito di importanti opere d’arte dal British Museum di Londra, dal Louvre di Parigi, dal Ny Carlsberg Glyptotek di Copenhagen, dalla Glyptothek di Monaco di Baviera, oltreché da importanti istituzioni museali italiane.

Ritratto di Domiziano

La figura di Domiziano (Roma 51-96 d.C.), secondo figlio di Vespasiano e Flavia Domitilla, analizzata ampiamente lungo il percorso espositivo articolato in quindici sale, riceve una più approfondita connotazione grazie al lavoro scientifico dei curatori che hanno meglio analizzato le fonti epigrafiche del tempo e hanno proposto, sulla base delle varie sezioni, l’immagine di un imperatore meno negativa rispetto alle notizie storiche pervenuteci.

Domiziano fu l’ultimo rappresentante della gens Flavia, storicamente delineato quale principe e tiranno, fautore dell’affermazione nella società romana di rappresentanti della classe militare, a lui molto vicini, e di membri dell’apparato burocratico che collaboravano strettamente con l’imperatore per la riorganizzazione amministrativa dell’impero. Ciò favorì il serpeggiante astio della classe senatoria e aristocratica, già controllata sotto suo padre Vespasiano e defraudata di alcuni privilegi, che culminò nel suo assassinio.

Statua del Genio di Domiziano

Tra gli storici antichi, Svetonio, Plinio il Giovane e Cassio Dione raccontano la sua immediata damnatio memoriae dopo la morte, con la cancellazione del suo nome dai luoghi pubblici e l’eliminazione della sua immagine. Tuttavia, gli studi recenti, effettuati per l’esposizione, hanno rivelato un parziale tentativo, da parte di alcuni gruppi politici contemporanei, di estinguere il cattivo ricordo della figura di questo imperatore. Di fatto, restano numerose testimonianze del suo passaggio e un’attività politica e di governo che tocca svariati settori della vita dell’impero.

Nonostante avesse solo trent’anni quando assunse il ruolo di imperatore (81 d.C.), secondo lo stile ellenistico di princeps e dominus, Domiziano avviò una serie di riforme in diversi settori, da quello amministrativo a quello urbanistico di cui restano importanti testimonianze non solo a Roma ma nei vari territori dell’impero. Migliorò il sistema dei collegamenti viari e le infrastrutture portuali. Si ricordano a tale proposito il porto di Ostia e la via Domiziana, importante tratto di unione con l’antica Pozzuoli, rilevante porto commerciale e militare. Fu costruttore di templi dedicati alla dea Iside, di cui era un devoto seguace: a Roma in Campo Marzio, a Benevento, dove lasciò una grandiosa struttura al cui interno figurava effigiato come un faraone. Fece sbancare la sella montuosa tra i colli Quirinale e Campidoglio per creare il Foro Transitorio, dedicato a Minerva, più tardi intitolato a Nerva. Certamente una parte considerevole delle sue energie e del suo ruolo la dedicò alla scalata sociale della sua famiglia, che non era di origini aristocratiche ma che, con il suo operato, fu divinizzata. Tale esaltazione culminò con la costruzione del Templum gentis Flavia, di cui alcuni resti sono esposti nella mostra.

Teste ritratto donne gens Flavia
Dedica a Domiziano di Sesto Lucanio Labeone 83 d C

L’esposizione a Villa Caffarelli, costruita sulle fondamenta del Tempio di Giove Capitolino, luogo simbolico e legato all’operato dell’imperatore Domiziano, è articolata in cinque grandi aree tematiche il cui scopo è fornire un’ampia visione sulla sua personalità e il suo ruolo pubblico e privato. Un accurato apparato didattico accompagna il visitatore alla scoperta dei numerosi ritratti dell’imperatore, che lo raffigurano nelle varie fasi cronologiche di vita, della sua veste di capo militare, di conquistatore e difensore dei limites dell’impero, del suo lato privato relativo agli affetti della famiglia, della sua attività di edificatore ed amministratore.

Cammeo con l’imperatrice Domizia Longina

Domiziano imperatore. Odio e amore, oltre ad essere un’esposizione articolata ed interessante, soprattutto per la possibilità offerta al pubblico romano di ammirare alcune opere esposte raramente e di grande importanza storico-archeologica, getta una luce meno fosca su questo rampollo della dinastia Flavia.

Si rileva un solo aspetto negativo nell’organizzazione, la mancanza nella giornata inaugurale del catalogo scientifico che, pare, sia ancora lontano dalle stampe.

Claudia ZACCAGNINI   Roma 24 Luglio 2022

Domiziano imperatore. Odio e amore

Roma, Musei Capitolini – Villa Caffarelli

Date: 13 luglio 2022- 29 gennaio 2023

Orario: 9,30 – 19,30

Organizzazione Zétema Progetto Cultura