redazione
Decine di migliaia di visitatori della mostra, conclusasi alla National Gallery di Londra, hanno potuto ammirare il Ritratto femminile, capolavoro meglio noto come “la Muta”, dipinto da Raffaello intorno al 1517, che torna nella sua collocazione della Camera della Duchessa della Galleria Nazionale delle Marche a Urbino.
Il capolavoro mancava da quattro mesi poiché è stato tra i protagonisti indiscussi della trasferta a Londra che l’ha tenuto temporaneamente lontano dal museo marchigiano, in occasione della mostra “Raphael” in programma dal 9 aprile fino al 31 luglio 2022 nelle prime otto sale della prestigiosa National Gallery, dove ha svolto il ruolo di “ambasciatrice” dell’Italia e del Rinascimento urbinate oltremanica. Nel museo britannico infatti era presente una straordinaria selezione di opere dell’artista urbinate provenienti, oltre che dalla Galleria Nazionale delle Marche, anche dal Louvre di Parigi, dal Prado di Madrid, dalla Galleria degli Uffizi di Firenze, dai Musei Vaticani di Roma, dalla National Gallery of Art di Washington, con l’obiettivo di fornire un’opportunità di comprendere l’abilità, la creatività e l’ingegnosità di Raffaello.
Nei quattro mesi di assenza de La Muta, il museo urbinate è cambiato notevolmente.
Lo scorso 6 aprile, all’indomani della partenza del capolavoro per Londra, si inaugurarono le prime sei nuove sale al secondo piano di Palazzo Ducale, la cui musealizzazione si è completata lo scorso 14 luglio con l’apertura di altre otto sale, tutte dotate dei più moderni sistemi di climatizzazione, illuminazione e sicurezza. In esse hanno trovato spazio circa un centinaio di opere in più rispetto all’inizio della scorsa primavera, che ha fatto pendant col recupero di alcuni spazi del Palazzo che erano inaccessibili da molto tempo, come la Loggia del Gallo, il Torricino sud e altri.
Senza dimenticare che, in occasione del 6° centenario della nascita di Federico da Montefeltro, lo scorso 23 giugno al piano terra di Palazzo Ducale si è inaugurata la mostra-evento Federico da Montefeltro e Francesco di Giorgio: Urbino crocevia delle arti, curata da Alessandro Angelini, Gabriele Fattorini e Giovanni Russo, che fino al prossimo 9 ottobre propone ben 80 opere – tra pitture, sculture, disegni, medaglie, affreschi staccati e codici -, un terzo delle quali provenienti dall’estero.
Il rientro de La Muta da Londra, quindi, torna ad arricchire così lo scrigno storico-artistico di Palazzo Ducale, che proprio in questi ultimi quattro mesi si è impreziosito ulteriormente.
Capolavoro di assoluto fascino
Tra le opere più note dell’artista, il Ritratto femminile è anche tra le più discusse di Raffaello, soprattutto a causa dell’identificazione della figura femminile ritratta. Non vi è certezza, infatti, di chi si celi dietro l’enigmatico volto di giovane donna ritratta nel dipinto, la cui storia collezionistica ha un avvio sicuro nella Firenze dei primi anni del XVIII secolo: il quadro lo si ritrova a Palazzo Pitti tra i beni del gran principe di Toscana Ferdinando de’ Medici (inventario del 1702-1710); quindi nel 1713 è traslato nella villa medicea di Poggio a Caiano e 60 anni più tardi lo si trova agli Uffizi, prima nella sala dell’Ermafrodito e poi nella Tribuna. Non è rintracciabile invece con certezza nei precedenti inventari del 1666 (eredità del cardinale Carlo de’ Medici) e del 1631 (eredità di Vittoria della Rovere) poiché in entrambi la descrizione dell’effigiata è troppo generica perché vi si possa identificare il soggetto del dipinto.
Dal 1927 è in deposito permanente alla Galleria Nazionale delle Marche dove, nel 1975 fu trafugata insieme ad altre opere e poi recuperata l’anno successivo in Svizzera. Nel 2014 è stata sottoposta ad approfondite indagini diagnostiche che hanno rivelato tante novità (soprattutto “pentimenti” nelle linee del volto e nella foggia dell’abito), ma non hanno permesso di procedere nell’identificazione della figura ritratta. Nonostante il velo di mistero che ancora l’avvolge, il Ritratto femminile di Raffaello è una delle opere più ammirate della Galleria Nazionale delle Marche e da qui è partita alla volta di Londra dove è stata contemplata insieme a tanti altri capolavori dell’artista.