La prima volta in Italia di Jon Rafman. Dal 14 settembre a Modena, lo smascheramento dell’ambiguo potere seduttivo della ‘rete’

redazione

Jon Rafman

Il viaggiatore mentale

Jon Rafman, Dream Journal 2016-2017, 2017. Video HD (colore, con suono in stereo). Musiche di James Ferraro e Oneohtrix Point Never. Durata: 49’17”. Courtesy l’artista e Sprüth Magers

a cura di Diana BALDON. Assistente curatrice Chiara Dall’Olio

Venerdì 14 settembre 2018 – 24 febbraio 2019 Galleria Civica di Modena Palazzina dei Giardini, Corso Cavour, 2, Modena

Il viaggiatore mentale è la prima ampia personale di Jon Rafman in un’istituzione Italiana dedicata all’arte contemporanea. La mostra, curata da Diana Baldon e presentata da Fondazione Fotografia Modena insieme alla Galleria Civica di Modena, verrà inaugurata venerdì 14 settembre 2018 nella sede della Palazzina dei Giardini in concomitanza con il festivalfilosofia, dedicato quest’anno al tema della Verità.

Viene presentata al pubblico italiano per la prima volta una selezione di installazioni multimediali che ripercorrono la produzione dell’artista canadese a partire dal 2011 ad oggi. Fotografie, video, sculture, installazioni: il variegato linguaggio artistico di Rafman affronta il tema della fusione sempre più indistinta tra la realtà e la sua simulazione nella società contemporanea attraverso opere che confondono i confini tra il materiale e il virtuale, tra i corpi in carne e ossa e le loro repliche tecnologiche. E’ un’indagine che l’artista porta avanti da tempo, concentrando la sua riflessione.

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sulle conseguenze che l’uso della tecnologia produce sulla nostra percezione della realtà. Per creare Kool-Aid Man (2008-11) ha frequentato per tre anni la piattaforma virtuale Second Life per scoprire le innumerevoli e multiformi rappresentazioni dei suoi “abitanti” digitali con un avatar che dà il nome all’opera. Rafman si astiene dal giudicare o criticare gli abitanti di Second Life poiché il suo intento è quello di mostrare come la tecnologia consenta alle persone di creare nuove rappresentazioni di sé all’interno di ambienti fantastici, dando loro la libertà di plasmare nuove identità e iconografie.

Come nei romanzi di Georges Bataille, dove nello spazio claustrofobico e rovinoso della scrittura la storia implode su se stessa, moltiplicando i piani narrativi e le sue rappresentazioni, anche nei video della Betamale Trilogy si ha la sensazione di essere intrappolati in una spirale di situazioni stranianti e seduttive. Rafman rappresenta insomma con grande abilità l’ambiguo potere seduttivo della rete che sembra promettere libertà e mondi da scoprire, mentre in realtà imprigiona l’utente in uno spazio tracciato da algoritmi e da agenzie che ne elaborano i dati di navigazione per poi rivenderli.

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Di qui una vera e propria denuncia del collasso epistemico che si è realizzato negli ultimi anni tra la realtà e la sua rappresentazione virtuale, causa l’azzeramento della distinzione tra il mondo virtuale e quello analogico. Nei suoi video una voce fuori campo poetica e ipnotica accompagna sempre le immagini, provenienti da sequenze selezionate da Internet, da videogame o da forum di chat online.

Tra le molte significative opere dell’artista, si segnala il video Dream Journal 2016-2017, nato dalla pratica di Rafman di trasformare i suoi sogni in video di animazione utilizzando dei software 3D amatoriali, accompagnato da una colonna sonora composta da James Ferraro e Oneohtrix Point Never con cui l’artista aveva già collaborato. Le due protagoniste femminili – una rappresenta l’archetipo della Millennial, l’altra invece è una bambina guerriera – si imbarcano in un viaggio dantesco che assume i tratti di un universo distopico. La narrazione è intercalata da situazioni immaginarie caratterizzate da figure epiche classiche che danno vita a una serie di situazioni cupe e surreali: si tratta di una visualizzazione dell’inconscio dell’artista amplificato dalla navigazione in Internet.

Still Lif (betamale)

All’ingresso della Palazzina dei Giardini i visitatori della mostra vengono accolti da una delle opere più recenti di Jon Rafman, Legendary Reality (2017) in cui l’artista ci conduce in un viaggio nell’ “inner space”. Un narratore anonimo racconta un viaggio immaginifico attraverso quello che sembra essere un paesaggio dai tratti fantascientifici invece potrebbe essere semplicemente ciò che vede dallo schermo del suo computer su cui scorrono dettagliate rappresentazioni storiche aumentate da esperienze virtuali.

Jon Rafman (Montreal, 1981) è un artista che si occupa di culture e sottoculture digitali, rivelando desideri, ossessioni e feticismi scaturiti dall’utilizzo dei dispositivi tecnologici. Tra le sue mostre personali più recenti ricordiamo I have ten thousand compound eyes and each is named suffering, Stedelijk Museum, Amsterdam (2016); Jon Rafman, Westfälischer Kunstverein, Münster (2016); Jon Rafman, Zabludowicz Collection, Londra (2015); The end of the end of the end, Contemporary Art Museum St. Louis (2014); Remember Carthage, New Online Art, New Museum, New York (2013); The Nine Eyes of Google Streetview, Saatchi Gallery, Londra (2012); Jon Rafman, online exhibition, Palais de Tokyo, Parigi (2012).Ha partecipato a numerose mostre collettive tra cui: I was raised on the Internet, Museum of Contemporary Art Chicago (2018); Alone together, Musée d’art contemporain de Montréal (2018); ARS 17: Hello world!, Museum of Contemporary Art Kiasma, Helsinki (2017-2018); Jon Rafman / Stan Vanderbeek, Sprüth Magers, Los Angeles (2017); Manifesta 11, Zurigo (2016); Welcome to the Jungle, KW Institute for Contemporary Art, Berlino (2015); Speculations on Anonymous Materials, Fridericianum, Kassel (2013); Nine Eyes, Moscow Photobienniale (2012); Screenshots, William Benton Museum of Art, University of Connecticut (2012); From Here On, Les Rencontres de la photographie d’Arles, Arles (2011).

Per tutte le riduzioni, convenzioni e gratuità, visitare il sito: www.fondazionefotografia.org/mostra/jon-rafman-il-viaggiatore-mentale

Informazioni tel. +39 059 2032911/2032940 – fax +39 059 2032932 www.galleriacivicadimodena.it

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