di Claudio LISTANTI
La Santa Editta di Stradella al Gonfalone di Roma
L’Oratorio del Gonfalone a Roma (Fig 1), chiaro esempio di architettura cinquecentesca, è uno dei luoghi più affascinanti per chi ama ascoltare la musica, la musica dal vivo.
La sua storia ha attraversato i secoli; è annesso alla sede dell’Arciconfraternità del Gonfalone, una associazione fondata per scopi caritatevoli nel 1246. A seguito dell’Unità d’Italia, l’Arciconfraternita fu sciolta e l’oratorio cadde in un lungo e progressivo degrado fino al 1968, quando divenne sede del Coro Polifonico Romano iniziando così una felice serie di stagioni concertistiche giunte fino ai nostri giorni.
L’aula all’interno della quale si svolgono i concerti è uno dei capolavori del Manierismo romano con gli splendidi affreschi, datati tra il 1569 ed il 1576 aventi come oggetto la rappresentazione della Passione di Cristo, ai quali lavorarono artisti di grande fama come Livio Agresti, Cesare Nebbia, Raffaellino da Reggio, Federico Zuccari, Daniele da Volterra, Marco da Siena, Matteo da Lecce. Il tutto è sormontato dal soffitto ligneo intagliata do Ambrogio Bonazzini. (Fig 2)
Il 17 gennaio 2019, nell’ambito della Stagione Concertistica 2018-2019 il Gonfalone ospiterà una esecuzione di grande rilievo, L’oratorio Santa Editta, per 5 voci e basso continuo di Alessandro Stradella. La genesi di questo capolavoro non è molto conosciuta; l’unica partitura si trova presso la Biblioteca Estense di Modena e si pensa che, con ogni probabilità fu composta ed eseguita a Roma negli anni Settanta del Seicento, su testo del nobile romano Lelio Orsini, principe di Vicovaro e fratello di Flavio, duca di Bracciano.
La vicenda è ispirata alla figura di Edith of Wilton (Kensington, 961 – Abbazia di Wilton, 15 settembre 984) figlia illegittima del re anglosassone Edgardo detto Il Pacifico, venerata come santa dalla Chiesa Cattolica e Anglicana. E’ grazie al monaco benedettino Gozzelino di San Bertino che le gesta della Santa sono pervenute a noi: Edith nacque in seguito al violento rapimento di sua madre Vulfrida, nobildonna inglese e badessa dell’Abbazia di Wilton; fu cresciuta nel medesimo convento, mostrando interessi culturali e devozione cristiana, ma i suoi interessi erano rivolti anche a cose abiti vistosi ed eleganti tanto da subire il richiamo del vescovo di Winchester Etelvaldo.
Il libretto di Lelio Orsini focalizza il contrasto tra la volontà di seguire la vita monacale ed il desiderio dei fasti della vita terrena, accettando la corona d’Inghilterra.
Per quanto riguarda la parte prettamente musicale Andrea De Carlo guiderà lo Stradella Y-Project, formazione nata in seno al Conservatorio Alfredo Casella di L’Aquila ed il concerto avrà come protagonisti cantanti specialisti di questo tipo di repertorio (Fig 3 e Fig 4)
“Santa Editta” vergine e monaca, regina d’Inghilterra
Oratorio per 5 voci, 2 violini e b.c.
Testo di Lelio Orsini
Musica di Alessandro Stradella
Interpreti e personaggi:
Beatriz Arenas Lago (s) Santa Editta
Sabrina Cortese (s) Humiltà, Nobiltà
Chiara Brunello (a) Grandezza
Leopoldo Punziano (t) Bellezza
Andrzej Lenart (b) Senso
Strumentisti:
Irene Caraba viola da gamba
Esteban Lobos Delle Piane viola da gamba
Anna Bator contrabbasso
Filip Zielinski tiorba
Lorenzo Sabene tiorba e chitarra barocca
Lucia Adelaide Di Nicola clavicembalo e organo positivo
Stradella Young-Project
Maestro concertatore e direttore
Andrea De Carlo
Giovedì 17 Gennaio 2019 ore 20.30. Oratorio del Gonfalone. Via del Gonfalone 32 A. 00186 Roma. Tel: 066875952