di Silvana LAZZARINO
Più conosciuto per le tele, disegni e opere grafiche con anche riferimento alla drammaturgia a indicare il suo interesse pe il teatro, Henri Matisse (Cateau-Cambrésis 1869- Nizza 1954) è stato anche scultore attento e sensibile nell’interpretare la vita nelle sue sfaccettature tra realtà e ciò che in essa si cela, entro un discorso che esplora l’incontro tra la materia, i volumi e lo spazio.
Figura di spicco dei Fauves, corrente che mirava ad una riproduzione tutta personale della realtà colta nell’immediatezza ed istantaneità di un’emozione esclusiva e soggettiva, egli mette in luce l’energia del disegno e l’utilizzo di un colore puro disposto in modo originale sulla tela per dar vita a figure e oggetti entro rappresentazioni dove si azzerano profondità e chiaroscuri nella giustapposizione di forme in una danza di armoniose immagini. Procedendo da figure appiattite e linee controllate, Matisse passa alla tecnica divisionista della separazione dei colori, guardando poi alla bidimensionalità e agli aspetti volumetrici di Cezanne per definire una propria ricerca nel costruire la sintesi della forma delineata dal disegno e rivestita dal colore che diventa tessuto avvolgente con cui la figura è proiettata nel contesto rappresentativo.
Alla sua arte che ha esplorato diversi linguaggi e tecniche parallelamente, portandolo a diventare uno degli artisti più completi del secolo scorso, il MAN di Nuoro gli dedica l’esposizione Matisse- Metamorfosi tutta centrata sull’attività scultorea che apre il 14 luglio 2023. In Italia per la prima volta si possono ammirare le sculture di questo grande artista amico e rivale di Picasso, che con la sua opera ha rivoluzionato la pittura del Novecento dando inizio ad un nuovo modo di leggere e riprodurre la realtà nelle sue diverse sfaccettature attraverso una visione personale e intimista.
Curato da Chiara Gatti, il progetto espositivo rilegge e adatta agli spazi del museo sardo, il concept inedito e complesso della mostra Matisse Métamorphoses organizzata nel 2019 dalla Kunsthaus di Zurigo e dal Museo Matisse di Nizza con Sandra Gianfreda e Claudine Grammont. Da sottolineare la partecipazione del Museo Archeologico di Nuoro e il coordinamento curato da Rita Moro, Myrtille Montaud e Manifesto Expo.
Il percorso della mostra che prende le mosse dal metodo del suo operare dando spazio al lavoro di trasformazione della figura in variazioni seriali, riunisce trenta sculture in bronzo realizzate tra gli anni Dieci e gli anni Trenta, con le fonti di ispirazione quali: fotografie di nudi e modelle in posa oltre a pochi dipinti in cui traspare la sua doppia anima di pittore e scultore dove le tematiche spaziano dal nudo alla danza all’odalisca. Entro il percorso espositivo, in cui accanto alle trenta sculture sono presenti disegni, incisioni, accompagnate da fotografie d’epoca e pellicole originali, la sua scultura viene messa in relazione proprio con le figure femminili con attenzione alla fisiognomica e alla morbidezza dei volumi. Come un processo di metamorfosi le sue figure evolvono passando da una trascrizione naturale ad una definitiva ricapitolazione del dato visivo. Si assiste ad un procedimento di progressione formale in cui se per alcune figure uniche come Le tiaré non esistono stadi differenti, per altre come nel celebre ciclo di Jeannette(I-V) vi è ripetitività ad intervalli diversi restituita dal loro variare e trasformarsi. Spesso l’immagine femminile – in particolare nelle Odalische- viene descritta con la sua purezza e semplicità, sensualità e malinconia dove traspare un sottile mistero. Infatti il tema delle odalische di grande impatto visivo, per Matisse diventa sintesi ideale tra la rappresentazione della donna e il proliferare dell’ornamento vegetale o geometrico.
Nelle opere in cui è centrale la figura umana vista entro un processo di tensione proiettato verso la sintesi, si avverte l’orientamento verso nuove soluzioni formali in cui affiora una nuova ricerca estetica.
A partire dall’indagine sul corpo tra postura, gesto e fisionomia, Matisse guarda ad una riduzione geometrica dell’immagine, per arrivare ad un’astrazione ai limiti del radicale. Nelle sue “Notes d’un peintre” così infatti afferma: “ciò che mi interessa di più non è né la natura morta né il paesaggio, è la figura”.
Della figura egli non intende cogliere il pathos, il lirismo o gli stati d’animo ma analizzare il suo senso di presenza nello spazio e la sua ideale evoluzione nel tempo. È a partire dal corpo e dall’analisi della sua relazione con l’ambiente intorno e con il cambiamento delle circostanze, che egli ha concentrato la sua ricerca procedendo da un dato naturalistico verso una sintesi finale in cui la contingenza si eleva a dimensione di perfezione assoluta. In questa visione anche lo spazio stesso condiziona a sua volta le sottili dinamiche tra vuoto abitato e sostanza fisica, tra i gesti e le linee che gli stessi disegnano nell’aria.
Ad accompagnare l’esposizione aperta fino al 12 novembre 2023, è il catalogo bilingue italiano/inglese (Il Sole24ore Cultura) al cui interno sono presenti testi di Sandra Gianfreda, Bärbel Küster, con la bibliografia ragionata di Elisabetta Masala.
Silvana LAZZARINO Roma 9 Luglio 2023
Matisse- Metamorfosi
MAN Museo d’Arte Provincia di Nuoro Via Sebastiano Satta 27 – 08100 Nuoro,
Orario invernale: 10:00 – 19:00 (lunedì chiuso) fino al 12 novembre 2023
telefono .0784.252110, E-mail: info@museoman.it